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LA CONQUISTA DELL'INDIA

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La Battaglia di Assaye (22 IX 1767).

Seconda Guerra Maratta.

Gli Inglesi.
Il generale Arthur Wellesley, al suo primo comando generale, dispone di 2 battaglioni europei, 4 battaglioni di sepoy, 1 reggimento di cavalleria europeo e 3 reggimenti di cavalleria nativa, 17 cannoni, per un totale di 4.500-7.000-8.000 uomini (1.600 cavalieri), dei quali 1.500 sono nazionali. Inoltre dispone di 5.000 cavalieri irregolari maratti e del Mysore.
Il I/2 native infantry è lasciato a guardia dei bagagli.

I Maratti.
L'ala destra, formata dalla cavalleria irregolare del sindhia Daulatrao, ed il centro, dove si trovano le truppe irregolari di Raghuji Bhosle, ammontano in totale a 30.000 cavalieri (20 volte più numerosi dei cavalieri avversari).
L'ala sinistra comprende 17 battaglioni del sindhia, riuniti in 3 brigate, per un totale di 10.500 fanti regolari addestrati all'europea dal francese François Perron e guidati da ufficiali europei. Ogni brigata comprende un corpo di cavalleria regolare ed uno di allygoots (marksmen).
L'artiglieria ammonta a 102 pezzi ed è guidata da Gollundaze.
Altre fonti indicano in tutto 30-42.000 uomini.

Il Passaggio del Kaitna.
Wellesley intuisce la presenza di un guado dalla posizione di alcuni edifici e passa il Kaitna protetto dalla propria artiglieria, si schiera con il fianco sinistro appoggiato al Kaitna ed il destro al suo tributario Juah (che passa vicino al villaggio di Assaye) in due linee di fanteria seguite dalla una di cavalleria. La prima linea comprende i picquets, 4 pezzi da 12", i battaglioni nativi I/8 ed I/10 ed il 78° higlanders. La seconda linea comprende il 74° higlanders ed i battaglioni nativi II/12 e I/4. La terza linea comprende il 19° dragoni ed i reggimenti nativi 4°, 5° e 7°. In tutto sono 4.700 uomini (1.500 nazionali) e 26 pezzi (ma aprono il fuoco solo 4 da 12" ed 8 da 6"). I fianchi sicuri impediscono agli avversari di sfruttare la loro superiorità numerica.
Il primo colpo d'artiglieria maratta (13:30) uccide un uomo della scorta di Wellesley. I maratti portano in prima linea altri pezzi d'artiglieria, tuttavia in questa fase l’artiglieria maratta causa solo lievi perdite agli inglesi.

L'Attacco Inglese.
Gli inglesi avanzano verso l’ala sinistra avversaria (14:45). Gli ufficiali europei al soldo dei maratti, tra i quali Perron ed il tedesco Pohlmann (già nell'esercito Hannoveriano), ordinano l’attacco. Il centro e l’ala destra inglese sono respinte verso il Juah. Wellesley invia il colonnello Orrock all’ala destra con l’ordine di chiudere il varco che si è aperto, ai piquets di fermarsi ed ai reparti di appoggiare i piquets, frattanco con l’ala sinistra attacca la fanteria maratta.
L’intenso fuoco non ferma l’attacco degli inglesi che avanzando affiancano i reparti della seconda linea a fianco di quelli in prima linea; il 78° a sinistra con il I/10°, il 74° a destra.
Gli inglesi mettono in fuga la prima linea avversaria, si impossessano dell’artiglieria e procedono contro la seconda. Alcuni artiglieri maratti si fingono morti, poi aprono il fuoco alle spalle degli inglesi, ma sono presto eliminati. Il 78°, all’estrema sinistra, respinge un attacco di cavalleria.

Il 74° higlanders davanti Assaye.
Wellesley intende chiudere le forze avversarie contro il Juah ma l'ordine del colonnello Orrock non è compreso.
I picquets dell'ala destra avanzano decisi verso Assaye, seguiti secondo gli ordini dal 74° highlander. Su quest'ala alcuni maratti percorrendo il letto del fiume raggiungono i pezzi inglesi ed abbattono alcuni artiglieri, ma i danni maggiori sono causati dall'artiglieria maratta di Assaye contro il 74°, che subisce anche gli attacchi della cavalleria maratta; tutti gli ufficiali sono uccisi o feriti, l’unico illeso è James Grant, aggregato al quartier generale che visto il proprio reparto duramente impegnato e lo ha prontamente raggiunto.

La Carica di Maxwell.
In soccorso del 74° higlander interviene il colonnello Maxwell con il 19° dragoni ed il 4° native cavalry. Su 500 higlanders sono salvi solo 80. Una compagnia ha tutti gli ufficiali e 44 perdite su 50 uomini.
I cavalieri inglesi respingono la cavalleria avversaria e caricano la fanteria guidata da Pohlmann che tuttavia resiste e li respinge. Maxwell cade nei combattimenti ed i cavalieri sospendono erroneamente la carica. Pohlmann ne approfitta per fuggire.
Frattanto sull'altra ala il 78° ed il 7° native cavalry aggirano la seconda linea che si ritira. Il comandante ha lasciato il campo fin dal pomeriggio. Il 78° è attaccato tre volte da direzioni diverse ma respinge tutti gli assalitori.
Giungono le truppe leggere maratte, inviate a raccogliere provviste. La cavalleria del Mysore riceve l’ordine di caricarle ma queste fuggono subito.
La cavalleria maratta è l’ultima a ritirarsi. Le operazione di soccorso ai caduti impediscono un rapido inseguimento e gli inglesi si accampano sul campo di battaglia.

Bilancio della Battaglia.
La battaglia è una delle più sanguinose tra quelle guidate da Wellesley che lascia 1.584 tra caduti, feriti e dispersi (650 europei), cioè tra 1/2 e 1/3 delle truppe impegnate. L’ufficiale Coluin Campbell ha perso tre cavalli. Wellesley ha perso il suo stallone baio sotto di sé ed ha montato il grigio “Diomed” (ritratto nel quadro di Hoppner).
Gli sconfitti lasciano 1.200 caduti sul campo di battaglia, compresi Jadoon Rao, primo ministro del sindhia, ed il colonnello francese Dorsan, e dai 3.000 ai 4.800 feriti, 7 bandiere e 98 pezzi d'artiglieria catturati dagli inglesi, oltre a quelli gettati nel fiume dai maratti.



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