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LA GUERRA DI INDIPENDENZA MESSICANA

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Agustín de Iturbide (1821).

Guerra d'Indipendenza Messicana.

Il Trienio Liberal in Spagna (1821-1823).
Al congresso della Santa Alleanza ad Aquisgrana (1818), la Russia propone di aiutare la Spagna a recuperare le sue colonie ma la proposta è respinta da Inghilterra, Austria e Prussia. Ferdinando VII prepara un corpo di spedizione per l’America affidato a Felix María Calleja del Rey, frattanto nominato conte di Calderón (1818), ma il colonnello Rafael del Riego si ribella (1 I 1820) ed obbliga il re ad accettare la costituzione (8 III 1820). Callejo è imprigionato.
Al Congresso di Verona la Santa Alleanza incarica la Francia di ripristinare il governo assolutista di Ferdinando VII. Louis Antoine di Borbone duca di Angulême invade la Spagna con 60.000 uomini, chiamati “Cien Mil Hijos de San Luis” (IV 1823), ai quali si uniscono 30.000 volontari spagnoli, prende Madrid (23 V) e costringe alla resa gli ultimi liberali nella fortezza di Troncadero (31 VIII 1823), dove si distingue il principe Carlo Amedeo di Savoia. Il periodo è chiamato Trienio Liberal o Tres Llamados Años.
Callejo torna libero e muore cinque anni dopo a Valenza (1828).

Pacificar en Breve Tiempo Todo el Reino.
La notizia che il re ha accettato la costituzione giunge in Nueva España, il viceré Juan Ruiz de Apodaca la tiene nascosta ma trapela. La Junta del Plan de la Profesa (è una chiesa a Città del Messico), intende offrire a Ferdinando VII la corona Messicana senza costituzione.
I commercianti massoni di Veracruz insorgono a favore della costituzione e formano un battaglione di volontari chiamato “Fernando VII” (24 V). Il viceré è costretto a giurare la costituzione (31 V 1820).
L'indulto reale rimette in libertà tutti i ribelli (8 III, pubblicato il 25 VIII), tra i quali Nicolás Bravo, Ignacio López Rayón (15 XI 1820) e Sixto Berduzco, e permette il rientro agli esiliati (il marchese di Rayas, Carlos María de Bustamante, Fagoaga ed Adalid). Alcuni indultados chiedono di riottenere la precedente carica militare.
In Messico sono presenti 25.000 soldati di cavalleria, 8.448 giunti dalla Spagna (1812-1817), 10.620 veterani, 21.968 della milicias provinciales e 44.000 delle milizie urbane, per un totale di 85.036 uomini.
Al colonnello don Agustín de Iturbide, tornato in servizio ed appoggiato dalla Junta del Plan de la Profesa, il viceré affida il comando dell’Esercito del Sud e lo invia in Oaxaca contro Vincente Guerrero (XI 1820).
Iturbide, che si vanta della propria somiglianza a Napoleone e ne imita gli atteggiamenti, promette di “Pacificar en Breve Tiempo Todo el Reino” e lascia Città del Messico (16 XI) con 2.500 uomini, compresi i lancieri Fieles di Potosí, gli squadroni di Isabel, i battaglioni di Tres Villas e di Murcia, los infantes de la Corona, il Batallón del Sur, la milizia di Acapulco, i contingenti realisti di Tixtla e Chilapa. A Teloloapam è raggiunto dal suo vecchio reggimento di Caleya, un corpo della caballería de la frontera (già ai suoi ordini) e da volontari spagnoli (XII 1820).

L’Abrazo de Acatempan e l’Ejército Trigarante.
La sconfitta di un contingente realista da Vincente Guerrero nel Zapotepec (2 I 1821) e di un altro da parte di Asencio nel Tlatlaya (5 I) convincono Iturbide ad aprire trattative con i ribelli (10 I). Iturbide e Vincente Guerrero raggiungono l’accordo di Acatempan (10 II 1821) ai danni del governo. L’evento chiamato “Abrazo de Acatempan”.
Agustín de Iturbide cattura a Barrabas un ricchissimo convoglio d’argento e con il proclama del Plan de Iguala dichiara le Tres Garantías (24 II 1821): unione, indipendenza e religione cattolica. Le truppe sono riunite nell’esercito detto delle Tres Garantías o Trigarante (1 III 1821), che innalza la bandiera tricolore verde (indipendenza), bianca (religione cattolica) e rossa (unione). Il Messico deve diventare un impero costituzionale indipendente retto da Ferdinando VII.
Il viceré Juan Ruiz de Apodaca condanna il proclama del Plan de Iguala (3 III) e dichiara ribelle Itrubide (14 III) che è abbandonato da metà delle sue truppe ma è raggiunto da altre: i granatieri provinciali di Jalapa (13 III), Luis de Cortazar (18 III), Anastasio Bustamante (17 III), José Joaquín de Herrera con i “Fijo de Veracruz” ed il battaglione provinciale di Puebla (24 III), i capitani Vicente Filsola e Juan José Codallos (9 IV), il tenente colonnello Antonio López de Santa Anna con 500 uomini del suo battaglione di “Guajiros” (25 IV), il colonnello Francisco Ramírez y Sesma con 80 uomini, il reggimento Dragones de Puebla, il colonnello Miguel Barragán, il maggiore Juan Domínguez con i granatieri di Guadalajara, seguiti da altri corpi, ufficiali e governi provinciali, oltre ai ribelli di tutte le provincie, tra i quali Nicolás Bravo, Guadalupe Victoria, Ramón Rayón, Celestino Negrete, Carlos María Bustamante, María Manuela Molina “La Capitana”. Si uniscono ad Iturbide anche Adrien Woll e Jean Arago, giunti con Javer Mina.
Le truppe salgono a 6.000 uomini (metà aprile). La propaganda è curata con la stampa dei fogli “El Méxicano Independiente”, “Ejército Imperial de las Tres Garantías” e “Diario Político Militar Méxicano”.
Alcuni combattimenti avvengono contro i realisti guidati da Francisco Hevia attorno Córdoba (V 1821) e presso Querétaro, sul colle “El Cimatario”; questo è noto come combattimento de “Los 30 contra los 400”.

La Reazione Realista.
Il viceré Juan Ruiz de Apodaca forma l’Ejército del Sur al comando del maresciallo Pascual Linan, revoca la libertà di stampa (sopprimendo i giornali “El Juguetillo” ed “El Pensador Méxicano” appena fondati) e forma con gli spagnoli i “Cuerpos de Defensores de la Integridad de las Españas”.
Un colpo di stato depone il viceré don Juan Ruiz de Apodaca (5 VII 1821) ed lo sostituisce con il maresciallo Francisco Novella che fortifica al capitale e raduna 5.000 uomini.
Nicolás Bravo prende Pachuca, cattura numerosa artiglieria e blocca Puebla (1 VII) ottenendo la resa del brigadiere Ciriaco del Llano. Santa Anna con 2.000 uomini è respinto da Veracruz (7 VII) ma mantiene il blocco. Vincente Guerrero è incaricato di impedire le comunicazioni tra la capitale ed il porto di Acapulco, difeso da Armijo.

Il Trattato di Córdoba.
A Veracruz sbarca il nuovo viceré Juan O’Donojú (30 VII 1821) che apre trattative con Iturbide e ratifica le dichiarazione del Plan de Iguala con il trattato di Córdoba (23 o 24 VIII 1821).
Vicente Filisola rafforza la capitale con 4.000 realisti (24 IX), compresi alcuni battaglioni di neri della Tierra Caliente, ma secondo gli accordi Iturbide e l’esercito Trigarante, salito a 9.000 fanti e 7.000 cavalieri, entrano trionfalmente a Città del México (27 IX 1821). Il giorno successivo Intrube nomina il primo governo indipendente con l’atto “Consumación de la Independencia” (28 IX 1821). Iturbide dichiara “Ya sabéis el modo de ser libres; a vosotros toca señalar el de ser felices” ma l’indipendenza non pone fine alle lotte interne messicane.

Gli Ultimi Scontri.
In Spagna il trattato di Cordoba è dichiarato nullo mentre l'indipendenza Messicana è riconosciuta dagli Stati Uniti (1822) e dalla Gran Bretagna (1825).
L’esercito messicano toglie agli spagnoli Veracruz e sottomette le province di Yucatan e Chiapas, dichiaratesi indipendenti. Agli spagnoli resta solo l'isola di San Juan de Ulloa, presso Veracruz, dalla quale disturbano il traffico commerciale finchè l'isola è conquistata dal generale Santa Anna (1825).
Dalla Spagna giunge una spedizione che sbarca presso Tampico (1829) ed erige un fortino ma le truppe sono decimate dalla febbre gialla e sconfitte dal generale Santa Anna.


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