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TRIESTE: Risale a quest’epoca la prima volgarizzazione, molto contestata, degli statuti cittadini
(1421).
Il comune di Trieste ha dispute di confine con Ramperto di Walsee signore di Duino (1422), poi
è la volta di Marino vescovo-conte di Trieste a disputare alcune pievi a Rodolfo di Walsee
signore di Duino che è condannato dal Concilio (1434) e da Papa Eugenio IV (1436).
FRIULI: Venezia prosegue l’espansione sulla terraferma combattendo tre guerre contro i Visconti
(1426-1428, 1429-1433, 1435-1441). I suoi domini giungono all’Adda.
Sigismondo di Lussemburgo ottiene finalmente l’incoronazione imperiale a Roma (1433) ma pochi anni
dopo muore (1437). Le corone tedesca e imperiale passano definitivamente alla casa
d’Asburgo (fino al 1806) i cui domini abbracciano il Friuli.
A causa delle dispute tra il papa veneziano Eugenio IV ed il concilio di Basilea, ha luogo
l’elezione di due Patriarchi: il concilio nomina Alessandro di Masovia (1439-1444), figlio del
duca di Masovia, ma Venezia gli impedisce di raggiungere la sede, quindi non può
intervenire nelle vicende del patriarcato. Eugenio IV nomina Giovanni V Vitelleschi, elevato poi
cardinale e sostituito nella carica patriarcale dal padovano Ludovico III Scarampo Trevisan (1440),
che firma con Venezia il Concordio (10 IV 1445); in cambio di una rendita annua,
riconosce alla repubblica il dominio temporale salvi Aquileia, i castelli di San Vito e San
Daniele, cede tutti i diritti e mantiene il dominio spirituale. Il patriarcato cessa legalmente
di essere un principato temporale. I
Contrasti per l’applicazione dell’accordo terminano con il trasferimento del titolo patriarcale a
Venezia (1451).
La moneta veneziana sostituisce quella patriarcale.
ISTRIA: A Capodistria è eretta la fontana a forma di ponte (1423), ed è realizzata la
loggia del Palazzo Pretorio (1463), in gotico veneziano e
con arcate ogivali, tuttora esistenti.
L'Imperatore Federico III d'Asburgo e papa Pio II Piccolomini cedono il monastero di San Pietro in
Selve all'ordine San Paolo Eremita, del convento di Santa Maria, sul malsano lago d'Arsa (1459):
la comunità è formata da 20-25 monaci e novizi, comprende una scuola, fiere ed una
guarnigione.
TRIESTE: Papa Eugenio IV toglie al capitolo di Trieste il privilegio di nominare il Vescovo (20 V
1446). L’anno seguente ha luogo una doppia nomina: Eugenio IV nomina Antonio Goppo mentre
l’anti-papa Niccolò V nomina il senese Enea Silvio Piccolomini (giurista e storico) che cede
i domini vescovili all’Austria e lascia la carica ad Antonio Goppo (1451).
Trieste cerca di deviare i flussi commerciali dall’Istria ai danni di Venezia (1462) che inizia la
Guerra del Sale (1463):
Presso Moccò 200 cavalieri Triestini guidati da Cristoforo de Cancellieri sconfiggono 400 cavalieri veneziani guidati dal conestabile Santo Gavardo (1463).
Frangipane conte di Veglia devasta Vetta, presso Cittanova (1463).
I Veneziani (bloccano dal mare la città dal 1461), occupano Corniale, Monte Cavo, San Servolo, Castelnuovo, respingono un esercito di soccorso, assediano Trieste anche da
terra (4 VII 1463) con 20.000 uomini, 4 bombarde sul colle di San Vito, sotto la guida di Santo Gavardo e del provveditore Giovanni Antonio Macello.
I Triestini, con 200 cavalli e 1.000 scopettieri carinziani inviati dall’imperatore Federico III d’Asburgo (figlio di
Ernesto “Il Ferreo”, compiono numerose sortite ma si ritrovano presto a corto di viveri. Il campo veneziano è incendiato
con una sortita (10 IX 1463) ma l’assedio continua.
Papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini) media la Pace di Venezia (12 XI 1463), restituendo in cambio Rimini al
filo-veneziano Pandolfo Malatesta. Trieste deve cedere Monte Cavo, San Servolo, Castelnuovo, offrire le proprie scuse, promettere
di non interferire nel commercio e non esportare sale pena la distruzione delle saline.
Federico III premia Trieste per l’eroica resistenza concedendo un nuovo stemma con l’Alabarda ed i colori
dell’Austria.
Venezia distrugge le saline di Zaule (3 VII 1464).
DUINO: L’imperatore Federico III d’Asburgo eredita i beni di Volfango Walsee signore di Duino (1465) ed acquista quelli in Istria
del fratello Lemberto Walsee (1472), che muore nel 1483.
TRIESTE: La città è colpita dalla peste (1467). La parte oltranzista dei patrizi, già compromessa con il
Collegio della Balia, responsabile della guerra contro Venezia e di rinviare la traduzione in volgare degli statuti, riforma la
Confraternita delle Tredici Casate (ma otto risultano estinte) e spinge gli altri patrizi alla Guerra Civile (1467-1469).
Antonio Bonomo guida un’insurrezione popolare che caccia Giorgio Cernomel capitano di Trieste, i patrizi
“Bailisti” (già favorevoli al Consiglio della Balia) e saccheggia le loro case (15 VIII 1467). I fuoriusciti riparano a Duino.
Tomaso Ellacher capitano di Duino con Nicolò Lugar castellano di Vipacco, Giorgio Cernomel capitano
di Trieste con 1.000 mercenari tedeschi guidati da Andrea di Dietrichstein ed i fuoriusciti triestini entrano a Trieste (25 XII 1467) ma
ne sono nuovamente cacciati.
Tomaso Ellacher capitano di Duino con i fuoriusciti, 3.000 tedeschi ed alcune bombarde sconfigge i triestini sul
colle di Ponziana (14 VIII 1469), occupa la città ed istituisce un governo militare. Alcuni capi sono giustiziati, una trentina
sono esiliati ed i loro beni confiscati.
L’imperatore Federico III d’Asburgo visita Trieste, ordina la costruzione del castello di san Giusto (20 V 1470)
e l’anno seguente rende al comune i poteri (tranne la nomina a capitano).
Venezia invia 1.400 uomini a saccheggiare il territorio di Trieste (1472) e devasta nuovamente le saline di Zaule
(1473).
Il Carso, il Friuli e Trieste sono colpiti da un’invasione di cavallette (1475), ma più gravi si rivelano le Scorrerie
Turche:
Venezia istituisce delle colonie di Morlacchi (slavi balcanici in fuga dagli Osmani) a Buie (1449), Salvore (1463) e
Castelveneto (1476), iniziando l’opera di ripopolamento dell’Istria che prosegue nei secoli XVI e XVII.
Le prime bande osmane penetrano in Friuli mentre il grosso saccheggia la Carniola (1451).
COSTANTINOPOLI: I Turchi espugnano Costantinopoli (29 V 1453) ponendo fine al millenario impero
bizantino. La città diviene la loro nuova capitale (Istambul).
CARNIOLA: Ha fine la dinastia dei conti di Celje (1456) i cui domini passano agli Asburgo.
ISTRIA: La penisola è colpita da scorrerie turche (1471).
FRIULI: Per difendersi dai turchi, Venezia inizia la costruzione della fortezza di Emopoli (1471), odierna
Gradisca, ultimata nel 1481 con il contributo di Leonardo da Vinci. La fortezza è edificata nel territorio di Leonardo conte di
Gorizia (1454-1500), che protesta inutilmente, rinnova i trattati di reciproca successione con gli Asburgo (1474) e si ritira a
Lienz.
TRIESTE: I turchi incendiano Prosecco, Duino, Monfalcone, Sesana (6 IX 1471) che diviene loro base e resiste
all’attacco di 350 Triestini (8 IX).
FRIULI: 8.000 turchi penetrano in Friuli giungendo fino sotto Udine (21-24 IX 1472) mentre 3.000 cavalieri
veneziani rimangono al sicuro a Cervignano. Venezia costruisce una linea fortificata tra Gorizia e Fogliano ed una trincea fino a
Gradisca.
TRIESTE: Iskander bey saccheggia il Carso (1476) affrontato presso Moccò da 200 uomini d’arme di
Trieste. La città è colpita dalla peste (1477 e 1479).
FRIULI: Iskander bey con 10.000 akynky (scorridori) sbaraglia 3.000 cavalieri veneziani guidati da
Antonio di Verona presso il ponte di Lucinico (31 X 1477), percorre il Friuli fino sotto Udine, Cividale e giunge sotto Treviso. I
villaggi sono saccheggiati e dati alle fiamme, gli uomini ed i vecchi sono uccisi, le donne ed i bambini trascinati in schiavitù.
I fuochi degli incendi si vedono dai campanili di Venezia. I Turchi ripassano l’Isonzo con 1.400 prigionieri (12 XI 1477).
Venezia invia Carlo da Montone e Deifobo dell’Anguillara con 6.000 cavalieri, 3.000 fanti, organizza localmente 2.000
“descritti” (provvisionati di San Marco), riordina le cernite, riceve 600 fanti da Milano e 300 da Ferrara.
I turchi sono fermati sull’Isonzo (VII 1478) e le parti firmano una pace (1479).
PUGLIA: Gli osmani, in pace sul fronte settentrionale e con Venezia, sbarcano in Puglia, assediano ed occupano
Otranto (28 VI – 11 VIII 1480) dove sono assediati da una lega tra i principati italiani (2 V – 10 IX 1481). Si arrendono dopo la
morte del sultano Maometto II a Istambul.
CARINZIA E CARNIOLA: I Turchi devastano Carniola (1478 e 1482) fin sotto Lubiana, la Carinzia fin sotto
Villacco.
FRIULI: Grazie alla tregua sono installate le prime stamperie, a Cividale (1480) ed a Udine (1484), ma l’intervento
Osmano contro Venezia è sollecitato da papa Sisto V nella guerra di Ferrara (1483-84).
Milano e Firenze, minacciati dall’espansione di Venezia alleata alla Francia, finanziano gli osmani affinché
riaprano le ostilità. I turchi saccheggiano il territorio di Zara (VI 1499) e tornano in forze in Friuli (28 IX). Il presidio della
regione ammonta a 3.000 uomini della guarnigione di Gradisca, 1.300 cavalieri e 15.000 cernite friulane guidate dal
provveditore Andrea Zancani che non esce da Gradisca. Altri 600 cavalieri e 1.000 fanti giungono tardi dal Cremonese con alcune
migliaia di cernite venete e si chiudono a Sacile.
Circa 10.000 turchi saccheggiano le campagne fino al Tagliamento ed al Livenza, distruggono 132 villaggi, causano 10.000 tra caduti e
prigionieri e ripassano l’Isonzo (5 X). Andrea Zancani è processato e condannato a quattro anni di confino.
Secondo una stima il totale tra caduti e ridotti in schiavitù nelle scorrerie Turche in Friuli si aggira sui 25.000.
TRIESTE e GORIZIA:
Il cavaliere-brigante Erasmo Lueger con 2.000 ungheresi tenta un colpo di mano contro Trieste (1481) in risposta del quale Garparo Rauber barone del Cragno con truppe
triestine e la “Gran Bombarda” pone l’assedio al castello di Lueger (Predjama) e lo dirocca,
causando la morte di Erasmo.
L’Imperatore Federico III d’Asburgo ordina a Baldassarre Durer capitano di
Trieste di cacciare dalle alture del territorio i Morlacchi ed i Croati, responsabili del
disboscamento (13 III 1490).
Leonardo conte di Gorizia muore a Lienz senza eredi (1500). La contea di Gorizia ed i feudi friulani passano agli Asburgo. Venezia protesta ma è impegnata contro i turchi.
A Trieste di imbarcano 3.000 mercenari tedeschi diretti a Manfredonia (1503), nel corso della guerra per il regno di Napoli tra Spagna e Francia. La città fornisce alcune navi.
Massimiliano I d'Asburgo rivendica il Patriarcato ed il Cadore, e poiché Venezia gli rifiuta
il passaggio per andare a Roma a farsi incoronare, assume il titolo di Imperatore “Eletto” (Trento,
I 1508) ed invade i territori veneziani dal Goriziano e dal Tirolo (3 II). Inizia la
Guerra tra Massimiliano I e Venezia (1507-1508):
Il marchese di Brandeburgo minaccia Rovereto mentre Massimiliano, con 5-6-7.000 uomini (elevati a 25.000 in altre fonti), saccheggia la Val Sugana, torna indietro ed invade il Cadore.
Venezia invia la flotta contro Trieste ed ottiene l'appoggio di Luigi XII di Valois-Orleans re di Francia, che le presta il maresciallo Gian Giacomo Trivulzio ed impedisce a Massimiliano I di arruolare mercenari svizzeri.
I Veneziani guidati da Bartolomeo d'Alviano sconfiggono gli imperiali guidati da Paolo Sistraus von Trartson a Rio Secco (2 III 1508), in Cadore, ed il giorno seguente ottengono la resa del castello di Pieve.
Erich I duca di Brunswick effettua una scorreria in val Comelico ma fugge al suono del corno di un pastore, creduto il segnale di truppe veneziane.
Bartolomeo d’Alviano effettua un'offensiva in Friuli, impiegando anche il nuovo cannone “basilisco” con palle in ferro, occupa Pordenone, Cormons, Gorizia, Duino, Vipacco, Pisino, Fiume, Postumia ed altre 40 piazze minori. La squadra di galee del provveditore Contarini ottiene la resa di Trieste (6 V).
Luigi XII media l’armistizio di Maria di Grazia (6 VI 1508). I Veneziani tengono le piazze occupate.
Massimiliano I d’Asburgo firma con Luigi XII di Valois-Orleans re di Francia la Lega di Cambrai (10
XII 1508), alla quale aderiscono papa Giulio II, Giuliano della Rovere (22 III 1509), Ferdinando I
“Il Cattolico” re d’Aragona, di Sicilia e di Napoli (per recuperare i porti pugliesi), Carlo II
duca di Savoia (che rivendica Cipro), Giovanni Francesco II Gonzaga marchese di Mantova ed Alfonso
I d’Este duca di Ferrara. Firenze rimane ufficialmente neutrale ma fornisce aiuti finanziari alla
Francia che in cambio abbandona Pisa (13 III 1509). Scoppia la Guerra della Lega di Cambrai
(1508-1516):
Venezia riceve la dichiarazione di guerra da parte della Francia (17 IV 1509),
l’interdetto papale ed adotta il grido “Italia! Libertà!”, sguarnisce l'Istria ed il Friuli per
concentrare le truppe sull'Adda, ma è sconfitta ad Agnadello (14 V 1509) dove è
catturato Bartolomeo d’Alviano.
Erich I duca di Brunswick invade il Friuli mentre il conte di Frangipani invade l'Istria. Gli Imperiali rioccupano Trieste, Gorizia, Pisino e Fiume.
Venezia assedia invano Trieste (1510-1511). Gli imperiali occupano Gradisca e respingono i tentativi veneziani di riconquistarla.
L'Istria edil goriziano sono colpiti dalla peste, da una carestia e da un'incursione dei turchi (1511).
Papa Giulio II abbandona la Lega di Cambrai (III 1511) e si allea a Venezia ma è sconfitto dai francesi a Casalecchio (21 V 1511).
Gli imperiali distruggono il castello di Raspo (1511), in Istria.
Massimiliano I d'Asburgo conquista il castello di Botestagno ai veneziani e quello di Pieve, ottenendo il controllo di Cortina d'Ampezzo, alla quale concede alcuni privilegi (1 VIII 1511). Cortina diviene un'enclave imperiale.
Papa Giulio II forma contro la Francia la “Lega Santa” (5 X 1511), alla quale aderiscono Ferdinando I “Il Cattolico” re d’Aragona, di Napoli e di Sicilia ed Enrico VIII Tudor re d’Inghilterra (20 XII 1511). Gaston V di Foix duca di Nemours sconfigge la Lega Santa a Ravenna (11 IV 1512) ma rimane tra i caduti.
Papa Giulio II cambia nuovamente campo e si allea a Massimiliano I contro Venezia (25 XI 1512). Venezia si allea alla Francia (14 III 1513), che libera Bartolomeo d’Alviano.
Gli ispano-pontifici guidati da Ramòn Foch de Cardona saccheggiano i territori veneziani fino a Mestre e sconfiggono i veneziani guidati da Bartolomeo d’Alviano a La Motta (7 X 1513).
Luigi XII di Valois-Orleans re di Francia conclude una serie di paci separate, sconfigge gli svizzeri a Marignano (13 IX 1515) ed ottiene il ducato di Milano.
Gli imperiali occupano Udine e Cividale (1514). I Veneziani rioccupanto tutto il Friuli eccetto Gradisca.
Con la Tregua di Bruxelles (3 XII 1516) Massimiliano I restituisce a Venezia i territori occupati, mantenendo Rovereto, Riva, Ampezzo, i quattro Vicarati e parte del Friuli.
Dopo la morte di Massimiliano I (1519), suo nipote l'Imperatore Carlo V d'Asburgo re di Spagna firma con Venezia il trattato di Worms, rende alcune terre in Istria (Sovignacco, Piemonte, Castagna, Visinada, Momiano, San Vincenti, Castelnovo all'Arsia e Draguch), mantiene Aquileia, Gradisca, Plezzo/Flitsch, Tolmino, i castelli di Castelnuovo, San Servolo e Moccò (che non sono restituiti a Trieste).
I turchi osmani falliscono il primo Assedio di Vienna (1520).
L'Imperatore Carlo V d'Asburgo cede i "Confini Italiani", con Trieste, al fratello Ferdinando I d'Asburgo arciduca d'Austria (trattato di Worms, 1522). Il Lodo di Trento (1535) definisce ulteriormente la questione dei confini tra Austria e Venezia, ma rimanda la questione per alcuni terreni ("differenze").
Un piccolo contingente di cavalleria triestino guidato da Giusto Coppa combatte a Vienna contro i Turchi (1531). Altri contingenti di cavalleria combattono i turchi negli anni seguenti (1558-1559, 1566)
I triestini distruggono il mercato non autorizzato di Duino (1541).
I veneziani occupano di sorpresa il porto austriaco di Marano (1543). Trieste fornisce una fusta e 2 brigantini guidati dallo spagnolo don Giovanni Godinez per l'assedio di Marano, difesa dai veneziani. Poco dopo su rischiesta di Venezia la piccola flotta è disarmata.
I triestini distruggono il mercato non autorizzato di Corniale (1563) ed incendiano il paese. L'Imperatore media la pace ed impone a Trieste il pagamento delle spese.
Scoppia la Guerra di Cipro (1570-1573):
Incendio dell'Arsenale di Venezia (13 IX 1569), sono distrutte 4 galee e molto materiale. I turchi osmani intensificano i preparativi militari per occupare Cipro. Venezia emette un'ordinanza (31 III 1570) ed ottiene 380 soldati per le galee dalle cittadine dell'Istria (Isola, Pirano, Umago, Cittanova, Parenzo, Rovigno, Montona, San Lorenzo, Albona, Fianona, Raspo, Grisignana, San Dignano e Valle).
Venezia raduna 155 galee, 12 galeazze, 3 galeoni e numerose navi appoggio a Zara (primavera 1570), ma dopo due mesi gli equipaggi sono decimati dalla peste.
Le scorrerie dei pirati uscocchi facendo base a Segna, infestano le acque del Quarnero e tra l'Istria e la Narenta (1570).
Gli osmani sbarcano a Cipro (1 VII 1570), assediano e prendono Nicosia (9 IX).
La flotta veneziana guidata da Sebastiano Venier raggiunge quella della Lega Santa a Messina (23 VII 1571). Una squadra osmana entra in Adriatico, occupa Spalato, Dulcigno, Budua, Antivari, saccheggia Lesina e torna a Valona.
Gli osmani assediano e costringono alla resa Famagosta (4 VIII 1571) ottenendo il controllo di Cipro.
La flotta della Lega Santa sconfigge quella dei turchi osmani alla Battaglia di Lepanto (7 X 1571). La flotta veneziana comprende le galee "Liona con Mazza" di Capodistria, guidata dal capitano Domenico del Tacco, con 100 uomini (e 2 rematori di Muggia), "San Nicolò" di Cherso, "Crito Resuscitato" di Veglia e "San Giovanni" di Arbe. Durante il ritorno la "Liona con Mazza" cattura una galea turca, ma il patrizio capodistriano Domenico del Tacco muore per le fatiche della campagna. La bandiera della "Liona con Mazza" è tuttora conservata al museo regionale di Capodistria. Il fanale di una galea turca catturato a Lepanto dalla "Liona con Mazza" è conservato nalla sala di Casa Caprin ai Cicici Musei di Storia ed Arte dei Trieste. Altri trofei sono andati dispersi.
Capodistria fa erigere la Colonna di Santa Giustina (7 X 1572), con la statua di Pallade, per commemorare la vittoria di Lepanto, oggi in piazza Carpaccio.
Si aggrave la questione degli Uscocchi:
Andrea Rapiccio vescovo di Trieste media le dispute tra le fazioni triestine filo-asburgica e filo-veneziana ma muore dopo un banchetto rappacificatore (21 XII 1573).
I veneziani distruggono le saline triestine (1578).
I veneziani erigono la città-fortezza di Palma (Palmanova, 1593).
I pirati uscocchi saccheggiano i porti veneziani di Rovigno (1597) e Veglia. I veneziani bloccano Fiume, Buccari e Trieste.
Una squadra veneziana guidata dal provveditore Bembo blocca il canale della Morlacca. Gli uscocchi attraversano la Carsia e saccheggiano l'Istria Veneta, innalzano la bandiera austriaca su Fianona, sono respinti da Albona e Monfalcone (1599).
Una squadra veneziana bombarda Fiume e saccheggia Lovrana.
Venezia invia a Segna 1.500 uomini guidati dal comissario Rabatta, che è catturato e giustiziato dagli uscocchi (1601).
Una squadra veneziana guidata dal generale de mar Contarini blocca Fiume, Bucari e Segna.
Venezia è impegnata contro Papa Pio V nella Guerra dell’Interdetto (1605-1607), detta anche Guerra delle Penne, subisce la guerra di corsa da parte dei barbareschi, dei Cavalieri di Malta, dei Cavalieri di Santo Stefano (Toscana), degli inglesi e degli olandesi. Gli uscocchi saccheggiano Pola (1607), Rovigno e Veglia.
I veneziani incendiano Lovrana (1612).
Gli uscocchi catturano e giustiziano il patrizio veneziano Cristoforo Venier presso l'isola di Lesina (V 1613).
Gli uscocchi saccheggiano Fianona, Ossero ed il carso di Pinguente (1614).
I veneziani saccheggiano Lovrana, Moschinizze, Abbazia, Volosca (1614) e bloccano Trieste (1614), il cui presidio è rafforzato dal capitano Sebastiano Zuech (II 1615).
Tra Austria a Venezia scoppia la Guerra di Gradisca (1615-1617), chiamata anche Guerra degli Uscocchi:
I veneziani guidati da Giustiniani occupano Cormons, Aquileia e giungono all'Isonzo.
Il castello di San Servolo è saccheggiato da due insegne di fanti veneziani che nel ritorno sono intercettate presso il rio Ospo da 240 archibugieri tedeschi subendo una decina tra caduti e feriti. Il provveditore Benedetto da Lezze con 1.000 cavalieri e fanti veneziani occupa il castello di San Servolo.
Il colonnello Wolfang Frangipani conte di Tersatto saccheggia il territorio di Monfalcone. Il presidio veneziano si limita a sparare alcuni colpi di cannone dalla rocca (autunno 1615).
Sul carso triestino, tra Corniale e Piedimonte, si radunano 1.200 fanti croati, 500 uscocchi e 500 cavalieri, fronteggiati da 3.000 veneziani guidati dal provveditore Benedetto da Lezze. Le parti si scambiano reciproche scorrerie (X 1615).
I veneziani guidati dal provveditore Benedetto da Lezze devastano le saline di Zaule (24 XI 1615), ma è sconfitto da Daniel Francol, il conte di Tersatto ed il capitano Sebastiano Zuech, lasciando 4-6.000 tra caduti ed annegati.
Il provveditore di Palma mobilita le milizie del Savorgnan e quelle friulane, dispone di 3.000 uomini con i quali si attesta sull'Isonzo (20 XII 1615) ed inizia le scorrerie attorno la fortezza di Gradisca.
Il maestro di campo Pompeo Giustiniani esce da Mariano e da Cormons con fanti e cavalieri veneti e sorprende a Lucinico gli arciducali, che fuggono abbandonando le tavole imbandite. Giustiniani fa erigere fortificazioni sul monte Medea, a Lucinico e Sagrado, fissando il quartier generale a Cormons. Gli arciducali guidati da Adamo Trautmansdorf occupano le alture di fronte, rafforzano la guarnigione di Gradisca, guidata da Rizzardo conte di Strassoldo, e tengono la riserva a Gorizia. Gradisca è rinforzata con compagnie di archibugieri carinziani (20 I 1616).
Giorgio Vivo con alcune bande di uscocchi si infiltra tra le difese veneziane e saccheggia il monfalconese (25-30 I 1616), sfuggendo ai cavalieri veneti.
I veneziani fortificano Mariano da dove saccheggiano i sobborghi di Gradisca (30 I 1616). Il capitano Daniele Francol con 30 cavalieri e la compagnia di Karlstadt effettua una sortita ma è attaccato da tre direzioni dalla cavalleria veneziana guidata da Pompeo Giustiniani, dal capitano udinese Daniele Antonini e da Tristano Savorgnan che avvolgono i tedeschi e li sbaragliano senza fare prigionieri. Francol è tra i caduti. Trautmansdorf rafforza Gradisca con un corpo di veterani valloni e presidia Caporetto.
I Veneziani assediano Gradisca (24 II - 29 III 1616), ma i loro assalti sono respinti e fallisce un lavoro di mina.
Gli asburgici guidati da Trautmansdorf occupano Lucenico (2 V 1616) e respingono il contrattacco veneziano.
I veneziani saccheggiano i territori di Caporetto e Tolmino (VII 1616). Gli asburgici con un colpo di mano occupano Pontebba (4 VIII). I veneziani ripreandono Pontebba, Malborghetto (13 VIII) e saccheggiano il Tarvisiano, poi ripiegano su Pontebba. Gli stradioti da Cividale effettuano una scorreria nella valle dell'Isonzo fino a Tolmino (20 VIII). Gli asburgici abbandonano Lucenico e ripiegano sulla riva sinistra dell'Isonzo.
I veneziani investono nuovamente Gradisca (II 1617).
Un reggimento di cavalleria scelta ed uno di fanti spagnoli guidati da Baltasar Marradas effettuano un'offensiva in Istria, liberano Gallignana (14 V), occupano Fianona (20 V) con tutto il naviglio presente nel porto, saccheggiano il territorio di Albona e tornano sull'Isonzo.
I veneziani sono raggiunti da 4.000 mercenari olandesi guidati dal conte Giovanni Ernesto di Nassau, da alcuni volontari inglesi, dispongono di 20.000 uomini ed effettuano un'offensiva (2 VI 1617), occupano San Martino del Carso, il forte delle Donne sul monte San Michele (3 VI), Forte Imperiale (5 VI) ed investono il Parco di Rubbia, quartier generale asburgico. Trautmansdorf è ucciso da un colpo d'artiglieria (7 VI). Gli succede lo spagnolo Baltasar Marradas, che fa catturare ai veneziani falsa corrispondenza facendo loro credere che Gradisca sia ben difesa. Gli assalti veneziani al Parco di Rubbia sono respinti (9, 12 e 20 VI). Il tentativo di aggiramento per Merna è fermato dal capitano Melgruber al passaggio del Vipacco (22 VI). La guerra si riduce a scorrerie attorno Gradisca.
I veneziani riconquistano Albona e Fianona.
Sono aperte trattative di pace a Parigi (IX 1617), mediate dalla Francia e dal papa, ed è raggiunta una tregua (28 XI), ratificata a Madrid (1 II 1618) e pubblicata (24 VI) determinando lo status quo ante.L'Austria si impegna ad allontanare gli uscocchi dalla costa e Venezia a rendere le piazze occupate.
L'Imperatore Ferdinando III d'Asburgo vende al principe di Eggenberg la contea di Gradisca (1647,
alla sua estinzione, nel 1717, ritorna all'Austria).
Venezia, dopo la perdita di Candia (1669) si allea all'Austria (1683), contro i turchi osmani,
ponendo fine alla secolare rivalità tra le due potenze.
Principali Cariche del governo Veneziano in Friuli | |
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Luogotenente |
Nominato dal Gran Consiglio, rimane in carica 16 mesi. Risiede normalmente ad Udine e nomina gli altri funzionari. |
2 Marescialli |
Nominati dal Luogotenente normalmente tra i patrizi veneziani, garantiscono la pubblica sicurezza. |
2 Tesorieri |
Nominati dal Luogotenente normalmente tra i patrizi veneziani, si occupano delle finanze. |
2 Giudici |
Nominati dal Luogotenente, uno si occupa della giustizia civile, l’altro di quella penale, affiancati da un tribunale. |
Parlamento o Colloquio Generale |
Al parlamento rimangono questioni finanziarie, militari, amministrative, legislative ed il controllo dei funzionari. |
Municipi |
Venezia nomina il podestà, gastaldo o capitano, aumenta le attribuzioni del Consiglio Maggiore e diminuisce quelle
dell’Arengo fino a farle diventare praticamente nulle. |
Principali Cariche del governo Veneziano in Istria | |
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Podestà |
Detiene i poteri civili e militari. È nominato da Venezia alla quale giura fedeltà,
e ne segue le disposizioni. |
Città |
Centri abitati con sede vescovile, indipendentemente dall'effettivo numero di abitanti: Capodistria,
Cittanova, Parenzo e Pola (Pedena non appartiene a Venezia). |
Capitania del Pasenatico e Paisenatico | Governa la parte veneziana dell'Istria chiamata "Paese", escluse le città e le podeserie. La sede è a San Lorenzo (dal 1304), in seguito è suddivisa lungo il fiume Quieto, San Lorenzo a sud e Grisignana a nord (dal 1358, "Pasenatico Superiore"). La sede del Pasenatico Superiore è poi spostata a Pinguente (1511). |
Capitano di Raspo | Principale carica militare per entrambe le capitanie, con sede a Raspo, poi a Pinguente. |
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