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Omeopatia e Disinformazione

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La Mia Ira
Sabato 27 agosto 2005, il servizio al telegiornale di una rete nazionale sui risultati di una nuova ricerca riguardo la medicina omeopatica pubblicati dalla rivista medica Lancet, ha avuto su di me l’effetto previsto dall’Ansa.
Il sito dell’Ansa è stato infatti il primo che ho consultato e, oltre a notare subito, e senza sorpresa, alcune differenze tra la “velina” ed il servizio, ho trovato anche questa frase “La ricerca susciterà l’ira dei medici e pazienti sempre più numerosi che si dedicano alla medicina alternativa, ed in particolare all’omeopatia”. La “previsione” della reazione emotiva è esatta. Comuque la mia curiosità ha prevalso sull’ira, e mi sono bastati pochi minuti di ricerca in internet su siti inglesi e francesi per chiarirmi le idee. In particolare apprezzo l’obiettività degli articoli pubblicati sul quotidiano francese Le Monde e sul sito inglese della BBC, entrambi il 26 agosto.

Il Fatto
Il dr. Aijing Shang, del dipartimento di medicina sociale e preventiva dell’università di Berna (Svizzera), ha diretto l’équipe che ha effettuato la ricerca, composta da otto medici delle università di Zurigo e di Bristol.
L’oggetto della ricerca sono 110 studi medici e statistici sull’omeopatia pubblicati negli ultimi quaranta anni, su campioni che vanno da un minimo di 10 persone ad un massimo di 1.573 persone, con una media di 65 (il che sembra fornire più di 7.000 casi), confrontati con altrettanti studi sulla medicina allopatica.
Il metodo impiegato è un’analisi incrociata dei dati, con metodi statistici altamente sofisticati (non è un lapsus freudiano), quindi non si tratta di una nuova ricerca, tantomeno di una ricerca strettamente medica, piuttosto di una rianalisi con nuove tecniche statistiche su dati già noti.
Il risultato di questa ricerca, secondo quanto dichiarato, è l’assenza di prove scientifiche che l’efficacia dell’omeopatia sia superiore all’effetto placebo.

L'Arte dell'Informazione
Questo risultato è già stato affermato da numerose ricerche pubblicate in passato, mentre altre ricerche sono giunte alla conclusione contraria; alcune di queste sono state pubblicate dalla stessa rivista Lancet. Questa nuova ricerca non smentisce direttamente gli studi precedenti, semplicemente si affianca a quelle che negano un’efficacia superiore a quella dell’effetto placebo.
Lo stesso professor Matthias Egger, dell’università di Berna, ammette che è impossibile provare una negazione, cioè nessuna ricerca può provare che una cura o un farmaco NON funziona, si può solo aspettare una ricerca che ne dimostri l’efficacia.
Nonostante ciò l’Ansa titola la notizia “L’omeopatia è inutile”. Non è la ricerca a suscitare in me l’ira ma, ancora una volta, il modo come le notizie sono divulgate.
La “previsione” della reazione emotiva da parte dell’Ansa è esatta, il soggetto però è sbagliato. Una notizia non è una ricerca scientifica.

Brevetti ai Raggi X
Visitando l'accelleratore di particelle realizzato presso Trieste è possibile assistere, tra l'altro, al funzionamento di un apparecchio a raggi X che analizza la struttura dei principi attivi dei farmaci. I risultati dell'analisi sono utilizzati per il controllo dei processi di produzione dei farmaci, la protezione brevettuale dei principi attivi e le procedure di anticontraffazione. In pratica quando due colossi farmaceutici si contendono un brevetto in tribunale, presentando ciascuna la propria documentazione, il giudice ordina una terza analisi non di parte, e chi perde paga, sia le consistenti spese legali, sia quelle dell'analisi compiuta in questa struttura all'avanguardia. Le spese sono recuperate con la vendita dei farmaci, quindi a carico di persone ammalate oppure del servizio sanitario pubblico, cioè tutti noi. Il brevetto farmaceutico protegge i profitti dei farmaci, ma le sostanze naturali dei prodotti fito-terapici e dei rimedi omeopatici non sono brevettabili, divenendo quindi oggetto di abili campagne di disinformazione.

Il Vizio del Lupo
Al governo australiano è stato chiesto di porre fine all'accreditamento dei corsi di omeopatia e bloccare il sostegno ai fondi assicurativi sanitari privati che includono la copertura delle spese sanitarie omeopatiche. Il governo ha quindi incaricato al National Health and Medical Research Council (NHMRC) di svolgere un'indagine sulle prove di efficacia dell'omeopatia.
La ricerca è stata condotta su 225 pubblicazioni in lingua inglese (Wikipedia scrive "analisi di tutta la letteratura scientifica internazionale riguardante l'omeopatia). I risultati sono pubblicati nel 2014 con il titolo "Effectiveness of Homeopathy for Clinical Conditions: Evaluation of the Evidence" (scaricabile dal sito www.nhmrc.gov.au: cam02i_homeopathyoverviewreport140408.pdf) e dichiarano che non esiste una sufficiente dimostrazione di efficacia del trattamento omeopatico. Per i media la "non dimostrazione di efficacia" diventa una "dimostrazione di non efficacia".
Paul Glasziou, presidente del Nhmrc, dichiara di sperare che molte persone ragionevoli riconsiderino la vendita, l'utilizzo e la distribuzione di questi prodotti, aggiungendo candidamente "come in Gran Bretagna dopo il 2010", dimostrando di essere a conoscenza che questo studio era già stato fatto, cioè sono stati impiegati dei soldi per ripetere le stessa "ricerca".
Steve Hambleton, presidente dell'associazione dei medici australiani, ha commentato lo studio allargando il tiro, ha infatti invitato le assicurazioni a togliere le coperture non solo sull'omeopatia, ma anche sull'iridologia e la riflesologia (non presenti nello studio).
L'omeopatia inoltre è dichiarata pericolosa, in quanto il paziente ritarda l'inizio di cure allopatiche, dichiarazione che contrasta con il fatto che gran parte delle persone che si rivolge all'omeopatia lo ha fatto proprio dopo il fallimento di cure allopatiche (spesso lunghe, costose e fastidiose); compreso il sottoscritto.

Evidenze Ambigue
Il titolo della pubblicazione australiana è tradotto in italiano “Efficacia dell’omeopatia per patologie cliniche: valutazione delle evidenze”. Il termine "Evidence" tuttavia è ambiguo, essendo l'abbreviazione del termine "Evidence-based medicine" (EBM) la cui traduzione corretta è "Medicina basata su prove di efficacia", cioè sulle prove in cieco: doppio (o triplo), nelle quali soggetto e terapeuta (ed analizzatore) non sono al corrente dei prodotti sommenistrati, uno dei quali è il placebo, perchè è accertato che le aspettative cambiano i risultati (effetto Rosenthal). L'abbreviazione non dovrebbe precedere la traduzione, ma viceversa.
Il termine "evidente" deriva dal verbo "vedere", è sinonimo di "cosa che non ha bisogno di dimostrazione", e in questo caso è spudoratamente utilizzato per riferirsi ai risultati di un ben definito procedimento dimostrativo, "cucito addosso" ai farmaci chimici. Il termine è cioè tradotto con il contrario del suo significato, apoteosi della disinformazione.
Da notare che la pretesa scientificità delle prove in cieco comprende il confronto d'efficacia con l'effetto placebo, di cui si ignora la causa "scientifica". Eppure funziona, e a ben vedere troviamo successi (e fallimenti) in tutti gli approcci medici: chirurgia, farmacologia, omeopatia, fiori di Bach, costellazioni sistemiche, medicina sciamanica, Lourdes..., che hanno tutti in comune una cosa: il paziente! le sue aspettive, non brevettabili, ma manipolabili. La disinformazione tende a demolire una fondamentale risorsa di guarigione.




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