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GLI ESERCITI DEL D.B.A.

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Epoca Feudale e delle Crociate (121-150).

(121) Georgiani.
L'antica locale dinastia dei Bagratidi si rende indipendente dai Turchi (124) indeboliti dalla prima crociata e riunisce i principati georgiani (121) dell'antica Colchide ponendo la capitale a Tiflis.
La popolazione, rinomata per la bellezza, segue la religione cristiana ma deve lottare per l'indipendenza contro i Bizantini (117, 143) subendone l'influenza culturale. La sua posizione le impedisce di cooperare con gli stati crociati, dà invece rifugio ai Khazari (93) cacciati dai loro dominii tra Caspio e Mar Nero. In seguito è devastata dall'esercito esule dei Covaresmi (146), poi dai Mongoli (154) che ottengono un tributo e da 8 spedizioni di Tamerlano. Il declino e lo spezzettamento politico (121) favorisce infine la spartizione tra Osmani e Safaridi.
L'esercito riceve influenze bizantine poi sempre più turcomanne, è basato sulla cavalleria con corazze lamellari e lance (Kn) fornita dai aznaurs (nobili), arcieri a cavallo (LH), compresi nomadi kipchak appositamente trapiantati, fanteria motivata (Sp, Bw), che presta servizio obbligatorio, e montanari (Ps).

(122) Primi Polacchi.
Appartengono ai popoli slavi e prendono il nome da polc (Pianura), infatti i territori che occupano sono pianeggianti e privi di frontiere naturali.
Inizialmente retti da duchi e voivoda in lotta tra loro, offrono poi il trono alla dinastia dei Piasti (con capitale a Kruschwitz) che li guida nelle continue lotte tra confinanti : i principati Russi di Kiev, soggetti temporaneamente a tributo, e di Novgorod (108, 129), i principati tedeschi di Boemia, Lusazia, Sassonia, spesso appoggiati dall'Imperatore (136), il regno d'Ungheria (119).
L'esercito è feudale, con cavalieri (Cv), fanti (Sp, Bw, Ps) ed eventuali cavalleggeri (LH).

(123) Italiani Comunali.
Lo sviluppo commerciale permette alle città italiane di accentuare il loro ruolo politico ed imporsi sui piccoli vassalli, estendendo il proprio controllo sulle campagne, caso unico nell'Europa medioevale.
L'esercito comunale è formato da milites (Kn); ricchi borghesi cittadini e piccoli feudatari, pedites; masse compatte di fanti armate d'asta (Sp) o balestra (Cb) organizzate per rione, leve dalla campagna (Ax, Ps) e dal caratteristico carroccio (WW), punto di raccolta e simbolo sacro della città, da difendere a oltranza.
I comuni meridionali sono presto sottomessi dalla signoria normanna (102c) mentre quelli settentrionali, in perenne lotta tra loro (123), sono coinvolti nella lotta tra l'Impero (136), unito sotto Federico II al regno di Sicilia (135), e il Papato, deciso a creare ed ampliare il proprio dominio temporale (126), dando vita agli ondeggianti schieramenti Guelfo (filo-papale) e Ghibellino (filo-imperiale) (da Weiblingen, castello avito degli Hohenstaufen -Wurtenberg-).

(124) Selgiuchidi.
Proveniente dalle steppe centro-asiatiche, la dinastia selgiughide si pone alla guida di numerose tribù turche islamizzate, travolge l'impero Gasnavide (115), occupa la Persia, prende il controllo del califfato di Bagdad, sbaraglia i Bizantini (117) e dilaga in Asia Minore.
L'Impero si divide in orientale (Persia) e occidentale (Sultanato di Rum) secondo gli usi turchi. Il primo lotta contro i Cumani (130) ed è infine abbattuto dagli ex vassalli Covaresmi (146).
Il sultanato di Rum contende la Siria e la Palestina ai Fatimidi d'Egitto (118) ed agli altri principati turchi sorti in Siria (139) ma è indebolito dalle prime crociate (138) che permettono la formazione dei regni di Georgia (121), Cilicia (132) e Gerusalemme (141). Tuttavia resiste alle successive crociate (141), all'espansione dell'impero formato da Saladino (143) ed ai tentativi di riscossa della dinastia bizantina dei Comneni (133), che una volta spodestata lascia il posto ai Paleologhi di Nicea (152), ma non al colpo portato dai Mongoli (154), dal regno Ilkanide (159a) e dall'espansione dei Mamelucchi (158).
Lo stendardo imperiale è un dragone in campo nero, altre bandiere raffigurano aquile o leoni ed è diffusa tra gli emiri la tugra, serie di code di cavallo annodate il cui numero indica l'importanza del comandante. L'esercito è dapprima composto da cavalleggeri (LH) con un nucleo di gulami (Cv), mentre quello del sultanato di Rum comprende le seguenti truppe:


(125) Berberi.
Dopo dura lotta, le tribù berbere d'Africa sono sottomesse dagli Arabi, si islamizzano ma mantengono lo spirito d'indipendenza accompagnato da contestazioni religiose.
Gli eserciti si basano principalmente sulla cavalleria variamente armata (Cv, LH) e su masse disciplinate e spesso fanatiche di fanti (Sp), appoggiate da fanti leggeri (Ps) che muovono su cammelli e combattono a piedi. Sono adottati i cavalieri pesanti (Kn) e balestrieri (Cb), su imitazione spagnola, e truppe cammellate (Cm).
In Africa settentrionale si susseguono le seguenti dinastie:


(126) Pontifici.
Del decadere del potere Bizantino in Italia approfitta la curia Pontificia che espande il proprio, vede riconosciuti i propri dominii dai re Franchi anche grazie alla falsa "Donatio Costantini" e si libera della tutela imperiale (136) coinvolgendo nella lotta i Normanni di Sicilia (135), con i quali deve anche scontrarsi, ed i comuni italiani (123).
Gli eserciti sono principalmente composti da mercenari (Kn, Sp, Cb, Bd), finanziati dagli introiti ecclesiastici provenienti da mezza Europa, da guelfi (Kn, Sp, Cb, Ps) inviati dai comuni o esuli. Sono accompagnati dalla promessa d'indulgenza e dal simbolo delle "Chiavi di san Pietro", perciò detti anche Clavisignati.
Il comune di Roma e le famiglie aristocratiche laziali seguono la propria politica e solo occasionalmente collaborano con la curia pontificia. Il papa è costretto da queste lotte all'esilio cinquantennale ad Avignone (detto "Cattività Babilonese") e dopo essere rientrato a Roma fa uso di Condottieri come gli altri principati italiani.

(127a) Primi Giapponesi.
I Giapponesi, assimilando le influenze cinesi, fondano un impero che unifica l'arcipelago.
Il potere è in mano alla burocrazia e le terre diventano proprietà dello stato. In seguito funzionari e monasteri ottengono la concessione di tenute private (shoen) e l'esenzione delle tasse ma questa nobiltà guerriera rovescia i funzionari di corte e combatte per il potere elevando al trono imperatori fantoccio (127a). Castelli e monasteri vengono fortificati. I clan combattono per la carica di shogug (generalissimo) e la divisione politica non impedisce loro di installare possedimenti in Corea Meridionale (78), respingere due tentativi d'invasione dei Mongoli (154) e infestare con la pirateria le coste Cinesi (116, 174).
L'ossatura degli eserciti sono i samurai, dapprima contadini-soldati, poi casta sempre più privilegiata. Il loro codice d'onore, il bushido, deriva dalla fusione tra l'antico shintoismo (religione ancora seguita in Giappone) e il buddismo Zen. Prevede fedeltà assoluta al proprio signore, la venerazione della propria spada e il harakiri, suicidio d'onore.
I samurai dispongono di ottime spade, di archi, di ricche armature a piastre metalliche laccate, di cavalli (Cv, Bd, Bw). Combattono affiancati da monaci-guerrieri e da ashigaru ("Piedi Leggeri") composti da contadini mobilitati (Ax). Una delle più famose leggende giapponesi narra l'epopea dei ronin, samurai esuli che vendicano la morte del proprio signore e poi compiono harahiri.

(127b) Tardi Giapponesi.
Non differiscono molto dai precedenti ma aumenta l'impiego di ashigaru.

(128) Scozzesi delle Isole e delle Highlands.
I Vichinghi (106a) fondano principati personali nelle Ebridi, abitate da Celti, nelle Orcadi (67 isole con capitale Kirkwall), abitate da Pitti, nelle Shetland e nell'isola di Man.
Questi principi partecipano alle dispute in Irlanda (112, 164) ed in seguito sono sottomessi al regno di Norvegia (131a), pur mantenendo notevoli autonomie. Dopo il vasto regno insulare creato dall'unione sotto un solo signore delle Ebridi e dell'Isola di Man, le isole sono contese tra Norvegia e Scozia (111, 140) e restano a quest'ultima, che deve difendere l'isola di Man rivendicata dall'Inghilterra.
Gli Highlanders frattanto rimangono divisi in Clan praticamente indipendenti sull'altipiano nordoccidentale della Scozia (Terre Alte), prendendo parte alle lotte feudali scozzesi.
Gli eserciti sono come quelli vichinghi (Bd, Bw), con un maggior impiego di bande locali (Wb, Ax, Ps), soprattutto tra gli Highlanders.

(129) Russi dei Principati.
Il principato di Kiev decade e piomba nelle guerre civili alle quale partecipa anche quello di Novgorod (129). La Russia si smembra in numerosi principati, come quelli di Suzdalm, Galizia e Rjazan, e repubbliche come Novgorod, dove tutte le cariche divengono elettive, compresa quella del vescovo e del tysjackij (comandante militare), nominate delle vece (assemblee) che sono controllate dai mercanti.
La divisione favorisce le invasioni esterne. La Svezia (106a) si espande in Finlandia, i Polacchi (122, 149) occupano la Galizia, i Cumani (130) la Russia meridionale dove si espande anche l'Ungheria (119), i Mongoli (154) saccheggiano Rjazan, Suzdal, sottomettono Novgorod e Kiev.
Gli eserciti comprendono cavalleria feudale (Cv) fornita dalla druzina (nobiltà), cavalleggeri ausiliari turchi (LH), milizie cittadine (Sp) e leve contadine (Ps).

(130) Cumani.
Popolazione turca imparentata con gli Uiguri, che prende il nome dal colore giallognolo (Qu) dei cavalli e perciò sono detti Polovtsky dai Russi.
Fondano un regno in Russia Meridionale. Alleati a Bisanzio sterminano i Pecenechi (109) e si espandono nei loro territori dell'attuale Romania, effettuano incursioni contro i Bulgari (147) e, più spesso, contro i Bizantini (133). Passati alla religione ortodossa, combattono gli Ungheresi (119) per la Transilvania, i Selgiuchidi (124) nei Causcaso, i Covaresmi (146) sul Caspio ed i Russi (129) a nord. Si alleano a questi ultimi per contrastare l'avanzata Mongola (154) ma sono sconfitti, sottomessi e assimilati.
In Ungheria lasciano il loro nome alle regioni Pest-Kis-Kun (Pest Piccola Cumania) e Jast-Nagy-Kun (Iazygia e Grande Cumania).
L'esercito è tipicamente turco, composto di cavalleria (Cv, LH) e pochi fanti (Ax, Ps).

(131a) Primi Scandinavi.
La Norvegia è divisa in piccoli regni (131a), solo temporaneamente uniti, viene poi incorporata nel vasto impero nordico anglo-danese ma ricade in lunghe lotte dinastiche. Nuovamente riunificata, si espande occupando l'Islanda, la Groenlandia ed i regni vichinghi delle isole a nord della Scozia. Queste ultime, dopo lunghe lotte, sono cedute al regno di Scozia (140).
La Svezia è formata da una federazione di principati sotto la debole monarchia della dinastia Folkung, affiancata da un consiglio di nobili ed ecclesiastici. Contende la Finlandia al principato di Novgorod e viene unita dinasticamente alla Norvegia.
La Danimarca forma una monarchia assoluta sotto i Valdemar e si espande nel Baltico ai danni dei Vendi combattendo anche i principi dell'Impero (136).
A fianco delle truppe tradizionali (Cv, Bd, Bw) sono introdotti cavalieri in stile germanico (Kn).

(131b) Tardi Scandinavi.
La regina di Danimarca ottiene per via matrimoniale anche le corone Svedese e Norvegese (Unione di Kalmar), tuttavia la Svezia deve essere sottomessa con la forza (131b). Il regno si espande in Estonia (148a) ma perde tutti i domini Baltici ad opera dei principi Tedeschi, dell'Hansa (136, 167) e dei cavalieri Teutonici (151). La monarchia si indebolisce di fronte alla nobiltà ed all'avvento della dinastia Oldenburg la Svezia si ribella nuovamente guidata dai Vasa ottenendo l'indipendenza.
L'esercito è formato da cavalieri (Kn, Cv), milizie (Bd, Sp, Pk, Ps) e balestrieri (Cb).

(132) Armeni di Cilicia.
I discendenti dell'antica dinastia armena dei Pagratidi approfittano del passaggio della prima crociata per formare un regno in Cilicia, ai danni dei Salgiuchidi (124).
Il regno combatte contro Bisanzio (133), il principato di Antiochia (138, 141), gli emirati turchi di Siria (139) e gli Ayyubidi (143). Si riconosce vassallo dei Mongoli fornendo truppe ausiliarie, ed in seguito di Tamerlano (159b), passa sotto la dinastia dei Lusignano ed è infine occupato dai Mamelucchi d'Egitto (158).
L'esercito è di tipo feudale, formato da cavalieri (Kn) armati dai spade, lance, mazze e giavellotti, che comprendono ishkhan (nobili superiori), nacharark (nobili inferiori) e azakt (piccolà nobiltà al seguito). I sepouh (liberi), i servi e gli ausiliari non Armeni formano la fanteria (Sp, Ax, Ps).

(133) Bizantini della dinastia Comnena.
La famiglia aristocratica dei Comneni sale al trono imperiale e intraprende una politica di riconquista dei territori perduti.
Nei Balcani combattono contro Ungheresi (119), Cumani, chiamati Polovtsy (130) e alleati a questi sterminano i Peceneghi (109). Insorgono i Serbi (142a), i Bulgari ed i Croati che vengono sottomessi ma riconosciuti come stati vassalli sotto sovrani propri. L'Epiro e la Grecia sono più volte invase dai Normanni del regno di Sicilia (102c) che sono respinti dopo dure lotte.
Alcuni scontri sono causati dal passaggio dei Crociati (138) ed i principati latini di Siria da loro fondati (138, 141), come quello Armeno di Cilicia (132), necessitano di alcune spedizioni per veder riconosciuto almeno un debole legame di vassallaggio in modo da combattere i turchi di Siria (139) e l'impero del Saladino (143). Fallisce invece la riconquista dei territori in mano ai Turchi Selgiuchidi (124).
Le lotte dinastiche favoriscono l'intervento dei crociati (141), guidati dai Veneziani, che saccheggiano Bisanzio e fondano l'Impero Latino d'Oriente.
Alla cavalleria (Cv) ed alla fanteria (Sp, Ps) fornite dai pronoia (piccoli feudi) sono affiancate numerose truppe mercenarie : la guardia Variaga (Bd), Turchi (Cv, LH, Ps), Bulgari (Bd, Ax), Alani (LH), Normanni ed altri occidentali chiamati comunemente Franchi (Kn).

(134) Anglo-Normanni.
I Normanni creano in Inghilterra uno stato feudale centralizzato e difendono la Normandia dai tentativi d'espansione Francese (137). Il trono è poi conteso tra Blois e Plantageneti (134) e rimane a questi che respingono l'intervento scozzese (111) combattendo a lungo questo regno (140), conquistano il Galles (92) e si espandono in Irlanda (112).
L'esercito è tipicamente feudale con cavalieri nobili (Kn) variamente armati che combattono anche smontati (Bd), milizie feudali ed urbane (Sp, Ps) e sempre più mercenari dal continente (Kn, Cb) e Gallesi (Ax).

(135) Siciliani.
I Normanni dell'Italia meridionale cacciano i Mussulmani dalla Sicilia (125), sottomettono gli ultimi comuni liberi (123), spesso appoggiati dal Papa (126) che è costretto a riconoscere il loro regno. La capitale è Palermo. In seguito appoggiano il papa contro l'Impero (136) e sottomettono le città costiere libiche e tunisine (125).
Alla dinastia Normanna segue per matrimonio quella Sveva, spodestata dagli Anjou, che tentano di espandere la propria influenza nel nord della penisola partecipando alle lotte tra Guelfi e Ghibellini (123).
L'esercito comprende cavalieri feudali (Kn), milizie cittadine (Sp, Cb) e leve (Ax, Ps). I Normanni impiegano contingenti dei principati Longobardi sottomessi (Cv, Ax) e truppe mussulmane siciliane o nord-africane (LH, Ps). Gli Svevi impiegano i noti saraceni della colonia militare di Lucera (Cv, LH, Ps) ed ingaggiano mercenari tedeschi (Kn), pisani e genovesi (Cb). Gli Angioini ingaggiano mercenari francesi, brogognoni (Kn), fiamminghi, catalani (Ax), pisani, genovesi (Cb) ed in seguito compagnie di ventura.

(136) Imperiali.
Le lotte tra grandi e piccoli principati feudali tedeschi, oltre che per le terre ed il prestigio, sono combattute per il titolo regio, che è elettivo e dà diritto a chiedere la corona imperiale al papa.
Proprio contro il papato (126) scoppiano i conflitti più gravi a causa dei principati ecclesiastici e dei dominii imperiali in Italia. A fianco del papa, o per proprio conto, combattono i comuni guelfi dell'Italia centro-settentrionale (123), il regno di Sicilia (135) sotto le dinastie Normanna e Angioina (ma anche nell'intervallo Svevo Federico II deve intervenire in Germania), ed il regno di Francia (137).
Nonostante la perdita di potere in Italia e le divisioni interne, i principi tedeschi riescono ad influire nella politica interna dei vicini e li coinvolgono nella loro, soprattutto con i principati dell'ex-Lotaringia (163), l'Ungheria (119), la Polonia (122, 149), la Danimarca e la Svezia (131a, 131b).
L'esercito è tipicamente feudale, composto da cavalieri pesanti nobili, ministeriales o mercenari (Kn, Bd), da contingenti di cavalleggeri dell'Europa orientale (LH), da milizie cittadine, mercenarie (Sp, Cb) o contadine (Ps).

(137) Francesi Feudali.
La dinastia Capetingia, appoggiata dal clero, dal popolo ed in seguito anche dalle città, estende il proprio potere sui vassalli (137) dando vita ad un potente stato.
I Francesi occupano la Navarra (156), con la crociata contro gli Albigesi conquistano la Provenza resistendo all'intervento Aragonese (104), dopo lunghe lotte tolgono numerosi feudi ai Plantageneti (134, 145), inutilmente alleati all'Impero (136) e reprimono con la forza le insurrezioni delle città Fiamminghe (163).
L'esercito è composto in gran parte da cavalieri nobili e feudali (Kn, Cv), da mercenari (Kn, Cv, Sp), milizie urbane (Sp, Cb, Ps), balestrieri genovesi (Cb), fanti leggeri guasconi chiamati bideaux (Ax, Ps) e leve contadine (Ps).

(138) Primi Crociati.
La prima crociata, composta principalmente da nobili francesi, renani e normanni (anche dall'Italia meridionale) si apre faticosamente la strada attraverso i dominii dei Bizantini (133) e dei Turchi Selgiuchidi dell'Asia Minore (124), riuscendo a strappare alle dinastie turche di Siria (139) le città costiere (Antiochia, Tiro ma anche Edessa all'Interno), ed ai Fatimidi d'Egitto (118) Gerusalemme.
I principati così sorti devono difendersi da Bizantini, Turchi e Fatimidi, oltre che dallo stato armeno di Cilicia (132).
Le successive spedizioni di Francesi, Tedeschi e Lombardi sono sbaragliate in Asia Minore dai Selgiuchidi e l'unica che arriva in terrasanta (la IIa crociata), non ottiene alcun risultato.
Gli eserciti comprendono numerosi cavalieri nobili, tra i quali i meglio organizzati risultano i Normanni (Kn) che combattono anche smontati (spesso per mancanza di cavalli), seguiti da fanterie non specializzate e variamente armate (Sp, Ax), arcieri, balestrieri (Ps), frati e pellegrini (Fw).

(139) Turchi di Siria.
Gli emirati islamici siriani cadono sotto il controllo di atabeg (principi-padri, cioè tutori) e dinastie turche, solo nominalmente sottomessi al califfo Abasside di Bagdad. I principali sono quelli di Damasco, Mosul, Aleppo e Kerak, che combattono i Selgiuchidi a nord (124), i principati fondati dai Crociati (138, 141) solo occasionalmente aiutati dai Bizantini (133) ed il regno Armeno sorto in Cilicia (132).
Dopo lo smembramento dell'impero Ajjubita la Siria torna ad essere divisa in principati che subiscono le devastazioni dell'esercito esule dei Covaresmi (146) e partecipano alle lotte tra Ilkanidi (159a) e Mamelucchi (158).
Il campo comprende un suq al-askar (mercato) ed è solitamente circondato da trincee o triboli. L'esercito, seguito da capi religiosi, giudici e greggi (Fw), comprende:


(140) Scozzesi.
Gli Scozzesi subiscono parzialmente influenze sassoni, normanne ed inglesi. Sono colpiti dalle scorrerie vichinghe (106a) e vedono il formarsi di alcuni regni vichinghi sulle vicine isole (128), che il regno di Scozia contende a quello di Norvegia (131a) ed infine ottiene.
Le lotte feudali e dinastiche, nelle quali sono coinvolti anche i clans delle Highlands (128), favoriscono l'intervento del regno d'Inghilterra (134, 145) che ottiene il riconoscimento da parte della nobiltà ma è cacciato dall'insurrezione del popolo scozzese (Scots Common). Gli Scozzesi intervengono anche in Irlanda (144, 164), partecipano più che altro con raid (da road) alla guerra dei Cent'Anni (168) alleati alla Francia ed alla Guerra delle due Rose appoggiando i Lancaster contro gli York (179).
Oggi sono la nazionalità più unita e meglio definita al mondo.
L'esercito è formato principalmente da popolani che usano combattere in schiltrons, circoli di picchieri (Pk), appoggiati dalla poco numerosa nobiltà (Kn), da arcieri (Bw, Ps) e spesso da bande di fieri highlanders (Wb).

(141) Tardi Crociati.
Gli stati latini fondati dai crociati (Gerusalemme, Antiochia, Tripoli, Tiro) adattano le loro tattiche di guerra per meglio affrontare la mobilità degli eserciti islamici.
La cavalleria pesante (Kn) è formata da nobili e sergenti forniti dai vassalli, dagli ordini cavallereschi (Ospitalieri, Templari, Teutonici, di San Lazzaro) ed è affiancata da mercenari turcopoli (Cv) ingaggiati tra i locali. La fanteria è utilizzata in masse compatte (Sp, Cb) e comprende mercenari locali armati di giavellotti o archi (Ps).
Anche le successive spedizioni in Siria ed Egitto sono preparate con maggior impegno diplomatico e finanziario ma non raggiungono risultati concreti. Il principato di Antiochia combatte soprattutto contro il sultanato di Rum (124), il regno Armeno di Cilicia (132) ed i Bizantini (133). Il regno di Gerusalemme combatte i principati mussulmani di Siria (139) ma perde la capitale e gran parte dei territori ad opera degli Ajjubiti (143). I latini partecipano alle successive lotte tra principati Ajjubiti, che coinvolgono anche i Covaresmi (141), ed a quelle tra Mamelucchi (158) ed Ilkanidi (159a), ma sono politicamente divisi e spesso in campo opposto. Infine sono definitivamente cancellati dai Mamelucchi.

(142a) Primi Serbi.
Popolazione slava proveniente dalla Galizia, ottiene da Bisanzio il permesso di Stabilirsi in Mesia Superiore e si converte al cristianesimo. Sono divisi in vari principati governati da Zupani, i principale dei quali sono quelli di Rascia e di Zeta.
Sono sottomessi dai Bulgari, poi insorgono insieme contro Bisanzio (133) ma sono sconfitti, mentre da Nord si espande il regno Ungherese (119).
L'esercito è formato principalmente da fanteria armata di lance, archi e giavellotti (Ax, Bw, Ps) e lo sfruttamento delle miniere permette di ingaggiare cavalieri mercenari (Kn) da affiancare ai cavalieri nobili armati d'arco.

(142b) Tardi Serbi.
La Dinastia Nemanide, grazie all'aiuto Ungherese, si rende indipendente da Bisanzio (153), ottiene il titolo regio dal papa e pone la capitale a Skopje.
In seguito aiuta i Bulgari a ribellarsi a Bisanzio, li rende tributari (147), si espande in Macedoia, Albania ed Epiro.
Le guerre civili favoriscono l'avanzata Osmana (160a) che rende vassallo il paese e dopo dura lotta lo occupa. Forniscono truppe agli Osmani contro l'Ungheria (166) e contro l'invasione del Tamerlano (159b), in Asia Minore.
Il nucleo dell'esercito è costituito dalla cavalleria dei nobili chiamata vlastela, armata di lancia ed arco secondo lo stile bizantino (Kn), con il proprio seguito armato di giavellotti, archi e balestre (Ax, Bw, Ps), ausiliari bulgari (Sp) e valacchi (LH, Ax), mercenari tedeschi (Kn), cavalleggeri turchi, ungheresi e tartari (LH) ed in un caso anche spagnoli. I cavalleggeri mercenari sono poi sostituiti da cavalleggeri serbi armati di lancia chiamati gusars.

(143) Ayyubiti.
Il generale curdo Saladino abbatte il califfato scita Fatimida in Egitto e si proclama sultano fondando la dinastia Ayyubida. La capitale rimane El-Qahira (Il Cairo).
Estende i dominii in Arabia, Siria e Iraq combattendo contro gli stati latini di Siria (141), i Selgiuchidi (124), gli Armeni di Cilicia (132), i Georgiani (121) ed i Bizantini (133). Alla sua morte l'impero è diviso tra gli eredi che lottano tra loro coinvolgendo anche gli esuli Covaresmi (146).
La dinastia egiziana respinge due crociate sul suo territorio ma è abbattuta da un colpo di stato dell'esercito, guidato dagli schiavi mamelucchi. I principati di Aleppo e Damasco cadono invece ad opera dei Mongoli.
L’esercito ajubbita è composto in maggioranza da schiavi chiamati gulam o mamalik (mamelucchi), di proprietà del sultano e degli emiri, questi in cambio ricevono rendite fondiarie (iqta).
Curdi, turchi e turcomanni in genere sono pagati meglio degli armeni, arabi ed egiziani:


(144) Anglo-Irlandesi.
I nobili Inglesi si inseriscono nelle lotte tra regni e clan irlandesi (112), lottando anche tra loro in continui cambi d'alleanza che a volte coinvolgono anche i regni d'Inghilterra (164) o di Scozia (140).
Gli eserciti sono un misto tra i precedenti dei clan irlandesi (Ax, Ps) e quelli anglo-normanno (Kn, Cv, LH, Bd) con contigenti gallesi (Ax, Lb) e bardi al seguito (Fw).

(145) Inglesi Feudali.
La dinastia Plantageneta combatte soprattutto per i propri dominii in Francia (137), dopo dura lotta occupa il Galles (92) mentre non riesce a fare altrettanto con la Scozia (140).
L'esercito comprende cavalieri nobili o mercenari (Kn), numerosa fanteria mobilitata, urbana o mercenaria, (Sp, Ax), arcieri (Bw, Lb), balestrieri (Cb). Tra i provvedimenti militari troviamo:


(146) Covaresmi.
Il coppiere del sultano Selgiuchide fonda una dinastia turca di governatori che in seguito solleva la popolazione turco-iranica e resiste ai tentativi di sottomissione (124).
I Covaresmi si riconoscono tributari del regno Qara-Qitai, combattono a est i Cumani (130), si espandono nel Kosoran e in Iraq scontrandosi con i Guridi (ex vassalli Gasnavidi) che infine sono abbattuti. Poi approfittano dello sfaldamento del regno Qara-Qitai, occupano i territori oltre l'Oxus ed entrano in contatto con i Mongoli di Gengis Khan che ne distruggono il regno (154).
L'ultimo principe superstite è inseguito fino in India, sconfitto sull'Indo e si salva a stento rifugiandosi presso il sultano di Dheli. I resti dell'esercito fuggono verso occidente, sbaragliano i Georgiani (121), trovano impiego come mercenari in Siria, nelle lotte tra Turchi (139), Ajjubiti (143) e Gerosolomitani (141), infine sono dispersi.
L'esercito è formato principalmente da gulams (schiavi) turchi, che combattono con arco (LH) o con usberghi di maglia (Cv), a volte affiancati da mercenari nomadi turcomanni (LH), Cumani (LH) e fanteria iranica (Sp, Bw).

(147) Tardi Bulgari.
La rivolta di due principi valacchi contro Bisanzio e l'intervento dei Cumani (130) consente ai Bulgari di riacquistare la propria indipendenza.
Lo czar ottiene dal papa il titolo di "Re dei Bulgari e dei Valacchi" e pone la capitale a Tirnovo. Approfitta della caduta di Bisanzio ad opera dei crociati per occupare la Macedonia poi sconfigge questi ultimi (152) con l'aiuto dei Cumani.
In seguito combatte gli Ungheresi (119,166), i Bizantini rientrati nella loro capitale (153), deve riconoscersi tributario del regno Serbo (142b) e subisce l'occupazione dagli Osmani (160a).
L'esercito è formato dai knezes (principi) e boljars (nobili) con il loro seguito (Kn, Sp, Ps), cavalieri valacchi, arcieri a cavallo bulgari, cavalleggeri alleati Cumani (LH) armati d'arco ed occasionalmente mercenari Russi (Sp).

(148a) Prussi o Estoni.
Le tribù dei Prussi, in lotta tra loro (148a) e contro i vicini Lituani (148b), contrastano la penetrazione germanica e compiono scorrerie nel ducato polacco di Masovia (149) che chiama in aiuto i Cavalieri Teutonici (151). L'Ordine, dopo dura lotta e ribellioni, sottomette i Prussi e colonizza le rive del Baltico con Tedeschi e Fiamminghi, che popolano le fiorenti città mercantili. Queste per liberarsi della tutela teutonica si riconoscono vassalle polacche.
Gli Estoni, Finno-Ugri, sono politicamente poco organizzati; ogni villaggio è guidato da un anziano che guida anche i guerrieri in battaglia; gli anziani si riuniscono in concili per prendere decisioni che riguardano gruppi più o meno estesi di villaggi.
Combattono tra loro, i vicini Lituani (148b), sono sottomessi dai coloni tedeschi di Riga, poi dai Danesi (131b) che vendono la colonia ai Teutonici.
La tattica preferita è la guerriglia, ed usano il cavallo per spostarsi (Cv), anche se combattono preferibilmente a piedi, armati di archi e fecce con punte metalliche, giavellotti (Ps), lance, spade a doppio taglio o daghe a un solo filo, asce, martelli (Wb, Ax); usano gridi di battaglia e battono le armi sugli scudi di legno foderati di cuoio. Non usano armature.

(148b) Lituani.
I Lituani sono una mescolanza di popolazioni germaniche, nordiche, slave e finniche.
Formano numerosi principati in lotta tra loro (148b), contro i vicini Prussi (148a), contrastano la penetrazione Danese (131b) sulle coste Baltiche seguita da quella dei Teutonici (151). Guidati dalla dinastia guerriera dei Gedymin, formano un vasto principato tra la Polonia (149) ed i Principati Russi (157), occupano Kiev, estendono i dominii fino al Mar Nero ed attaccano più volte Mosca.
Per via matrimoniale ottengono la corona Polacca accettando il cristianesimo, ultimo popolo europeo a convertirsi, ma i principi lituani continuano una politica indipendente, combattono i Russi (soprattutto l'espansione del principato di Moscovia), i Tartari e successivamente gli Osmani (160b).
L'esercito è composto da hetman (nobili, Cv), cavalleggeri tribali (LH) e bande (Ax, Ps).

(149) Tardi Polacchi.
Le dispute tra re e feudatari spezzano il regno in quattro ducati e favoriscono gli interventi dei principati vicini: Lituania (148b), Kiev (129), Ungheria (166), Boemia, Slesia e Impero (136, 167). Il ducato di Masovia, per sottomettere i ribelli Prussiani (148a) chiama i Cavalieri Teutonici (151) che si creano un dominio personale sul Baltico.
Neppure l'invasione dei mongoli (154) e le loro successive continue scorrerie, pongono fine alle lotte, creando invece nuove dispute dinastiche per il possesso dei beni dei nobili caduti. Dopo la dinastia dei Piasti il trono è conteso dagli Anjou, dai Brandemburgo e dai feudatari polacchi, dai quali esce infine la dinastia dei Jagelloni, già principi di Lituania.
Sotto questi sovrani (con capitale Cracovia) i Polacchi proseguono le lotte con i Russi (157) e gli altri vicini, ottengono la sottomissione delle città prussiane (148a) e dopo dure lotte riescono ad imporre il vassallaggio ai Teutonici (151). Gli Jegelloni uniscono temporaneamente la corona Polacca con quella Ungherese ma devono combattere i Turchi Osmani nei Balcani (160b), ricevendo il soprannome di "Scudo della Cristianità".
L'esercito è feudale, basato soprattutto sulla cavalleria (Kn, Cv) fornita dalla szlachta, la piccola e potente nobiltà terriera, affiancata da mercenari tedeschi e Boemi (Kn) e cavalleggeri Lituani (LH). La fanteria è formata da leve di contadini lazigi (liberi) e servi, affiancata in seguito dalle pospolite ruszenie (milizie polacche) fornite prevalentemente delle città, ma è tenuta in scarsa considerazione (Bw) ed è infine sostituita da tasse per il pagamento di mercenari.

(150) Inca.
Le tribù andine di lingua Quechua, guidate dalla classe dominante chiamata Inca, creano un vasto impero chiamato Tahuantinsuyu (Quattro Cantoni) con capitale Cuzco, sottomettendo le popolazioni andine degli attuali Perù, Equador, Colombia, Cile e Bolivia. La lingua Quechua è imposta come lingua di stato (è poi usata dai sacerdoti spagnoli) e le popolazioni più bellicose vengono deportate. Una guerra dinastica (150) favorisce la conquista spagnola.
Lo stato ha il monopolio del mercato (catu), è proprietario di tutta la terra e tutto il bastiame, che assegna alla popolazione in base ai censimenti.
La società è divisa in classi:

Gli inca non conoscono la ruota e non dispongono di animali da trasporto, solo occasionalmente utilizzano i lama, tuttavia realizzano una vasta rete stradale (la strada Capac-nan è lunga quanto la distanza tra Oslo e La Mecca) per scopi militari e commerciali, munita di stazioni (tampu), colossali ponti sospesi (chanca in uso fino al 1714) o su zattere di balsa, grandi opere idrauliche e terrazzamenti, e grandi fortificazioni, come la famosa Macchu Picchu. La fortezza di Muyukawa è munita di tre muraglie concentriche che resistono alle artiglierie spagnole, numerosi torri e corridoi sotterranei. Cuzco possiede delle terme e le sue mura ciclopiche sono l'unica costruzione che rimane in piedi dopo il terremoto del 1650.
Presso ogni città (marcas) è presente una fortezza (pucara), di solito in collina. Dispongono di un efficiente sistema di corrieri chiamati chasqui, muniti di mazza, fionda, un corno di conchiglia (Fw), mantenuti dagli spagnoli fino al 1800. Non conoscono la scrittura ma utilizzano un sistema di cordicelle e nodi (quipu) che gli consente di tenere una scrupolosa contabilità della popolazione, le risorse economiche e militari di tutto l'impero. I conoscitori di questa "scrittura" si chiamano quipu-camayol (È dibatutto se oltre a numeri e potesse essere utilizzata per scopi letterari). Eccellono nella medicina e nella chirurgia, ma se un medico (hampi-camayoc) perde il paziente è seppellito col lui. Gli indovini (kalpa-kikoqs) interrogano per gli auspici il polmone di un lama nero, ritenuto sacro.
Per la navigazione lungo la costa o sui laghi andini, oltre alle zattere di balsa a vela quadra (huampu), utilizzano anche barche di giunchi (chimù o mochita), la cui capacità va dai 3 agli 80 uomini.
L'esercito è organizzato a base decimale per tribù ed è molto disciplinato, ma la guerra mantiene una base rituale che esclude attacchi notturni in massa ed attacchi con la luna nuova. Le armi appartengono allo stato e sono custodite in enormi magazzini. I trasporti sono effettuati tramite portatori o lama.
I guerrieri sono armati di lancia (bola), con punta in pietra, bronzo, rame o semplicemente indurita al fuoco, spada di legno a due tagli utilizzata con due mani, mazza con punta arrotondata o a stella di bronzo o pietra (macana) e fionda in lana di lama intrecciata. L'armamento difensivo comprende scudi rotondi o rettangolari (walkanqua), in legno, coperti di pelle di daino o tapiro e decorati con simboli geometrici diversi per ogni unità, tuniche imbottite di cotone, protezioni della parte posteriore del collo ed elmi di legno o canna, muniti di emblemi totemici e frange di lana. I combattenti ricevono coca (monopolio imperiale) per affrontare le marce faticose e la sera prima della battaglia. I bardi (haravec) dispongono di tamburi da guerra e corni di grandi conchiglie (popoto); la danza di vittoria dei guerrieri si chiama chachua. I guerrieri cha uccidono un nemico si dipingono di nero un braccio, con due nemici uccisi si tingono il torace e con tre nemici uccisi si dipingono un segno sul viso da un'orecchio all'altro.
Il Sapai Inca dispone di una lettiga portata da 80 rucanas con veste azzurra, di una scorta di 25 frombolieri e di una guardia permanente composta dai figli dei nobili, chiamati sinchi (Valorosi), che formano anche il corpo ufficiali. I guerrieri eroici dopo la morte sono mummificati in posizione eretta e portati in guerra (Fw).
Dopo l'invasione spagnola gli inca impiegano anche archibugi e cavalli.

  1. Introduzione.

  2. Indice Alfabetico.

  3. Epoca degli imperi Medio-Orientali (1-30).

  4. Epoca dei regni Ellenistici e Roma Repubblicana (31-60).

  5. Epoca dell'impero Romano e dei regni Romano-Barbarici (61-90).

  6. Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).

  7. Epoca Feudale e delle Crociate (121-150).

  8. Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).

  9. Eserciti non ufficiali.

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