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STORIA E WARGAME

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Campagna di Germania (1813).

Guerre Napoleoniche

La Prussia.
Federico Guglielmo III re di Prussia proclama la costituzione di un corpo volontario di jäger (3 II, fornisce 10.000 uomini), si allea ad Alessandro I Czar di Russia con il trattato di Kalisch (28 II 1813), ed emette un proclama "An mein Volk" (Al Mio Popolo) esortando i tedeschi alla guerra (17 III). I francesi sgombrano Berlino.
L’esercito prussiano dopo la precedente disastrosa guerra contro Napoleone doveva essere ridotto a 33.000 uomini, ma grazie alle riforme di Scharnhorst, Gneisenau, Boyen e Grollmann il limite è stato aggirato con l’adozione della ferma breve e la creazione dei battaglioni di riserva. La leva obbligatoria sostituisce il servizio mercenario volontario. Il corpo ufficiali è epurato. La landwehr è aumentata a 149 battaglioni, 113 squadroni.
In tutto sono mobilitati 120.000 uomini (uno ogni 19 abitanti) che presidiano le fortezze (50.000 uomini) e formano tre armate: in Slesia (il settattenne Blücher, 25.000), nelle marche occidentali (York, 15.000) ed in Pomerania (Büluw, 10.000).
La guerra è chiamata anche "Der Deutsche Befreiungskrieg" (La Guerra dell’Indipendenza Germanica).

I Preparativi di Napoleone.
Napoleone tratta con Metternich per assicurarsi la neutralità dell’Austria, alla quale cede le Provincie Illiriche e promette la provincia prussiana della Slesia.
La riorganizzazione dell’esercito francese porta gli effettivi a 650.000 uomini:

Tra agosto e settembre si intende chiamare altri 600.000 uomini, 30.000 destinati alla Spagna. Materiali e magazzini non mancano ma scarseggiano i quadri, che sono reperiti sopprimendo numerose unità, dai corpi d’armata fino alle compagnie, ed aumentando gli effettivi delle unità.
I quinti e sesti battaglioni ed i quinti reggimenti sono raccolti dai depositi ed inviati ai reggimenti, sostituiti da "quinti bis" e "sesti bis" di reclute. Le 88 corti di fanteria ed artiglieria della Guardia Nazionale (istituite nel III 1812) diventano reggimenti. Sono inoltre sbarcati 20.000 marinai. Decine di migliaia di cavalli sono acquistati ovunque ma necessitano di essere addestrati. All’Elba sono inviati 150 nuovi reggimenti.
Il primo obiettivo è esaurire l’offensiva nemica in Germania, per permettere la riorganizzazione della Grande Armeé.
Ai 220-235.000 uomini guidati da Eugene Beauharnais viceré d’Italia (IV 1813) è affidata la linea difensiva dell’Elba, con forti guarnigioni nelle piazze oltre questo fiume: Danzica (X° C.A., Rapp), Stettino, Kustrin, Glogau e Spandau. La principale testa di ponte sull’Elba è a Magdeburgo. Presidi sono lasciati anche ad Amburgo, Havelberg, Wittenberg e Torgau (Sassoni di Thielmann). Se costretti a ritirarsi la successiva linea difensiva è costituita dall’Herz, il Weser, l’Ems e la Saale.
La difesa della Sassonia è lasciata alle truppe in arrivo dalla Francia e dall’Italia, Eugene può quindi coprire efficacemente l’Hannover e l’Olanda.
Napoleone con la Grande Armeé intende partire dalla Franconia, aggirare la Sassonia coperto dalla Saale e l’Elba, proseguire per Magdeburgo, Berlino, Stettino e la Prussia Orientale fino a Danzica, liberando così la Germania e la Polonia. La campagna del 1814 dovrebbe partire da Vitsebsk.

L’Avanzata dei Coalizzati.
A causa della neutralità dell’Austria, il fronte è ristretto al confine Prussiano (circa 500 chilometri):


La Nuova Grande Armeé.
Napoleone ritiene che la spinta offensiva nemica si sia esaurita e si prepara ad attaccare (15 IV):

In tutto sono a disposizione 140.000 fanti, 8.000 cavalli, 600 pezzi d’artiglieria e 2.000 cassoni.
Le unità francese sono poco solide, male inquadrate e l’addestramento delle reclute è insufficiente. Alcune unità hanno il morale basso. Sono invece agguerriti i reduci della campagna di Russia, quelli provenienti dalla Spagna ed i marinai. Tra i meno agguerriti ci sono i tedeschi e gli altri stranieri. La proporzione dell’artiglieria è di 3,5 pezzi ogni 1.000 uomini ma è soprattutto la cavalleria ad essere poco numerosa e di scadente qualità.
La seconda metà di aprile Napoleone è a Magonza, porta avanti il rimaneggiamento dei quadri, l’invio della armi e l’addestramento a formare i quadrati, a causa della preponderanza della cavalleria nemica.

Napoleone Avanza all’Elba.
Reparti di cosacchi sono sulla Saale. Blücher è ad Altenburg. Kutüsof infermo cede il comando a Wittgenstein e poco dopo muore a Bunzlau, in Slesia (26 IV).
Pensando che Wittgenstein scenda in Baviera, Napoleone unisce le forze muovendo l’Armata dell’Elba per Lipsia e Dresda e quella del Meno a nord verso Erfurt. I C.A. IV° (Bertrand) e VI° (Marmont) sono incaricati di effettuare un’avanzata dimostrativa e poi ritirarsi sui monti di Franconia e Turingia, per attirare il nemico in Baviera, ma Wittgenstein sembra non volersi impegnare.
Preoccupa invece l’agitazione in corso in Germania e la scarso affidamento dimostrato dall’Austria.
Con le armate del Meno e dell’Elba unite sulla Saale, Napoleone progetta di avanzare per Lipsia, superare l’Elster e la Mulde e raggiungere l’Elba mentre a nord il I° C.A. (Davout) per Amburgo deve raggiungere la bassa Elba effettuando così una manovra concentrica verso il Brandeburgo.
Napoleone è a Erfurf (25 IV). Grossi reparti nemici sono oltre l’Elster ad Altenburg, Chemnitz e Dresda mentre i cosacchi oltre la Saale tagliano le comunicazioni tra l’armata dell’Elba e le truppe in Turingia.

I russi di Wittingenstein hanno ripiegato su Pegau e Zwenkau da dove minacciano di sboccare dall’Elster contro il fianco sinistro delle lunghe colonne dei C.A. IV° e XII°.

La Battaglia di Lützen, 2 V 1813
Napoleone ordina di sorvegliare Pegau ed avanza sulla sinistra della Saale, verso Jena e Naumburg:

In mattinata (tra le 8:00 e le 9:00) i francesi scoprono che il nemico risale la Pleisse verso Zwenkau e Borna, quindi il IV° C.A. (Bertrand) riceve l’ordine di fermarsi a Stossen, per coprire Naumburg, minacciare Zeitz e Pegau, mentre il III° C.A. (Ney) è fermato a Kaja.
A nord le due divisioni del V° C.A. (Lauriston) trovano forte resistenza al passaggio dell'Elster verso Lipsia (ore 9:00) e sono raggiunte da Napoleone, poi anche da Ney.
Al centro il III° C.A., privo del maresciallo Ney, è attaccato violentemente da reparti di cavalleria nemica presso Kaja. I francesi si dispongono in quadrato e Napoleone commenterà con la frase "è una battaglia d’Egitto".
Su Kaja Napoleone fa convergere da nord l’XI° C.A. (Macdonald), che scende da Markranstädt, da sud il VI° C.A. (Marmont) mentre il IV° C.A. (Bertrand) da Stossen deve raggiungere Pegau per avvolgere il nemico da sud. La Guardia deve disporsi dietro il III° C.A. e fare da riserva. Alle 5 divisioni del III° C.A. è dato l’ordine di resistere sul posto.
Kaja e gli altri villaggi sono più volte persi e riconquistati. Alcuni battaglioni francesi finiscono in rotta. Gerard è ferito ma rimane infine padrone di Kaja. A sera Drouot, i generali Dulavloy e Devaux schierano una grande batteria di 80 pezzi dietro il III° C.A. e la Giovane Guardia (Mortier) interviene su Kaja. Intervengono all’ala destra Eugenio ed a quella sinistra l’XI° C.A. (Macdonald).
Wittingenstein, che ha impiegato 70.000 uomini sui 150.000 ai suoi ordini, lascia 15.000 tra caduti e feriti (tra questi il generale prussiano Scharnhorst), 2.000 prigionieri e ripiega oltre l’Elster protetto dalle cariche della cavalleria. Non può essere inseguito a causa della stanchezza e della poca cavalleria disponibile.
Napoleone stima le forze russo-prussiane sui 160-200.000 uomini, i caduti coalizzati 20-30.000 contro 3.000 caduti, 10.000 feriti e 2.000 prigionieri francesi. Per commemorare la vittoria a Trieste una piazza è chiamata Lützen (poi Lipsia).
Alla battaglia hanno preso parte 85.000 francesi. Non hanno partecipato i C.A. II°, V°, VII°, XII°, alcune divisioni del IV° C.A. e della Guardia.

La Manovra di Bautzen.
Dopo la sconfitta di Lützen, lo Czar Alessandro e Federico Guglielmo III re di Prussia lasciano rapidamente Dresda e Wittingenstein si ritira dietro l’Elba per coprire Berlino e Breslavia.
Il grosso dei francesi raggiunge Dresda (10 V), Ney con i C.A. III°, II° (Victor) e VII° (franco-sassoni di Reynier) avanza a nord su Wittenberg e Torgau, il V° C.A. (Lauriston) garantisce il collegamento tra le due masse. Frattanto a nord Davout avanza su Amburgo. La linea dell’Elba superiore è occupata (10 V). Napoleone e Federico Augusto re di Sassonia si trattengono a Dresda (11-18 V).
I Russi ripiegano verso Breslavia (Slesia) mentre Blücher retrocede ad Haynau ma Napoleone non ha notizie dei prussiani e ritiene che siano usciti dalla battaglia di Lützen troppo malconci per rappresentare un pericolo immediato. A Stransuld sbarcano le truppe svedesi (18 V) guidate dal francese Bernadotte, principe ereditario di Svezia.
Eugenio è inviato in Italia. Ney con i C.A. II° (Victor), III° (franco-tedeschi), V° (Lauriston) e VII° (franco-sassoni di Reynier) raggiunge Luckau (13 V), a metà strada tra Berlino e Dresda, mentre il grosso avanza verso Breslavia.
Davanti Berlino si trovano solo alcuni corpi di cavalleria guidati da Bülow, i russo-prussiani sono sull’Alta Sprea presso Bautzen (Sassonia), famosa per la vittoria Federico II "Il Grande" re di Prussia nel 1758.

I francesi giungono in vista della forte posizione di Bautzen (18 V), posta sulle pendici frastagliate dietro al profondo fossato della Sprea, rinforzato da ridotte e trinceramenti. Napoleone prepara l’assalto.
Bertrand invia alcuni battaglioni italiani della 15a divisione (Peyri) a cercare il collegamento con Ney ma nei boschi presso Königswartha sono sorpresi e sbaragliati da preponderanti forze nemiche che sono poi respinte dall’arrivo del V° C.A. (Lauriston).
Alcuni reparti francesi passano la Sprea a monte ed a valle di Bautzen ed occupano la città ma non si impegnano a fondo attendendo l’arrivo di Ney. I russo-prussiani credono che le forze in arrivo da nord siano poco numerose e rimangano nella forte posizione di Bautzen.
I francesi attaccano le posizioni principali nemiche al centro e a destra (25 V).
Ney passa la Sprea a Klix ed arriva a Preititz, ma invece di procedere per Drehsa ed Hochkirch secondo gli ordini piega a destra direttamente verso Bautzen ed urta le riserve nemiche, che lo respingono rioccupando Preititz.
Premuti frontalmente e da Klix, i russo-prussiani ripiegano verso sud-est, a Hochkirch ed a Löbau. Ney sbocca a Wurschen e si congiunge a Marmont ma oramai è troppo tardi.
Alla battaglia hanno preso parte 150.000 francesi e 90.000 russo-prussiani. Napoleone cattura alcuni cannoni e poche centinaia di prigionieri.
La vittoria, benché non sia decisiva, permette ai francesi di continuare l’avanzata:


L’Armistizio di Plässwitz, 4 VI 1813.
La mediazione dell’Austria porta all’armistizio di Plässwitz/Poishwitz (4 VI 1813), che sospende le ostilità fino al 20 luglio ed è poi prolungato fino al 10 agosto. Napoleone conta di disporre delle truppe in preparazione ma in seguito di pente di averlo accettato.
Il congresso di Praga infatti non porta alla pace e tutti proseguono i preparativi bellici. I russi ed i prussiani ricevono sussidi inglesi. L’armistizio è rotto il 10 agosto ed il giorno seguente l’Austria entra nella Coalizione (trattato di Reinchenbach, 11 VIII). Lo Czar ha inoltre ingaggiato il generale svizzero Jomini.

Le Armate dei Coalizzati.
L’entrata in guerra dell’Austria triplica l’estensione del principale fronte di guerra:

In tutto 493.000-503-550.000 uomini e 1.450 cannoni.

La Nuova Disposizione Francese.
Alla Francia, oltre che la Sassonia, la Baviera ed altri stati minori tedeschi, si è unita anche la Danimarca che mette in campo una divisione.
Il grosso dei francesi è tra Stolpen e Görlitz, fortemente incuneato tra le armate avversarie a nord (Bernadotte), est (Blücher) e sud (Schwarzenberg). Napoleone intende sfruttare questa "posizione centrale" per sconfiggere le singole masse nemiche, avanzare su Berlino e la bassa Sprea per raggiungere poi Stettino e Danzica:

Altri corpi si trovano ad operare autonomamente:

I quattro nuovi corpi di cavalleria, formati in Sassonia, sono affidati al comando dell’abile Murat re di Napoli (14 VIII) e sono inoltre in arrivo due divisione di cavalleria, una delle quali di ottima qualità dalla Spagna.
Le piazze lungo l’Elba (Königstein, Dresda, Torgau, Wittenberg, Magdeburgo, Havelberg ed Amburgo) sono rifornite di vettovaglie, munizioni, materiali e rafforzate con opere campali.
In Germania Napoleone dispone di 400.000 uomini (336.000 concentrati in Sassonia ed in Slesia) e 1.200-1.300 cannoni. La costituzione e l’addestramento sono migliorati ma l’inquadramento rimane ancora scadente. La percentuale di giovani reclute è alta e la fedeltà dei reparti tedeschi è dubbia.

La Ripresa delle Ostilità.
A nord l’avanguardia del XIII° C.A. (franco-danesi di Davout) passa la Bille presso Trittau (17 VIII) ed avanza lentamente su Möll, sconfiggendo alcuni reparti di cosacchi del corpo russo di Wallmoden (27.000 uomini). I russi sono cacciati da Büchen e l’occupazione si estende a tutta la linea del Delbenau (20 VIII). Il corpo della Bassa Elba (Wallmoden) si ritira davanti alle superiori forze avversarie.
Sul fronte principale Napoleone è sicuro che i russi non abbiano ancora ultimato il concentramento in Boemia (i reparti più vicini sono presso Munchengratz) quindi inizia l’offensiva verso la Slesia contro l’Armata di Slesia (Blücher).
L’armata di Victor ha il compito di coprire i Sudeti in caso l’Armata di Boemia (Schwarzenberg) minacci le retrovie francesi per Gabel e Zittau.
Blücher violando la neutralità ha occupato Breslavia e Javer, ed ora avanza isolato verso il Bober respingendo Ney da Bunzlau e da Löwenberg, che occupa (20 VIII). Ney, sostenuto dalla Guardia, esegue un’offensiva verso Löwenberg (21 VIII) ed i ponti sul Bober, inducendo Blücher a ripiegare velocemente su Javer.

La Battaglia di Dresda.
L’Armata di Boemia (Schwarzenberg) frattanto avanza per Peterswald e Königstein verso Dresda (21 VIII). Napoleone sposta le truppe per assalirla e raggiunge Görlitz (sera del 23 VIII):

Il grosso procede quindi per Dresda (24 VIII), difficilmente difendibile da sola contro le preponderanti forze dei coalizzati, mentre il I° C.A. (Vandamme) è inviato a passare l’Elba a Pirna per colpire alle spalle Schwarzenberg.
L’Armata di Boemia (Schwarzenberg) avanza lentamente su quattro colonne e sbocca sui colli tra Dohna e Mariensberg (22 VIII). In quattro giorni compie poco più di 50 Km ed attacca Dresda il pomeriggio del 26. Nel frattempo Napoleone ha fatto percorrere alle sue truppe 150 Km in 3 giorni ed è a Dresda alle 10:00 del 26 agosto.
Alle 15:00 i Coalizzati dalle colline attaccano i ridotti e le opere campali difese da due divisioni XIV° C.A. (S. Cyr) e dalla guarnigione. Dopo tre ore gli attaccanti appaiono stanchi e non hanno conseguito alcun risultato. La terza divisione di S. Cyr, rimasta di riserva, e 20.000 cavalieri guidati da Murat, Pajol e Latou-Maubourg contrattaccano.
Il reggimento dragoni del Regno d’Italia effettua 7 cariche e cattura 3.000 prigionieri. I Coalizzati sono respinti sulla linea Plauen-Racknitz. Solo all’ala sinistra una divisione della Giovane Guardia (Mortier) ed il 1° corpo di cavalleria (Latour-Maubourg) non riescono a cacciare dalla riva sinistra del Weisseritz gli austriaci, che restano quindi a contatto delle fortificazioni. Sono catturati 3 generali, 15 bandiere e 26 cannoni.
Alle 21:00 gli scontri hanno termine e durante la notte giungono i C.A. II° (Victor) e VI° (Marmont) che portano i francesi a 170.000, contro 200.000 coalizzati.
Frattanto il I° C.A. (Vandamme) sconfigge una divisione russa a Pirna forzando il passaggio dell’Elba ed il giorno seguente questa notizia induce Schwarzenberg ad ordinare una ritirata generale per rompere il contatto, approfittando della pioggia torrenziale.
Napoleone infatti sta preparando un attacco generale (h 6:00) alla quale partecipano la Giovane Guardia (Mortier, all’ala destra), due battaglioni della Vecchia Guardia, Saint-Cyr, Nansouty, Victor, Murat (che con i corazzieri ed i carabinieri sconfigge gli austriaci presso Plauen). Un colpo di cannone uccide Moreau.
I francesi catturano 25-30.000 prigionieri, 40 bandiere e 60 cannoni, ma questa è l’ultima vittoria di Napoleone in Germania.

Le Sconfitte Francesi.
La ritirata dei Coalizzati, presunta verso Erz-Gebirge, non è disturbata. Napoleone non emana nuovi ordini fino al 29 agosto, forse perché malato oppure per le notizie giunte degli altri fronti:

  • A Gross Beeren (23 VIII), a sud di Berlino, Oudinot con il VII° C.A. (franco-sassoni di Reynier) è duramente sconfitto dai prussiani e deve retrocedere su Wittenberg coperto dalla divisione Girard, che è però sconfitta a Belzig (27 VIII) dal generale prussiano Hirschfeld con 12.000 uomini della landwehr e 600 cosacchi (Tschernitschew).

  • A seguito di questa sconfitta anche il XIII° C.A. (Davout) che ha preso contatto con gli svedesi a Retschow (28 VIII) deve arretrare verso Amburgo, tallonato dai russo-svedesi.

  • Sul Katzbach (26 VIII) l’Armata di Slesia (Blücher) sconfigge duramente gli 80.000 uomini dell’armata da Macdonald, (C.A. XI°, V°, III° e 2° corpo di cavalleria), che deve retrocedere in disordine oltre il Bober ed il Queiss, assestandosi dietro il Neisse presso Görlitz.

    Il I° C.A. (Vandamme) avanza da solo fino a Teplitz (28 VIII), dove trova forti resistenze, ripiega su Kulm (29 VIII) ma la trova occupata da un corpo russo ed una colonna austriaca in ritirata da Dresda, che S. Cyr non è riuscito a bloccare presso Peterswald. Il I° reggimento cacciatori a cavallo cerca di aprirsi la strada per fuggire. Giunge anche un corpo prussiano (von Kleist). Vandamme è ferito e costretto alla resa a Nollendorf assieme a 10.000 uomini, circa metà del corpo d’armata (30 VIII).

    La Strategia Logoratrice dei Coalizzati.
    Napoleone decide di puntare nuovamente a nord per fermare l’avanzata dell’Armata del Nord (Bernadotte) che da Gross Beeren risale la Sprea e minaccia alle spalle Macdonald a Görlitz. In questo modo l’Imperatore mantiene la posizione centrale, spera di attirare i russi dividendoli dagli austriaci, ha maggiori possibilità di soccorrere Danzica e le altre piazze bloccate.

    Per tutto settembre tuttavia i coalizzati evitano il grosso, si ritirano dove accorre Napoleone ed attaccano negli altri punti:

    A complicare la situazione ci sono le massicce infiltrazioni dei cosacchi di Plàtof in Sassonia, dove Thielmann può organizzare bande di partigiani ostacolando le comunicazioni ed i rifornimenti. Napoleone deve distaccare colonne miste di fanteria, cavalleria ed artiglieria per i compiti di scorta.
    Mentre Napoleone con il grosso insegue l’Armata di Boemia (Schwarzenberg), Ney riprende l’avanzata verso Berlino con i C.A. IV°, VII° e XII° ma è sorpreso dai corpi di Bülow e Tauenzien presso Dannewitz (6 IX) ed è nettamente sconfitto. Da Napoleone Ney riceve l’ordine di ripiegare a Torgau e Grossenhain, dove si unisce al VI° C.A. (Marmont) e ad una divisione di cavalleria. Le riserve vanno assottigliandosi.
    Dal Meno alla Saale è fatto avanzare il IX° C.A. (Augereau) ed una divisione di cavalleria (Milhaud) giunta dalla Spagna. La Baviera rimane difesa solo dai bavaresi di Wrède e dai francesi del Würzburg.
    A metà settembre Napoleone avanza nuovamente contro l’Armata di Boemia (Schwarzenberg) con la Guardia, i C.A. II° (Victor), XIV° (S. Cyr), ed il ricostruito I° C.A. (Mouton): da Dohna per Peterswald lo raggiunge a Kulm ma lo trova in forte posizione e deve rinunciare ad attaccarlo, rientra a Dresda lasciando alcuni presidi sui colli davanti alla città.
    Frattanto l’Armata di Slesia (Blücher) avanza su Sprea e Baytzen, per poi arretrare (23 IX) all’arrivo di Napoleone con la Guardia.
    A nord il III° C.A. (franco-danesi di Davout) resiste agli attacchi quasi giornalieri dei Coalizzati, con un grosso scontro a Ghörde (16 IX), dove la 50a divisione (Pecheux), copie una diversione per coprire lo spostamento dei convogli ed è attaccata da forze 5 volte superiori ma riesce a disimpegnarsi.
    Ney segnala che l’Armata del Nord (Bernadotte) ha gettato dei ponti sull’Elba a Elster ed a Rosslau, e minaccia di raggiungere Lipsia, dove potrebbe arrivare anche l’Armata di Boemia (Schwarzenberg) da Komotau per Chemnitz, realizzando un pericoloso concentramento di forze alle spalle della Grand Armeé.
    I corpi partigiani infestano la Sassonia e la Westfalia. Jerôme Bonaparte re di Westfalia deve lasciare la capitale. Il generale sassone Thielmann diserta. Ancora più critica appare la situazione rifornimenti: la Sassonia sta esaurendo le risorse, le dotazioni dei magazzini stanno impoverendosi. Un intero corpo d’armata e due corpi di cavalleria sono impegnati nella scorta dei convogli a causa dei cosacchi e degli insorti.

    La Ritirata all’Elba.
    Napoleone decide di ripiegate sulla linea d’Elba (23 IX) ed i Coalizzati superano indisturbati il fiume a Rosslau ed a Elster, erigendo teste di ponte:

    Napoleone attende le condizioni favorevoli a dare una battaglia decisiva ed i Coalizzati mantengono l’iniziativa.

    Ai Coalizzati si unisce apertamente anche il re di Baviera (trattato di Ried, 3 X) e la Westfalia insorta.
    Blücher in realtà lascia a Meissen sono solo un distaccamento di copertura, effettua un’abile marcia sul fianco scendendo lungo la sponda sinistra dell’Elba, da Bautzen a Elster, unendo le forze al corpo di York che attacca violentemente il IV° C.A. (francesi, italiani e tedeschi di Bertrand) presso Wartenburg (3 X), costringendolo a ripiegare a Düben protetto da una divisione italiana.
    Napoleone ignora la manovra di Blücher e crede che a Wartenburg ci sia solo l’Armata del Nord (Bernadotte), la cui avanzata minaccia i collegamenti tra la Westfalia ed i Paesi Bassi. Quindi invia il III° C.A. (Scrhamm) da Dresda a Togau, il VI° C.A. (Marmont) ed il 1° corpo di cavalleria (Latour-Maubourg) da Maisen a Düben per unirsi a Ney (5 X), sostituiti a Meissen da due divisioni della Guardia affidate ad Oudinot, per fronteggiare quella che ancora crede sia l’Armata di Slesia (Blücher) e che invece è solo un distaccamento.

    Lipsia, "La Battaglia delle Nazioni".
    Scoperta la marcia sul fianco dell’Armata di Slesia (Blücher), oramai unita all’Armata del Nord (Bernadotte), Napoleone raccoglie le truppe tra la Mulda e la Pleisse (6 X):

    Tuttavia i Coalizzati proseguono la strategia di evitare il grosso. Le Armate di Slesia (Blücher) e del Nord (Bernadotte) ripiegano a Saale, muovendo poi verso Halle, da dove per Schwarzenberg possono raggiungere Lipsia. Murat invece ha dovuto retrocedere fino a Borna dove ha sostenuto un combattimento (10 X).
    Napoleone contava di riunire a Lipsia (Leipzig) 190.000 uomini, sono invece 170.000. Sono troppo lontani solo i C.A. I° (Mouton) e XIV° (S. Cyr), lasciati a Dresda, ed il XIII° C.A. (Davout), a nord.

    Dopo un combattimento di cavalleria presso Liebertvolkwitz (14 X), Napoleone è gravemente sconfitto nella gigantesca battaglia di Lipsia (16-19 X 1813), rimane con 60.000 uomini e deve ritirarsi verso il Reno.
    Il passaggio della Saale è garantito da Bertrand con un combattimento a Kösen. La ritirata prosegue per Erfurt (23 X) e Magonza, senza che i vincitori si lancino all’inseguimento. Solo il generale bavarese Wrède, ex-alleato, con 60.000 austro-bavaresi (numerosa cavalleria ed 80 pezzi d’artiglieria) scende da nord per Donauwörth e Würzburg verso il basso Meno, minacciando di tagliare la ritirata.

    La Fine della Campagna in Germania.
    Ad Hanau (30 X) i francesi si aprono risolutamente la strada contro Wrède che vuole impedire il passaggio del Kinzig.
    Dreout difende le artiglierie francesi, soccorso da Nansouty con la cavalleria e la Giovane Guardia. I due squadroni di Guardie d’Onore si coprono di gloria ed i bavaresi perdono 10.000 uomini, numerosi ufficiali, bandiere ed artiglieria.
    Napoleone raggiunge Francoforte (1 XI) ed il giorno successivo l’esercito francese passa il Reno (2 XI) abbandonando definitivamente la Germania. L’esercito è riordinato a Magonza poi Napoleone rientra a Parigi (9 XI).
    I principati creati da Napoleone in Germania cessano di esistere (regno di Vesfalia, granducati di Francoforte e di Berg) e sono ripristinati i principati dell’Assia-Kassel, Beunswich, Hannover ed Oldenburg. Il Würtemberg, l’Assia-Darmstradt, il Baden e gli stati minori sciolgono la Confederazione del Reno e si uniscono ai Coalizzati contro la Francia. La Danimarca raggiunge con i Coalizzati una pace separata (8 XI), ritira le proprie truppe e cede la Norvegia alla Svezia (trattato di Kiel, 14 I 1814).
    I Coalizzati invadono l’Olanda (Bülow) e l’Holstein (Bernadotte), costringono alla resa Saint-Cyr a Dresda (21 XI), le guarnigioni di Stettino (21 XI), Lubecca (5 XII), Zamose, Modlin e Torgau (26 XII), Rapp a Danzica (30 XII, i 20.000 difensori sono internati in Russia), Wittenberg (12 I 1814) e Küstrin (7 III). Davout riesce a difendere Amburgo con i 25.000 uomini rimastigli. Resistono inoltre le guarnigioni francesi di Glogau, Magdeburgo, Erfurt, Würzburg, Wesel e Mainz.

    Il Fronte Italiano.
    Lungo le Alpi Giulie, Eugene con 45.000 uomini fronteggia 70.000 austriaci guidati da Hiller che solo dopo la defezione della Baviera passa per la valle della Drava in Alto Adige (X), scende per Trento e la Val Sugana verso la pianura Veneta, costringendo Eugene a ripiegare sulla linea del Brenta.
    L'Istria insorge contro i francesi. Austriaci, Inglesi e Siciliani entrano a Trieste (14 X 1813), ottengono la resa del forte Sanza, a San Vito (difeso da un cannone antiquato), e dopo 11 giorni di bombardamenti anche del castello di San Giusto, difeso da 600 uomini e numerosa artiglieria. Una piazza della città chiamata Piazza Lipsia per commemorare la vittoria dei coalizzati (attuale piazza Venezia). Trieste e Gorizia formano la provincia del Litorale.
    Minacciato da una colonna di 25.000 austriaci che scende per la val Logarina, Eugene ripiega dietro l’Adige ma lo ripassa ed infligge agli inseguitori una sconfitta a Caldiero (15 XI), respingendoli all’Alpone.
    Reparti Autro-Britannici sbarcano nel Polesine raggiungendo Rovigo e Ferrara (Veneto), mentre reparti Anglo-Siciliani sbarcano a Viareggio (Toscana). Gli austriaci bloccano Venezia, difesa dal generale Serras, fino all'armistizio di Schiarino-Rizzino.
    Eugene, che dispone ora di 35.000 uomini, deve assumere contegno difensivo di fronte agli 80.000 di Bellagarde, ed ottiene in rinforzo da Napoleone solo gli italiani sopravvissuti alla campagna di Germania.
    Murat frattanto tratta con Metternich per ottenere il riconoscimento del regno di Napoli in cambio dell’entrata in guerra a fianco dei Coalizzati (7 - 23 X 1813). Il trattato di Neipperg, che stabilisce l’alleanza austro-napoletana, è siglato il 30 dicembre 1813 ma con data convenzionale 11 gennaio 1814.


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