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Campagna del Danubio (1805)

Guerre Napoleoniche

Dal Consolato all’Impero.
La pace di Amiens (25 III 1802) permette a Napoleone di rafforzare il proprio potere.
Moreau è esiliato per cospirazione, Lafayette e Lecoubre sono messi a riposo sotto sorveglianza, Napoleone è nominato console a vita da un plebiscito a voto palese (2 VIII 1802). A questo periodo risalgono l’istituzione dell’Ordine della Légion d’Honneur (19 V 1802), organizzata su 16 coorti, per premiare chi si distingue al servizio della Francia (sé stesso, i suoi marescialli, fino ai militari semplici ed ai civili) e la pubblicazione del Codice Civile, al quale Napoleone aggiunge personalmente il capitolo V, dove è affermato che i soldati francesi sono giudicati dalle leggi francesi anche quando si trovano in paesi stranieri.
Napoleone incorpora il Piemonte alla Francia, riforma l’Istituto Nazionale che è diviso in 4 classi: Scienze, Letteratura, Storia, Belle Arti (esclude Scienze Morali e Politiche) e si fa nominare Mediatore della Confederazione Elvetica.
Dopo un duello a colpi di articoli sul Times e sul Moniteur, l’Inghilterra riapre le ostilità sui mari (22 V 1803), William Pitt torna al governo.
Bonaparte fa occupare l’Hannover, vende la Luisiana, ultima colonia francese in Nordamerica, agli Stati Uniti (1803), fa giustiziare Louis-Antoine-Henry de Bourbon-Condé duca d’Enghien (III 1804), assume con un altro plebiscito a voto palese il titolo di Imperatore dei Francesi (18 V 1804) facendosi incoronare a Notre-Dame da Pio VII (2 XII).
Ludwig van Beethoven compone la Terza Sinfonia (Eroica) in onore di Napoleone ma dopo la nomina ad imperatore cancella la dedica.
Napoleone visita l’Italia, effettua una parata sul campo di battaglia di Marengo indossando la stessa divisa del giorno della sua vittoria (benché consunta) e vi erige un monumento ai caduti, prende il titolo di re d’Italia (17 III 1805) offertogli dalla repubblica cisalpina ed è incoronato a Milano (26 V) con la Corona Ferrea e la celebre frase "Dio me l’ha data, guai a chi la tocca".
Napoleone nomina il figliastro Eugene de Beauharnais viceré d’Italia, incorpora la repubblica Ligure all’Impero Francese (4 VI) ed assegna Lucca e Piombino alla sorella Elisa.

La Grande Armée.
Napoleone decreta una nuova amalgama e costituisce la Grande Armée (13 I 1803) che si raccoglie sulla Manica, nei grandi campi di Utrecht, Bruges, Boulogne, Etaples e Montreuil, più una riserva a Compiegne. Masse minori sono presso Brest e gli altri porti atlantici. In tutto sono 80.000 uomini con una flottiglia di 500 imbarcazioni.
La Grande Armée è organizzata su Corpi d’Armata mediamente di 30-35.000 uomini, da 1 (rare) a 4 divisioni di fanteria (con reggimenti territoriali), una divisione oppure una brigata di dragoni o di cavalleria leggera, almeno una batteria d’artiglieria (in genera da 12 a 40 pezzi), un reparto zappatori, comando e servizi. In tutto da 9.000 a 21.000 uomini.
Le divisioni comprendono in genere 2 brigate, pari a 4-5 reggimenti, una quota di artiglieria divisionale e solo in seguito anche reparti di cavalleria, che per ora formano divisioni a sé.
Napoleone prevede l’impiego in battaglia di più corpi d’armata mentre il movimento strategico è effettuato autonomamente, snellendo i problemi logistici.
Le disposizioni prevedono la marcia in colonna di plotoni (invece che in colonna di 3 o di 6 uomini), senza serrare le colonne ogni sera (per non dovere incolonnarsi nuovamente al mattino). Le vetture procedono su 2 o 3 file, anche a fianco delle strade. Un corpo d’armata raggiunge la lunghezza di 18-19 Km o anche di 11.
Le demi-brigade sono rinominate reggimenti, da 110 di linea e 30 leggere scendono a 90 reggimenti di linea (numerati da 1 a 112, con 22 numeri mancanti) e 27 reggimenti leggeri (da 1 a 31, con 22 numeri mancanti). I numeri mancanti corrispondono a demi-brigade autorizzate ma mai formate. In seguito il numero dei reggimenti sale fino a 128 di linea e 37 leggeri (1813), comprendendo anche truppe non francesi.
La cavalleria è riorganizzata e, dopo il declino del periodo della rivoluzione, torna ad essere una delle migliori d'Europa.
Napoleone suddivide la cavalleria in specialità

La Riserva di Cavalleria (formata nel 1803) diviene corpo d’armata, comprende 2 divisioni di corazzieri e 4 di dragoni, ussari e cacciatori organizzate su 2-3 brigate, ciascuna su 2 reggimenti di cavalleria, per un totale di 20.000 cavalieri.
La Garde Impériale, evoluzione della guardia consolare, è formata per 2/3 da veterani e per 1/3 da coscritti, riceve cure maggiori nella fornitura del vestiario, del vitto e dei servizi, riceve una paga più elevata e puntuale.
Comprende una reggimento di granadiers-á-pied, soprannominati "Les Grognards", un reggimento di chasseur-á-pied, un'unità di grenadier-á-cheval soprannonominati "grosse-bottes", "Gli Dei" o in altri modi, ed un'unità di chasseur-á-cheval, scorta personale di Napoleone, soprannominati "Gli Invincibili" o "Figli Favoriti" (a Sant'Elena Napoleone veste l'unifome di colonnello di questa unità), una di dragoons de l'Impératrice, una di chevau-légers-lanciers ed una di mamelucchi. In tutto 8.000 uomini.
Lo Stato Maggiore Generale comprende un gabinetto imperiale (con segretari incaricati di scrivere sotto dettatura) ed un ufficio topografico a capo del quale è posto il capo ingegnere Barcler d’Albe.
Divenuto imperatore, Napoleone distribuisce ai reggimenti le nuove insegne con le Aquile Imperiali (Aigle Eployée, 1804), ispirate alle insegne delle legioni romane, e crea la carica onorifica di Maresciallo dell’Impero conferendola a 14 ufficiali (Pierre François Charles Augereau, Jean Baptiste Bernadotte, Louis Alexandre Bertiher, Jean-Baptiste Bessières, Guillaume Marie conte Brune, Louis Nicolas Davout, Jean Baptiste Jourdan, Jean Lannes, André Massena, Bon-Adrien Janot de Moncey, Edouard Mortier, Michel Ney, Joachim Murat e Nicolas Jan de Dieu Soult) ed a 4 senatori (François Christophe Kellerman, François Joseph Lefebvre, Dominique Chaterine de Pérignon e Jean Mathieu Philibert conte S&eaucte;rurier).
Louis Bonaparte è nominato Gran Conestabile, Louis Alexandre Berthier Vice-Conestabile (1804).

Dalla Manica al Reno.
L’Inghilterra costruisce contro la Francia una nuova coalizione alla quale aderiscono l’imperatore Francesco d’Asburgo (che invade la Baviera), lo Czar Alessandro I, la Svezia e Ferdinando IV di Borbone re di Napoli (IV-VIII 1805).
Napoleone è alleato a Carlo IV di Borbone re di Spagna, alla Baviera ed il Württemberg, promette l’Hannover a Federico Guglielmo III di Hohenzollern re di Prussia ed ampliamenti territoriali ai piccoli stati tedeschi, ottenendone la neutralità, quindi muove la Grande Armée deciso a sconfiggere l’Austria prima che la Russia riesca a sostenerla:

Napoleone dispone inoltre del VII° C.A. (Augereau, 2 divisioni, 14.000 uomini) a Brest e di corpi ausiliari di Württemberg e Baden, costituisce in Alsazia due nuovi Corpi di Riserva (marescialli Lefebve e Kellermann), mobilita la guardia nazionale, dispone magazzini a Magonza, Würzburg (sul Meno), Strasburgo e Ulma (sul Danubio) ed ordina altri due paia di scarpe per ogni soldato (ciascuno ne ha già 3) ma non ci saranno mai.
L’armata dispone di 400 cannoni ma scarseggia di fucili e cavalli: un divisione di dragoni della riserva di cavalleria è appiedata (poi monta parzialmente grazie ai cavalli presi al nemico) e mancano cavalli per il traino dei pezzi d’artiglieria.

Dal Reno al Neckar.
Napoleone non ha ancora raggiunto la Grande Armée ma riceve informazioni sulla dislocazione delle forze austriache sembrano indicare che hanno scelto per fronte principale l’Italia:

La Grande Armée riceve l’ordine di passare il Reno (24 IX) ed avanzare verso il Danubio tra il Brenz ed il Wörnitz, fiancheggiata a destra dal V° C.A. (Lannes) e da 4 divisioni della riserva di cavalleria (Murat), che passato il fiume avanzano lungo la riva destra.
Napoleone è informato dell’occupazione austriaca di Ulma (18 IX) poco prima di raggiungere Strasburgo, dove assume il comando dell’armata (26 IX), inizia il movimento verso la linea del Neckar e l’avvolgimento della piazza:


Dal Neckar al Danubio.
Attorno Ulma e l’Iller sono segnalati tra i 47 ed i 70 mila austriaci, con reparti a Stockach, in forte posizione difensiva, mentre i Russi sono attesi a Praga ed a Vienna. La passività nemica permette a Napoleone di continuare l’avanzata:

Murat trova la valle del Brenz sgombra (3 X) e gli esploratori segnalano che gli austriaci sono schierati al completo sull’Iller tra Memmingen ed Ulma (4 X) mentre i russi sono attesi sull’Inn per la settimana seguente (10-12 X).
Napoleone rallenta la colonna che risale la valle del Rems per evitare attacchi sulla coda ed invia la cavalleria sulla sinistra del Danubio, ad accertarsi che sia sgombra, requisire barche, galleggianti e legname. Infatti il giorno seguente la cavalleria segnala che Keinmayer è sgombra e che gli austriaci sono a est del Lech (5 X), forse con alcuni distaccamenti lungo il Wörnitz. I russi sono attesi sull’Inn (il 12 le avanguardie, tra il 15 ed il 20 il grosso).

La Manovra di Ulma.
La delicata manovra mira a tagliare tutte le possibili vie di ritirata austriaca, evitando di disperdere troppo le forze e fornire all'avversario la possibilità di sorprendere i corpi distaccati e distruggerli.
5 X - Napoleone emana gli ordini per portare il grosso della Grande Armée alle spalle di Ulma:

La sinistra del Danubio è sgombra da austriaci (tranne presso Ulma) e l’unico problema è la carenza di viveri, parzialmente rimediato mediante saccheggi. Napoleone sposta la linea di comunicazioni da Strasburgo a Spira-Stoccarda, ordina di approntare a Würzburg ed a Forcheim delle piazze di deposito che partendo da Magonza formino la futura linea di rifornimento.

7 X - Gli austriaci, che ai primi del mese sono avanzati da Keinmayer e da Laningen a Neresheim e Harburg, poi hanno ricevuto un contro-ordine, hanno ripassato il Danubio, raccolto le truppe sull’Iller e compiono movimenti parziali verso est. Questi movimenti denotano incertezza e rendono egualmente probabili la possibilità che diano battaglia sull’Iller e quella che tentino di ritirarsi per la Franconia-Boemia (per unirsi ai Russi), per il Tirolo (costretti però ad abbandonare parte delle artiglierie e dei carriaggi) o per l’Inn verso Vienna (aprendosi la strada a forza). Napoleone non vuole lasciarseli sfuggire.

Bernadotte e Soult segnalano la presenza di 25-35.000 austriaci sul Lech in attesa del Mack, del quale invece nella notte è accertato che si trova con il grosso fermo presso Ulma.

8 X - Combattimento di Wertingen. La Grand Armée si sta chiudendo attorno gli austriaci, ai quali è ancora possibile tentare la ritirata lungo la strada per Vienna che passa il Lech ad Augusta:

9 X - Poiché tutti i comandanti hanno segnalato forti presenze austriache davanti a sé, la Grand Armée riprende l’avanzata con il falso presupposto che gli austriaci tentino la ritirata per Augusta:

La divisione Dupont è duramente contrastata e deve fermarsi ad Albeck (ore 21:00) convincendo Ney di avere di fronte numerose forze austriache.

10 X - I dispacci dei combattimenti presso Albeck convincono erroneamente Napoleone di aver conseguito una vittoria decisiva e di dover ora scoprire i movimenti dei Russi:

11 X - Combattimento di Haslach. La giornata è piovosa ed a tratti nevica.

12 X - Napoleone decide di tenere impegnato il grosso austriaco due o tre giorni per concentrare le forze (100.000 uomini) contro Mack (80-90.000 uomini).

13 X - Continua la manovra decisa il giorno precedente:

14 X - La manovra continua con i combattimenti di Elchingen e Memmingen:

15 X - Napoleone dirige l’attacco alle posizioni austriache attorno Ulma:

Il giorno successivo (16 X), Mack, pressato dai suoi ufficiali, apre trattative per la resa, che prolunga inutilmente fino al 19 X, e si arrende presentandosi a Napoleone con la nota frase "Maestà, ecco l’infelice generale Mack" (20 X). I francesi prendono 25.000 prigionieri, 40 bandiere e 65 cannoni, oltre ai 25.000 prigionieri presi a Wertingen, Memmingen ed a Monaco nei giorni precedenti.
I prigionieri sono scortati oltre al Reno dal VII° C.A. (Augereau), sostituito da un C.A. in arrivo dalla Francia. Augereau spazza le retrovie.
Colonne austriache ripiegano verso la Franconia e verso il Tirolo (la ritirata è iniziata il 9 X dal generale Wernech), inseguite da Murat con truppe dei C.A. V° e VI°, della Guardia e della Riserva di Cavalleria (da Ulma) mentre da Donauwörth truppe dei C.A. I° e II° avanzano verso nord per tagliar loro la ritirata. Il corpo del Wernech è accerchiato e costretto ad arrendersi (18 X) . L’arciduca Ferdinando riesce a salvarsi con poche centinaia di cavalieri e raggiunge la Boemia.

La Marcia scendendo il Danubio.
La manovra di Ulma ha inflitto un duro colpo agli austriaci che tuttavia dispongono ancora di 80.000 uomini in Italia guidati dall’arciduca Carlo, 30.000 uomini in Tirolo guidati dall’arciduca Giovanni (stimati 12-50.000) e 20-22.000 uomini sull’Inn guidati da Kienmayer.
Sull’Inn si trovano inoltre 40.000 russi guidati da Kutuzov, mentre la Prussia ospita lo Czar e mobilita le proprie truppe (150.000 uomini in 5 armate).
La marcia verso Vienna è resa pipiù difficile dal fatto che la valle del Danubio si restringe, dalla necessità di superare i corsi d’acqua Inn, Trau, Enns, Ybbs e Traisen.
La Grand Armée è sull’Isar (18 X). In attesa di maggiori informazioni sui movimenti nemici il VI° C.A. (Ney) è inviato in Tirolo, il VII° C.A. (Augereau) nel Voralberg, mentre 2 divisioni di fanteria ed una brigata di cavalleggeri dalla Franconia marciano su Passavia fiancheggiando l’ala sinistra con il compito di controllare eventuali provenienze dalla Boemia. La linea di rifornimenti da Strasburgo passa per Augusta, che è organizzata come piazza di deposito.
Saputo che i 20.000 austriaci di Kienmayer (ora guidati da Merveldt) sono schierati tra Wasserburg e Braunau, con i 40.000 russi di Kutuzov pipiù a nord, entrambi in posizione difensiva con i ponti tagliati in attesa degli arciduca Giovanni e Carlo (dal Tirolo e dall’Italia), il grosso della Grand Armée avanza su Mühldorf e Braunau sull’Inn per intercettare Kutuzov mentre Bernadotte avanza verso Salisburgo per coprire eventuali provenienze dal Tirolo (25 X).
I francesi forzano l’Inn, difeso tenacemente da alcuni distaccamenti (27 X) e gettano nuovi ponti (ma gli equipaggi sono rimasti indietro), passano il Salzach a Burghausen (28 X) ed a Salisburgo (29 X).
L’avanzata è ostacolata dalla mancanza di strade: La riserva di cavalleria e 2 C.A. formano una vulnerabile colonna lunga 80 km la cui coda si trova a giorni di marcia dalla testa.
Il grosso segue la strada Braunau, Ried, Lambach, Amstetten, S. Poelten e Vienna mentre colonne minori seguono le tortuose e malagevoli strade laterali. Murat e Davout all’avanguardia combattono a Ried, a Lambach e raggiungono Traun (1 XI) mentre parte del grosso è ancora sull’Inn.
Bernadotte, con i C.A. I°, III° ed i Bavaresi, da Salisburgo raggiunge la Grand Armée mentre una brigata bavarese occupa Kufstein per garantire il collegamento con Ney che è in Tirolo.

4 XI - Napoleone arriva a Linz dove è raggiunto da un inviato di Francesco II che chiede di aprire trattative all’insaputa dei russi.

5 XI - Murat con una divisione del V° C.A. avanza dall’Enns impegnando fortemente la cavalleria russa, poi anche la fanteria, ed a sera giunge all’Ybbs (a 30 Km). Il grosso procede in colonne lunghe 60 Km. Mervelot si disimpegna risalendo l’Enns verso Weyer.

6-7 XI - Prosegue la marcia.

8 XI - Napoleone è ancora a Linz.
Murat scopre i russi in forte schieramento difensivo a Traisen, sulla sinistra del Danubio, e secondo gli ordini si limita a compiere scaramuccie con i cavalleggeri.
All’ala destra il III° C.A. (Davout) raggiunge la colonna di Mervelot a Mariazeel e la sbaraglia,

9 XI - Murat con 5 brigate di cavalleggeri, 3 brigate di dragoni, 5 brigate di corazzieri e 2 divisioni di fanteria del V° C.A. giunge a S. Poelten, che i russi hanno evacuato dirigendosi su Krems, mentre Soult con 3 divisioni di fanteria raggiunge Melk. Di fronte ai 40.000 russi di Kustüsof si trovano 57.000 francesi ma Murat non si impegna secondo gli ordini.
Sulla sinistra del Danubio Mortier serra le sue divisioni del C.A. provvisorio.
Napoleone riceve i rapporti di Murat del giorno precedente ed invia l’ordine di incalzare a fondo il nemico.

10 XI - Murat all’avanguardia avanza ed arriva ad una tappa da Vienna, seguito da Soult che arriva a S. Polten,
All’ala destra il III° C.A. (Davout) avanza per l’alto Traisen e giunge a Lilienfeld.
Il II° C.A. (Marmont) occupa Leoben.

11 XI - Napoleone è a Mölk.
Kustüsof lancia 16.000 russi contro i 5.500 francesi della divisione Gazan (6 battaglioni), isolata sulla riva sinistra del Danubio tra Dürnstein e Krems (ore 6:00). Gazan ha ordine di impegnarsi a fondo ma subisce a sua volta l’attacco russo contro il suo fianco sinistro. Il fronte si restringe a causa del terreno ed i combattimenti hanno una pausa (ore 15:00). Mortier va a sollecitare l’intervento della divisione Dupont ma trova la strada bloccata da altre forze russe.
La divisione Gazan oramai accerchiata è nuovamente attaccata e serrata contro il fiume. L’oscurità ostacola i movimenti. Dupont al tuono del cannone ha accelerato la propria marcia e piomba alle spalle dei russi mentre Mortier e Gezan attaccano in colonna alla baionetta lungo la strada e riescono ad aprirsi un varco.
I francesi lasciano 1.700 caduti, 1.300 feriti e le poche artiglierie che il terreno rotto aveva permesso loro di portare. I russi perdono 4.000 uomini ed a causa del disordine e l’oscurità preferiscono ripiegare lasciando 1.300 prigionieri. Napoleone chiama questo scontro "La Giornata del Massacro".
Kustüsof ripiega per Bruna e Olomuc, ma a causa della decisione di dare battaglia ha perso una giornata di marcia verso la Moravia, dove si trovano 27.000 russi guidati da F. W. Buksgèvden ed sono in arrivo 8.500 russi della Guardia Imperiale seguiti a distanza da altri 12.000 russi guidati da Essen.

12-14 XI - A Vienna.

15 XI - Murat spinge l’avanguardia verso Krems per prendere contatto con Bernadotte e verso Znaim per cercare i russi di Kustüsof che sono raggiunti presso Hollabrunn.
Murat tenta nuovamente il trucco delle false trattative per un armistizio e scopre che si tratta della retroguardia guidata da Begratiòn, che sta coprendo la ritirata del grosso da Krems a Znaim verso Bruna.
Kustüsof comunica a Begratiòn di accettare l’armistizio ma nel pomeriggio i francesi attaccano. Begratiòn riesce a rompere il contatto e raggiunge decimato il grosso. Insieme raggiungono Buksgèvden a Viskof (18 XI).
Murat entra Bruma (19 XI) ed il giorno seguente Napoleone dà riposo alle proprie truppe, in marcia da Boulogne.

La Terza Campagna d'Italia.
Frattanto in pianura Padana Massena (dietro l’Adige) e l’arciduca Carlo sono entrambi rimasti sulla difensiva. Il regno Napoli è evacuato dopo che si è impegnato a non accogliere truppe inglesi (X).
Solo a metà ottobre Massena sbocca da Verona verso Caldiero per impedire l’invio di rinforzi in Tirolo al Mack.
L’arciduca Carlo riceve la notizia della resa di Marck a Ulma ed inizia lo sgombero dei magazzini per ripiegare a Venezia ed a Lubiana. La ritirata è coperta occupando ottime posizioni a Caldiero. Massana attacca le posizioni austriache (29-30 X, seconda battaglia di Caldiero), e l’arciduca ripiega lasciando una retroguardia che ritarda i francesi sul Bacchiglione, sul Brenta, sul Piave e sul Tagliamento.
L’ultima breve resistenza è opposta sull’Isonzo, poi gli austriaci raggiungono Lubiana lasciando una forte retroguardia a Prevallo. Massena si ferma sull’Isonzo.
In ottobre il VI° C.A. (Ney), ridotto a 8.000 uomini per aver lasciato le divisioni Dupont e Gazan con il grosso della Grand Armée, risale l’Isar, entra in Tirolo per il passo di Scharnitz ed occupa Innsbruck (5 XI), dove trova 16.000 fucili, molta polvere da sparo e due bandiere del 76° reggimento perdute nella guerra precedente. Un distaccamento è inviato a Landeck per chiudere la via del Resia dal Voralberg, un altro verso Kufstein (presidiato da Bavaresi) a bloccare le vie del medio Inn.
L’arciduca Giovanni ha disperso i suoi 25.000 uomini in piccoli presidi nel Voralberg ed in Tirolo, questi sono costretti a capitolare uno ad uno. Solo il corpo del duca di Rohan riesce a varcare il Resia. I 17.000 uomini guidati dal generale Iller, inviati dall’Italia dall’arciduca Carlo, sono costretti a ripiegare sul Brennero.
A metà novembre l’arciduca Giovanni ripiega dal Brennero per Dobbiaco, Villacco, Klagenfurt seguito da un distaccamento di Ney fino Lienz.
Il rifugiato francese principe di Rohan scende per la val Logarina verso Venezia ma è annientato a Castelfranco (24 X) da S. Cyr risalito dalle Puglie in val Padana per raggiungere Massena.
Gli arciduchi Carlo e Giovanni riuniscono le loro forze (80.000 uomini) a Slovenskz Bistrica, con avanguardie sulla Drava tra Marburgo e Ptuj. I francesi occupano Trieste (19 IX 1805), presente anche un reparto di mori di Santo Domingo con il generale Solognac.
Al momento dell’armistizio Ney ha raggiunto Klagenfurt e Massena Lubiana.

La Manovra di Austerlitz.
Presso Olomouc si trovano l’Imperatore Francesco I d’Asburgo, lo Czar Alessandro I, 72.000 russi e 14.000 austriaci. Dalla Vistola è in arrivo l’ultima colonna di 12.000 russi guidata dal generale Essen.
I francesi sono così disposti:

Altre fonti indicano 80.000 russi e 15-25.000 austriaci (o 85-86.000 in tutto, con 280-300 pezzi d’artiglieria) contro 75-85.000 francesi con 139 pezzi d’artiglieria.

28 XI - Gli austro-russi, preceduti da nugoli di cosacchi, attaccano l’avanguardia (Murat) che secondo gli ordini ripiega fino Posorice (a est di Bruna) inducendo gli avversari ad una ritirata generale francese. Presso Wiskov sono catturati 50 dragoni del 6° reggimento francese. Napoleone propone una tregua.

29-30 XI - Gli austro-russi lasciano la strada di Olomouc-Viskov-Posorice per dirigersi verso Austerlitz/Slavkov, tagliare la ritirata dei francesi su Vienna e spingerli in Moravia. Napoleone capisce le intenzioni dell’avversario che deve prima salire sull’altopiano di Pratzen, largo e scoperto, poi scendere nella valle del Goldbach e risalire sulle altrure alla destra del fiume, quindi sceglie di fermarli nella valle appoggiandosi ai villaggi. All’ala sinistra le truppe occupano la sinistra del Goldbach per impossessarsi dell’altopiano di Pratzen.
Napoleone sgombra gli avamposti a nord della strada di Olomouc ed a est della Littava, schiera il grosso lungo il Goldbach e richiama i C.A. I° (Bernadotte) e III° (Davout).

2 XII - Napoleone, nel giorno in cui festeggia il primo anno da imperatore, sconfigge duramente gli austro-russi ad Austerlitz, chiamata la "Battaglia dei Tre Imperatori".

La Pace di Presbourg.
L’imperatore Francesco II d’Asburgo ottiene un armistizio in cambio dell’assicurazione che i Russi sgombrino l’Austria (4 XII) e deve firmare la pace a Presbourg/Bratislavia (26 XII):




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