Indice


Cenni Storici sul
FRIULI-VENEZIA GIULIA

Regolamenti
E-Mail Bibliografia
Ultime Modifiche Link


I Regni Barbarici (489-776)


La Dominazione Ostrogota (489-553).
Tedorico re degli Ostrogoti (e magister militum dell’imperatore Zenone) invade l’Italia e sconfigge sul fiume Isonzo, presso la Mainizza (28 VIII 489), poi presso Verona (30 IX) ed infine sull’Adda (490), l’esercito barbarico di Odoacre (che ha deposto Romolo Augustolo nel 476). Il vincitore fonda il regno ostrogoto d’Italia, con capitale Ravenna, che comprende il Friuli, la Rezia, il Norico, la Pannonia e l’Illirico, mentre l’Istria rimane ai Bizantini.
Marcellino vescovo d’Aquileia (499-517) restaura il palazzo vescovile distrutto da Attila ma è costretto dalle persecuzioni dei Goti ariani a vivere esule 12 anni a Capraia (ora Capodistria), come pure il successore Stefano (517-528). La città è unita alla vicina Aegida (527) e fortificata dall’imperatore d’oriente Giustino II, che la rinomina Justinopolis. L’anno successivo i Goti saccheggiano parte dell’Istria e della Dalmazia.


La Dominazione Bizantina (553-752).
Il Basileus Giustiniano "Il Grande" estende il diritto bizantino all'Italia (14 VIII 554), che è divisa in provincie sottoposte alla prefettura di Ravenna. La tassazione è inasprita per recuperare il costo delle guerre gotiche, i vescovi di Parenzo, Pola, Pedena, Aemonia (Cittanova), Giustinopoli (Capodistria) e Trieste sono investiti di funzioni pubbliche. Aemonia/Neapolis diviene sede del fisco e della flotta di Ravenna (Porto Quieto). Eufrasio vescovo di Parenzo (524-556) edifica la sontuosa basilica Eufrasiana. In Istria sono fondate le prime comunità di monaci Basiliani o Calogeri.
Franchi ed Alemanni dal Piemonte percorrono e saccheggiano la penisola fino a Reggio Calabria, nel ritorno i Franchi di Bucellino incendiano Capodistria (554).
Aquileia risente dei contrasti politico-religiosi tra oriente ed occidente che provocano lo "Scisma dei Tre Capitoli" (556), causato dall’espulsione di tre esponenti nestoriani della scuola teologica di Antiochia. Macedonio vescovo d’Aquileia (539-557), appoggiato dai vescovi suffraganei e da numerosi vescovi lombardi, rifiuta l’obbedienza al papa ed assume il titolo di "Patriarca".



Principali Cariche del governo Bizantino

Magister Militum

In greco "Esarca". Comandante militare della regione, ne risiede uno a Pola per la Dalmazia ed uno a Ravenna per l'Italia.

Tribuni

Cariche elettive. Comandano un numerus (truppe fornite dai proprietari terrieri), amministrano la giustizia e riscuotono le imposte.

Iudices

Cariche elettive. Affiancano i tribuni e si distinguono in vicari e loco servatores.
I Iudices istriani si riuniscono nell’assemblea provinciale a Pola.

Congressus

Consigli municipali che eleggono i rispettivi iudices.

Patrimonio di S. Apollinare

Risale all'epoca della dominazione bizantina. Territorio del vescovo di Ravenna nella Polesana (fino al 1187).



La Dominazione Longobarda (569-776).
Alboin re dei Longobardi invade l’Italia bizantina attraverso il Friuli (III 568).
Trieste è saccheggiata (568) ma rimane con le coste e l’Istria ai Bizantini, che istituiscono un Numerus Tergestinum (guarnigione) ed un magister militum ad Aemona (Cittanova).
Paolino I patriarca di Aquileia (557-569) fugge davanti l’invasione longobarda e ripara a Grado con il tesoro e le reliquie (568), trasferimento ufficializzato da un decreto pontificio (580). La sede non torna più ad Aquileia.
Alboino, primo re dei Longobardi in Italia (568-571), istituisce il ducato del Friuli e lo assegna al nipote Gislufo I. Nel ducato si susseguono 21 duchi ma i nomi e la durata del governo non sono determinati con sicurezza.

Gislufo I (569-581).
I Longobardi introducono in regione il feudalesimo. La capitale del ducato è posta a Forum Iulii che dà quindi il nome alla regione ma in seguito è detta Civitas Austriae (città del paese orientale, poi Cividale). Il territorio è controllato da 7 castellanie, numerose arimannie (guarnigioni) e curtes (latifondi).

Grasulfo (581-590).
I Longobardi si alleano agli Slavi (giunti in Striria e Carniola verso il 580) ed agli Avari (il cui centro dei domini è in Pannonia) e devastano l’Istria bizantina (587).
Smaragdo esarca di Ravenna, alleato con il papa Pelagio II, imprigiona nella carceri di Ravenna il patriarca Severo (587-606) ed i vescovi scismatici Giovanni di Pirano, Severo di Trieste e Vindemio di Ceneda (587). Per ritorsione, Flavio Autari re dei Longobarda invia Evino duca di Trento a depredare l’Istria che si salva solo grazie al pagamento di un riscatto. I prigionieri abiurano e tornano liberi (588) ma l’anno seguente in un nuovo concilio tornano allo scisma (589).
Una grossa alluvione (589) danneggia la zona costiera iniziandone l’impaludamento, inoltre i Longobardi trascurano deliberatamente di ripristinare le opere idrauliche a scapito dei Bizantini. Smaragdo esarca di Ravenna accoglie il patriarca Severo (587-606), costretto all’esilio dai Longobardi che hanno saccheggiato Aquileia (590), Severo vescovo-conte di Trieste, che ha abiurato lo scisma (601), ed il successore Firmino (602).

Gislufo II (590-610).
Gli Slavi fondano la marca di Carantania in Carinzia (590), devastano la Carniola e l’Istria (599), sono cacciati dall’esarca di Ravenna e saccheggiano nuovamente l’Istria assieme a Longobardi ed Avari (602 e 604).
Dopo la morte del patriarca Severo (605) ha luogo la Scissione del Patriarcato: le diocesi favorevoli al duca Gislufo II (divenuto cristiano) eleggono Giovanni Abate (607), che risiede ad Aquileia, mentre quelle per l’esarca bizantino eleggono Candiano (606-612) che risiede a Grado. Successivamente il vescovo di Pola, eletto patriarca dal partito filo-bizantino, fugge con i tesori delle chiese da Grado ad Aquileia (la cui sede è vacante), poi nella più sicura Cormons (le lotte tra Aquileia e Grado terminano nel 1180).
La regione è colpita da una grossa incursione degli Avari (610), che sconfiggono ed uccidono in battaglia il duca Gislufo II a Flovius (Castra Fulvio Frigido) ed entrano nella stessa capitale, la cui caduta è imputata al tradimento di Romilda, vedova di Gislufo. Cividale è saccheggiata ed incendiata, gli uomini sono trucidati, le donne ed i bambini sono ridotti in schiavitù. Numerosi Longobardi trovano rifugio nella rocca di Artegna e ad Osoppo, inutilmente assediata dagli Avari, e nei castra di Reunia (odierna Ragogna), Cormons, Nimis, Gemona e Ibligine. Il Castra Fulvio Frigido va in rovina e dagli Slavi riceve il nome di Ajdovska, (odierna Aidussina), cioè “Rovine degli Ajd”, giganti pagani della mitologia slava.

Tasone e Caccone (610-625).
Figli del precedente, combattono gli slavi nella valle della Gail.
Un documento attesta per la prima volta (611) l’esistenza dell’arimannia di Gemona.
Gli Avari saccheggiano l’Istria (611) e la Dalmazia dove distruggono definitivamente Salona (615), i cui profughi fondano Spalato.
Giovanni Abate patriarca d’Aquileia sposta la sede patriarcale nel castello di Cormons (617), in seguito assale a Grado Fortunato patriarca ariano di Grado, si riprende i tesori della diocesi (622) ed è deposto da papa Onorio I.
I due fratelli sono uccisi a tradimento dal patrizio bizantino Gregorio ad Oderzo (625).

Grasulfo II (625-653).
Fratello di Gislufo II, usurpa il ducato ai nipoti Grimoald e Radoaldo fratelli dei due precedenti, che fuggono presso Arichis duca di Benevento. Gli slavi sbarcano presso Siponto ed uccidono in combattimento Aione, figlio di Arichis, ma sono sconfitti da Grimoald e Radoaldo. Rodoaldo ottiene il ducato di Benevento fino alla morte (647). Grimoald gli succede e sconfigge i bizantini che minacciano il santuario di San Michele del Gargano.
I Croati (convertiti al cristianesimo) per l’Imperatore Eraclio cacciano gli Avari dalla Dalmazia (verso il 630).

Agone (653-662).
Il triestino Giovanni patriarca di Aquileia è ucciso da alcuni scismatici (660).

Lupo (662-663).
Grimoald duca di Benevento (spodestato dal Friuli), è eletto re dei Longobardi (662-671) e lascia il ducato di Benevento al figlio Romualdo.
Lupo duca del Friuli saccheggia Grado e riporta i tesori e le reliquie ad Aquileia (663).
Gli Avari tornano chiamati da Grimoaldo re dei Longobardi per domare la rivolta del duca Lupo, lo sconfiggono e lo uccidono (663), saccheggiano la regione e sono cacciati solo dall’intervento di Grimolad (664).

Wettari e Landari (663-671).
Arnefido, figlio del duca Lupo, trova l’aiuto del ducato slavo di Carantania e cerca di riprendersi il ducato ma è sconfitto e ucciso a Nimis da Grimoald re dei Longobardi (666) che poi distrugge Oderzo.

Rodoaldo (671-695).
Rodoaldo o Rodoald, è spodestato da Ansfrido signore di Ragogna e fugge in Istria (695), raggiunge via mare Ravenna e via terra la corte di Cunicpert re dei Longobardia Pavia.
Gli è attibuita la costruzione di un ospizio per pellegreini (xenodochio) presso la Chiesa di San Giovanni in Cividale.

Ansfrido (695-698).
Ansfrido, Ansfrit o Hansfrit, signore di Ragogna, aprofitta dell'assenza di Rodolaldo per occupare Cividale e togliergli il Ducato. Nel 698 marcia contro Cunicpert re dei Longobardi, assedia Pavia, ma è catturato, portato a Verona, accecato ed esiliato.

Adone (698-700).
Adone o Ado, fratello di Rodoaldo, ottiene il ducato da Cunicpert re dei Longobardi. Muore a Cividale.

Ferdulfo (701-706).
Ferdulfo è originario della Liguria.
Alachi duca di Trento e Brescia si ribella (690) a Cunicpert re dei Longobardi (688-700), unisce al suo esercito le truppe del ducato del Friuli ma queste lo abbandonano prima della battaglia a Cornate d’Adda (693), dove è sconfitto e ucciso.
Al sinodo di Pavia, convocato da Cunicpert re dei Longobardi, il patriarca Pietro abiura ponendo fine allo "Scisma dei Tre Capitoli" (695) e riconosce il patriarca di Grado.
Papa Sergio raduna ad Aquileia un concilio contro i Tre Capitoli (698).
Gli Slavi penetrano nelle valli alpine del Friuli (Vipacco, Piuca, Canale, Resia) scambiando con i Longobardi continue scorrerie ed incursioni, intervallate da qualche evento principale: Il duca Ferdulfo è ucciso con numerosi nobili longobardi dagli Slavi in un agguato presso l’Isonzo (706). Tra i superstiti c'è Munichis, i cui figli Piero e Urso in seguito diventano rispettivamente duca del Friuli e duca di Ceneda.

Corvuolo (706-710).
Corvuolo o Corvolo è accecato e deposto da Aripert II re dei Longobardi (701-712).

Pemmone (710-737).
Pemmone o Pemmo è nato a Cividale, con i figli dei noili caduti presso l'Isonza nel 706, sconfigge gli incursori slavi a Laurini/Laurana (718), e stipula con loro un accordo di pace. Guida poi una spedizione vittoriosa contro la Carantania (720).
Gli Slavi effettuano una grossa scorreria in Friuli (733). A causa delle incursioni slave, Callisto patriarca di Aquileia (730-756) sposta la sede da Cormons a Cividale, occupando il palazzo di Amatore vescovo di Iulium Carnicum (735); questi (giè esule dalla Carnia) chiama in proprio appoggio il duca Pemmone che imprigiona il patriarca nel castello di Potium (Duino) ma è destituito (735 o 737) da Liutprand re dei Longobardi (712-744) e fugge presso gli Slavi.
Callisto rimane a Cividale, che diviene la sede del patriarcato.

Ratchis (737-744).
Figlio del precedente, cresce alla corte regia.
Dedica al padre il celebre Altare di Ratchis a Cividale, considerato il più importante monumento dell'arte longobarda.
Partecipa con suo fratello Aistulf e con Liutprand re dei Longobardi, alla vittoriosa spedizione contro i Bizantini della Pentapoli alleati ai ribelli longobardi: il duca di Capua, Trasmondo II duca di Spoleto e Godescalco duca di Benevento (742). I ribelli ed i bizantini tendono un'imboscata agli avversari tra Fano e Fossombrone, ma i due fratelli salvano la situazione.
Gli Slavi Carantani della valle della Gail, probabilmente con l'aiuto dei Bavari, si sottraggono al tributo a Cividale.
Ospita il nobile longobardo Paolo di Varnefrido detto Paolo Diacono, arcidiacono d’Aquileia, poi monaco a Montecassino, ospite alla corte di Carlo "Magno" e morto dopo essere tornato a Montecassino (799). Autore della Historia Gentis Langobardorum, principale fonte storica per la conoscenza dei Longobardi.
Ratchis duca del Friuli è eletto re dei Longobardi (744) lasciando il ducato al fratello Aistulf. Tra i primi atti c’è la ratifica della tregua ventennale con il papa.

Aistulf (744-749).
Suo fratello Ratchis re dei Longobardi invade la Pentapoli ma è raggiunto a Perugia da papa Zaccaria che lo induce ad abdicare (749) ed a ritirarsi nell’abbazia di Monte Amiata (dove c’è già Carlomanno re d’Austrasia).
Aistulf è eletto re dei Longobardi (749-756).

Anselmo (744-749).

Pietro (749-756).
Aistulf re dei Longobardi invade l’Esarcato, prende Ravenna (751) occupa l’Istria (751) eretta a ducato, Trieste (752) e pone fine al dominio bizantino in regione e nell’Italia Settentrionale.
Per un breve periodo Capodistria è sede vescovile (755-756).
Aistulf re dei Longobardi è costretto a riconscere un tributo ai franchi, intervenuti in favore del papa, e poco dopo muore (XII 756), dando vita numerose leggende e romanzi. Sul trono è richiamato il fratello Ratchis come reggente fino all’elezione di Desiderio (756-774).

Rodgaut (-776).
Chiamato anche Rodgaudo, Rotgaudo o Rotgardo.
Un documento attesta per la prima volta (762) l’esistenza del monastero di Santa Maria in Sylvis (“in Selva”, presso Sesto al Reghena) che riceve poi feudi in Friuli, Istria e Veneto.
Carlo "Magno" re dei Franchi scende in Italia ed assedia Desiderio a Pavia (775). Rodgaut duca del Friuli combatte contro i Franchi a Pavia e Verona, poi ripiega con Gaido duca di Vicenza verso la Livenza e respinge un contingente franco distaccato dall'assedio di Pavia. Dopo la resa di Pavia, Carlo "Magno" assume la corona Longobarda (774), ottiene la sottomissione di Rodgaut, che ` confermato nel governo del ducato.
I Bizantini rioccupano l’Istria (774 o 775).
Rodgaut duca del Friuli organizza una rivolta con il suocero Stabilino duca di Treviso, Arichi duca longobardo di Benevento, il duca di Spoleto, il duca di Chiusi, il patriarca Sigwalt (Sigualdo, ultimo patriarca longobardo 756-786), l’arcivescovo di Ravenna, i bizantini ed i bavaresi, per rimettere Adelchi sul trono. La congiura è denunciata dal Papa Adriano I ai Franchi che a Maserada sconfiggono ed uccidono Rodgaut con numerosi nobili (c’è anche un contingente di Avari). Altri nobili longobardi sono giustiziati, esiliati o subiscono la confisca dei beni (776). L’evento segna la fine del ducato longobardo del Friuli.



Principali Cariche del governo Longobardo

Re

Il trono è elettivo. Su 25 sovrani, 16 sono deposti o assassinati.

Gasindi

Compagni d'armi del re, occupano importanti posizioni a corte.

Duca (Heritogo)

Nominato dal re. Detiene a vita il potere militare, amministrativo e giudiziario di uno dei 36 ducati. I duchi tendono a far divenire la carica ereditaria.

Gastaldius

Nominati dal re o dal duca per amministrare alcuni beni.

Sculdasci

Nominati dal re o dal duca. Affiancano un Gastaldo. Detengono il potere militare, amministrativo e giudiziario su una parte del ducato.

Scarioni

Affiancano uno sculdascio.

Municipi

Le città mantengono la precedente burocrazia bizantina (ed anche la cerchia di mura).




  1. Introduzione.
  2. La Dominazione Romana - Periodo Repubblicano.
  3. La Dominazione Romana - Periodo Imperiale.
  4. I Regni Barbarici - Ostrogoti, Bizantini, Longobardi.
  5. La Dominazione Franca e l'Avvento dell'Impero.
  6. Il Patriarcato d'Aquileia - Patriarchi "Ghibellini".
  7. Il Patriarcato d'Aquileia - Patriarchi "Guelfi".
  8. La Rivalità tra Austria e Venezia.

  9. Dinastie e Genealogie.
  10. Campagne D.B.A. nella regione Friuli-Venezia Giulia.


Indice Regolamenti Bibliografia Inizio Pagina