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La Battaglia di TER (27 V 1694).

Guerra della Lega d'Augusta (1690).

Gli Spagnoli.
Gli spagnoli sono guidati da Juan Manuel Lopez Pacheco Acuña Giron y Portocarrero, marchese di Villena, duca di Escalona e vicerè di Catalonia e sono schierati sulla sponda meridionale del fiume Ter, presso Puente Mayor.

La cavalleria, guidata dal marchese di Grigny, ammonta a 4-5.000 uomini inquadrati in 7 trozos di cavalleria (in gran parte privi di pistole) ed un tercio di dragoni (senza moschetto) per un totale di 42 squadroni.
La fanteria ammonta a 11.900-20.000 fanti inquadrati in 5 tercios provinciali veterani ed alcuni tercios della corona (Aragona, Valenza, Granada, Catalonia), numerosi tercios proviciali reclutati l’anno precedente, 2 tercios italiani veterani, 2 reggimenti tedeschi e 400 micheletti, per un totale di 34 battaglioni.
L’artiglieria ammonta ed 8 pezzi, serviti da ufficiali professionisti, bombardieri della milizia e con traini civili.
Altre fonti indicano 16.300-20-24.000 uomini in tutto.

I Francesi.
I francesi sono guidati dal maresciallo Anne Jules conte di Ayen e duca di Noailles.

In tutto 59 squadroni (4.000-5.000-5.500-6.000 cavalieri), 30 battaglioni (13-14-15-20.000 fanti veterani), compresi reparti svizzeri, irlandesi e della milice, ed una ventina di pezzi d’artiglieria.

La Battaglia.
Coperti dalla nebbia, 2.000 cavalieri e dragoni dell’ala sinistra francese passano il guado di Torroella de Montgrí, seguiti dai granatieri, e caricano 4 tercios (del Casco, de la Costa de Granada, Burgos e Nuevo Valladolid), privi di trinceramenti e battuti dall’artiglieria francese dall’altra sponda.
Gli spagnoli si limitano ad una salva di moschetti poi fuggono disordinando anche il resto dell’esercito, in particolare i tercios di Los Amarillos (di Burgos), del Casco de Granada, di Peñarubia (Toledo), di Pimienta (Nuevo de Valladolid) e quello di don Juan de Nuero. Gli spagnoli fuggono nei villaggi di Lecia e Pols.
Solo uno squadrone di cavalleria del trozo di Rossellon, guidato da Fernardo de Toledo, affronta i francesi ed è facilmente sconfitto. Fernando de Toledo è tra i caduti. Il resto della cavalleria abbandona la battaglia lasciando da sola la fanteria.
I francesi attaccano al centro, presso il ponte distrutto, ma non riescono a passare il fiume.
Il maresciallo di Noailles lancia 24 squadroni e 5 battaglioni per il guado di Verges ed attacca le posizioni spagnole. Dopo dura lotta, gli archibugieri a cavallo dell’Estremadura ed i tercios di Amarillos e di Colorado sono respinti.
Don Josep Boneu, maestro di campo del tercio de La Generalitat, chiamato "Los Morados" (di Siviglia), perde il controllo di sé e contrattacca con il suo tercio ed alcuni cavalieri guidati dal marchese di Grigny. Il contrattacco è fermato dai caribiniers e dalla fanteria francese ma permette al resto dell’esercito di ritirarsi.
Gli spagnoli si ritirano in disordine verso Gerona inseguiti per 12 Km.

Bilancio della Battaglia.
Gli spagnoli dichiarano di aver perduto 2.931 fanti e 324 cavalieri tra caduti, feriti e disertori. I francesi addebitano loro 3.200-7.000 caduti e feriti e 2.200 prigionieri. Altre fonti indicano 500 caduti e 3.500 feriti oppure 3.000-5.700-9.000 tra caduti, feriti e prigionieri.
Degli ufficiali cadono Fernardo de Toledo, Alonso de Granada (maestro di campo del tercio del Casco di Granada), il conte di Peñarubia (del tercio di Toledo) e Giulio Pignatelli.
I francesi dichiarano 500 tra caduti e feriti, catturano numerosi cannoni, salmerie e bandiere. Cadono il conte di Bourg e La Salle, brigadiere dei dragoni.
La battaglia è chiamata anche di Torroella o di Torrelli de Montgrí.


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