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BATTAGLIE NAPOLEONICHE

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La Guerra contro la Quinta Coalizione (1809)

La Quinta Coalizione.
L’Inghilterra, impegnata contro i francesi in Spagna, ottiene l’alleanza di Ferdinando I di Borbone re nominale di Napoli (30 III 1808) seguita da quella più importante con l’Austria (9 IV 1809).
L’esercito austriaco è stato riorganizzato da Karl Ludwig Johann arciduca d’Austria (già a Jemappes, Fleurs, Stockach, Hohenlinden e Caldiero), che ha accresciuto l’artiglieria campale, creato 150 battaglioni di Landwehr (compresi 2 battaglioni a Trieste, 1808), adottato le grandi unità di tipo francese, curato l’addestramento tattico e l’istruzione degli ufficiali, istituito scuole d’equitazione, accresciuto le biblioteche e gli archivi militari.
L’Austria dispone di 280.000 fanti, 36.000 cavalieri e 14.000 uomini tra artiglieri e genieri, più 20.000 fanti e 15.000 cavalieri ungheresi (altre fonti indicano 500.000 combattenti in tutto):


I Francesi.
Con la chiamata della classe 1789 (I 1809) sono formati i quinti battaglioni dei reggimenti e le truppe dei depositi sono raccolte in nuovi battaglioni. Le compagnie sono raccolte in battaglioni di marcia. Gli ufficiali sono racimolati qua e là.
Le unità così create mancano di coesione e di spirito di corpo e solo le divisioni appartenute alla Grande Armeé (sciolta in ottobre del 1808) non sono coinvolte in questo processo, rimanendo temprate e solide.
Napoleone prepara un magazzino di viveri a Ratisbona (II) e forma l’Armeé d’Allemagne (175.000 fanti e 40.000 cavalieri) affidata al maggior generale Alexandre Berthier principe di Neuchâtel, inviato a Strasburgo (III 1809):

L’anticipo dell’apertura delle ostilità, che Napoleone prevedeva per il 15 IV, impedisce a molte divisioni di raggiungere i propri comandanti di C.A. ed il II° C.A. non viene costituito.
Sul fronte meridionale Eugène de Beauharnais vicerè d’Italia dispone delle seguenti truppe:

Sui confini austriaci (Germania, Polonia, Italia e Dalmazia) si trovano quindi 300.000 francesi e 100.000 alleati.
Louis Bonaparte re d’Olanda con 20.000 olandesi presidia le coste Olandesi contro il pericolo di sbarchi da parte inglese.
Per rimpiazzare le perdite sono previsti 30.000 uomini della coscrizione dal 1810.

L’Avanzata Austriaca.
Le notizie di movimenti austriaci al confine bavarese (3 IV) sono confermate dopo pochi giorni (10 IV). Gli austriaci dalla Boemia risalgono lungo il Danubio e l’alto Raab, dall’Inn all’Isar, e varcano il confine bavarese (10 IV).

La notizia dell’attacco austriaco arriva a Parigi con il telegrafo ottico (12 IV). L’esercito francese è disposto su un fronte di 300 Km, disperso negli accantonamenti, privo di direttive, tanto più che Berthier sottovaluta le intenzioni dell’avversario. I generali francesi attuano ciascuno le misure ritenute più opportune:

Berthier, secondo gli ordini di Napoleone, affida il comando a destra del Danubio a Davout ed a sinistra a Massena (11 IV), raggiunge Lefebvre a Ingolstadt (13 IV) e gli ordina di tornare sull’Isar. Oudinot deve invece raggiungere Ratisbona, riprendere la divisione Saint Hilaire e quella di corazzieri. A sera Berthier riceve la lettera di Napoleone che consiglia di ripiegare su Donauwörth o Ratisbona in caso le ostilità non siano già iniziate, quindi revoca gli ordini a Lefebvre ed Oudinot, che devono ora ripiegare sul Lech presso Augusta.
Napoleone prima di lasciare Parigi (13 IV) ha in realtà inviato un telegramma che ordinava di ritirarsi a Donauwörth ma la nebbia che avvolge la capitale ne ritarda l’invio.
14 IV - Mentre gran parte delle truppe francesi sono impiegate nelle marce, Friant trova gli austriaci presso Amberg e li attacca audacemente, accertando che non sono troppo numerosi. I bavaresi invece si accorgono della presenza di numerose truppe austriache presso Landschut. L’avanzata austriaca causa anche la sollevazione dei tirolesi contro la Baviera.
16 IV - L’arciduca Karl, alla testa di 6 C.A., avanza con prudenza verso Landshut, sull’Isar, mentre da nord, oltre il Regen, le avanguardie austriache di Bellagarde avanzano su Ratisbona, dove si trovano il III° C.A. (Davout), la divisione Saint Hilaire e la divisione di corazzieri. Il IV° C.A. (Massena) e le due divisioni di Oudinot sono presso Augusta, dove si dirige anche Berthier.
Presso Pfaffenhofen il 2° e 3° reggimento di cavalleggeri bavaresi si scontra con gli ussari di Stipsicz ed i cavalleggeri di Rosenberg. A Landschut la divisione bavarese Deroy oppone resistenza alle superiori forze austriache ma è minacciata d’aggiramento e ripiega in ordine a Neustadt.

La Manovra di Ratisbona.
17 IV - Napoleone giunge a Donauwörth dove non trova né Berthier né altri ufficiali che possono illustrargli la situazione, quindi esamina i dispacci dei giorni precedenti e comprende il pericolo nel quale si trova l’armata francese divisa. Alle 10:00 emana i nuovi ordini per raggruppare l’armata: il III° C.A. (Davout) con le divisioni aggregate deve ripiegare da Ratisbona a Ingolstadt lungo la destra del Danubio ed il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre) deve fiancheggiarlo coprendo eventuali provenienze da Landshut. Berthier è rimproverato per aver fatto il contrario di quello che doveva.
Durante il pomeriggio ed il giorno seguente Napoleone completa la disposizione dei corpi:

18 IV - Solo durante la notte Napoleone riceve notizie sicure dei movimenti austriaci (80.000 uomini):

Emana quindi gli ordini per l’attacco:

I bavaresi sono attaccati lungo l’Abens presso Siegenburg.
19 IV - Battaglia di Thann. Davout si mette in marcia attraversando il terreno frastagliato e boscoso tra Teugen, Peising e Thann respingendo gli austriaci. Al suono del cannone accorre anche il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre), che ha ricostruito il ponte ad Abensberg. I due corpi si congiungono a sera presso Abensberg.
Secondo Davout si trattava dell’arciduca Karl con 80.000 uomini.
Il VI° C.A. (Massena, 3 divisioni) con le 2 divisioni di Oudinot (qualche divisione ha percorso più di 100 Km in 40 ore) giungono a Pfaffenhoffen e cacciano le avanguardie austriache, poi ricevono l’ordine di Napoleone (ore 12:00) di avanzare verso Landshut per tagliare la ritirata agli austriaci sull’Isar. A sera però Napoleone non ha notizie sicure sull’esito dello scontro di Davout quindi ordina a Massena di fermarsi a Moosburg e Freising, per non allontanarsi troppo, e di inviare le 2 divisioni di Oudinot a Davaut.
Il Corpo "Württemberghese" (Vandamme) riceve l’ordine di raggiunge Lefebvre a Siegenburg.
20 IV - Battaglia di Abensberg. Napoleone in base alle notizie del giorno precedente ritiene che gli austriaci siano in piena rotta, ordina (6:30) al IV° C.A. (Massena) di procedere per Landshut ed avanza ad Abensberg, dove trova gli austriaci in forze oltre l’Abens, li attacca su ampio fronte e li sconfigge, convinto di aver riportato una grande vittoria.
Oudinot e Massena ricevono l’ordine di affrettarsi a Landschut; Davout quello di attaccare gli austriaci ovunque li trovi, ma resta invece a Abach segnalando la presenza di 40.000 austriaci sul suo fronte, verso Ratisbona.
Infatti l’Armata di Boemia (Bellegarde) ha raggiunto in giornata Ratisbona ottenendo la resa del presidio, composto dal solo 65° reggimento privo di cartucce (colonnello Coutard ed un migliaio di uomini), e si è unito all’armata dell’arciduca Karl.
21 IV - Prima Battaglia di Eggmühl e combattimento di Landshut. Al mattino Napoleone, convinto di aver sconfitto l’arciduca Karl, emana gli ordini per sfruttare il successo, chiedendosi se la ritirata avvenga su Landshut, Straubing o Ratisbona.

Le comunicazione dell’armata francese sono spostate da Strasburgo-Ulma-Abensberg (lungo il Danubio) a Ulma-Augusta-Landshut. Le poche truppe catturate tuttavia inducono Napoleone a cambiare idea, interrompere l’avanzata verso Vienna per attaccare in forze l’arciduca Karl, emana quindi nuovi ordini (ore 19:00):

22 IV - Seconda battaglia di Eggmühl. L’arciduca Karl raccoglie le sue truppe, le fa riposare ed a mezzogiorno attacca nuovamente le posizioni dei francesi attorno Eggmühl ma la decisa controffensiva francese lo costringe a ripiegare verso Ratisbona. La stanchezza impedisce ai francesi di inseguire a fondo gli avversari.
23 IV - Ratisbona, difesa da 6 reggimenti austriaci, resiste tutto il giorno agli attacchi francesi coprendo il grosso (90.000 uomini) che varca il Danubio. Napoleone presso la città è ferito lievemente al piede destro e commenta dicendo "Ce ne peut etre qu’un Tyrolen" (Non può essere che un Tirolese). La città (alleata) è presa e saccheggiata con l’accusa di aver collaborato con il nemico. Il colonnello Coutard del 65° reggimento è liberato.
Il IV° C.A. (Massena) è inviato a valle fino a Straubing per colpire gli austriaci alle spalle ma il ponte di barche è trovato distrutto.
24 IV - Napoleone da Ratisbona emette un proclama che annuncia la cattura, dall’inizio della campagna, di 50.000 prigionieri, 100 artiglierie, 40 bandiere, 3 equipaggi da ponte, 600 cassoni, 3.000 carri e numerose casse dei reggimenti. Davout, già duca d’Auerstädt, è poi nominato principe di Eggmühl.
Per proseguire la campagna, Napoleone chiede dalla Francia nuovi reparti di cavalleria, soprattutto corazzieri.

Quarta Campagna d'Italia - L'Avanzata Austriaca.
Johannes arciduca d’Austria attacca improvvisamente presso Pordenone la divisione Broussier in marcia verso Udine, trovando i francesi ancora impreparati. Eugène Beauharnais viceré d’Italia non ha ancora raccolto tutte le sue unità e ripiega dietro il Tagliamento. La retroguardia del generale Sahuc (2 battaglioni del 35° ed un reggimento di cavalleggeri) è accerchiata a Pordenone dal generale Nugent e dopo dura resistenza è costretta ad arrendersi.
Eugène Beauharnais con 35.000 uomini attacca da Sacile (16 IV) i 45.000 austriaci ma dopo una battaglia maldiretta ed indecisa teme di essere aggirato ed ordina la ritirata, coperto dalla divisione Broussier che resiste eroicamente agli attacchi austriaci. I francesi si ritirano disordinatamente dietro il Piave, inseguiti fiaccamente dagli austriaci, poi ancora dietro l’Adige dove sono raggiunti dalla divisione di fanteria Lamarque, da quella di cavalleria di Grouchy e da Macdonald.
L’arciduca Johannes, indebolito dai distaccamenti che bloccano Palmanova, Venezia e da quelli inviati in Dalmazia a fronteggiare Marmont, avanza a Caldiero, ma è raggiunto dalla notizia della sconfitta di Eggmühl e ripiega dietro il Piave.

Gli Altri Fronti.


Nous Voilà en Autriche.
Mentre Napoleone con il grosso procede lungo la destra del Danubio verso Vienna, Davout insegue l’arciduca Karl (con 90.000 uomini) verso la Boemia, dove da Dresda convergono anche le divisioni sassoni (Bernadotte).
L’arciduca Karl raduna uomini e materiale tra Cham e Bruck e si ritira lentamente, ma potrebbe anche scendere lungo la sinistra del Danubio e da Passau raggiungere il corpo di Hiller, che mantiene un atteggiamento aggressivo. Infatti frontalmente gli austriaci passano l’Inn e costringono la cavalleria francese a ritirarsi a Neumarkt (23 IV).
Il giorno seguente una divisione bavarese è respinta da Neumarkt su Vilsbiburg lasciando gravi perdite (24 IV) ed anche la divisione Jellachich da Monaco mostra segni aggressivi contro i francesi in marcia verso l’Inn. Queste notizie si aggiungono a quelle preoccupanti del Tirolo, della Westfalia, della sconfitta di Sacile, ed inducono Napoleone ad avanzare con maggior cautela (26 IV):

Hiller con il corpo dell’arciduca Johan (40.000 uomini) ripiega verso Vienna rallentando l’avanzata francese dietro l’Inn, il Traun e l’Ems, mentre Kellachich deve ripiegare in Tirolo.
Nella presa di Passau da parte del IV° C.A. (Massena) si distinguono i Cacciatori del Po (parmigiani e piemontesi) che si lanciano sul ponte parzialmente interrotto ed occupano la città facendo 300 prigionieri (26 IV). La città è organizzata come piazza di deposito e munita con le artiglierie catturate agli austriaci a Ratisbona.
Il IV° C.A. (Massena) occupa Linz, evacuata dagli austriaci affinché non subisca danni, e attacca sul Traun 30.000 austriaci, forzando il passaggio presso Ebersberg (3 V) con un sanguinoso combattimento che si rivela inutile poiché il Corpo "Provvisorio" (Lannes) ha già occupato Wels e minaccia Ebersberg scendendo lungo la destra del fiume.
L’arciduca Karl da Budweis può raggiungere Hiller per la valle del Traun o attaccare i francesi alle spalle per Passau o Linz, che Napoleone fa quindi presidiare dalle divisioni Rouyer e Dupas, del Corpo "Württemberghese" (Vandamme).
Dopo aver riparato i ponti sull’Ems (4-6 V), l’Armeé d’Allemagne è costretta dalla mancanza di strade ad assumere uno schieramento in profondità. L’avanzata prosegue con l’occupazione di Melk (7 V), per tenere separato l’arciduca Karl da Hiller, ma quest’ultimo riesce a passare sulla sinistra del Danubio a Krems (8 V).
I francesi investono Vienna (11 V) ed effettuano un breve bombardamento (1.600 proiettili). Il ventitreenne arciduca Maximilian (fratello dell’imperatore) si ritira sulla sinistra del Danubio e distrugge i ponti, lasciando che la città si arrenda (12 V). A meno di un mese dall’inizio delle ostilità Napoleone entra nella capitale nemica, ma il grosso dell’esercito austriaco (100.000 uomini) è ancora in campo.

I Tentativi di Forzare il Danubio.
Saint Hilaire effettua il primo tentativo di passare il Danubio, attraverso l’isola di Shwarze-Laken di fronte al sobborgo di Nussdorf (a nord di Vienna), ma i 500 francesi sono attaccati da forze superiori austriache e devono ritirarsi (13 V).
Il grosso dell’esercito austriaco, guidato dall’arciduca Karl, si avvicina ed arriva a Stockerau (15 V).
Vadamme, sul fianco francese, è attaccato presso Linz (19 V) da numerose forze austriache che Napoleone crede siano quelle dell’arciduca. Il Corpo "Württemberghese" (Vandamme, 9.000 uomini), sostenuto dalle divisioni sassoni (Bernadotte, 22.000 uomini), respinge gli attaccanti e scopre dai prigionieri che si trattava del III° corpo austriaco (generale Kollowrath, 22.259 uomini).
Napoleone si appresta a forzare il Danubio da Ebersdorf, all’estesa isola di Lobau per poi sfociare nella piana di Marchfeld. Il Corpo "Württemberghese" (Vandamme) e Davout, con le divisioni Friant, Morand e Gudin, devono sorvegliare il Danubio a nord di Vienna mentre più a monte Berandotte deve passare il Danubio per coprire Linz, allontanare gli austriaci dal fiume e scoprire le loro posizioni (19 V).
Molitor con numerosi voltiguers del 2° di linea in 5 grandi barche caccia un centinaio di austriaci dall’isola di Lobau (19 V). Per la costruzione dei ponti sono necessari da 60 a 80 battelli per una lunghezza complessiva di 920 metri.
Ad Ebesdorf sono raccolti il il IV° C.A. (Massena), la divisione di corazzieri Espagne, la divisione Saint Souplice, la divisione Nansouty, le brigate di cavalleggeri Piré e Bruvères (affidate a Lannes) e la divisione di cavalleggeri Marulaz.
Alcuni dei ponti gettati verso l’isola di Lobau sono distrutti da una piena (20 V) ma alla sera il IV° C.A. (Massena) riesce a prendere posizione sull’altra riva tra i villaggi di Aspern ed Essling con 2 divisioni di fanteria ed una di cavalleria, più 2 divisioni della Riserva di Cavalleria (Bessières). A nord numerosi fuochi segnalano la presenza dell’armata austriaca.
Il giorno seguente (21 V) la cavalleria smentisce la presenza degli austriaci, che si limitano a sorvegliare i francesi dalle alture del Bisamberg. Napoleone si convince che l’arciduca Karl sia ancora lontano ed ordina a Massena di far posto agli altri corpi, ma così è trascurato il lavoro alle fortificazioni campali.
Gli austriaci attaccano in forze i francesi lungo tutta la linea Aspern-Essling (22-23 V) e sono respinti ma inducono Napoleone ad abbandonale la riva sinistra e ripiegare sull’isola di Lobau.
L’imperatore chiama a sé anche le Eugene Beauharnais vicerè d’Italia con le sue truppe, Marmont dalla Dalmazia, il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre) dal Tirolo ancora ribelle e sollecita l’arrivo di 24.000 uomini in arrivo dalla Francia.
I ponti sono riattati (25 V) e Napoleone torna sulla riva sinistra del Danubio lasciano il IV° C.A. (Massena) sull’isola di Lobau.

Quarta Campagna d'Italia - La Ritirata Austriaca.
Eugene de Beauharnais viceré d’Italia riceve rinforzi da Murat re di Napoli ed insegue l’arciduca Johann in ritirata, riportando alcuni successi sul Piave (7 V), dove gli causa 2.500 tra caduti e feriti ed altrettanti prigionieri, a Conegliano (9 V) e sul Tagliamento (10 V), causandogli altri 1.500 tra caduti e prigionieri.

L’arciduca Johann e Giulay si riuniscono a Grätz (metà V). La campagna d’Italia si conclude per gli austriaci con un bilancio passivo di 25.000 prigionieri, 60 cannoni e 15 bandiere.
Napoleone invia ad Eugene Colbert ed il generale Montbrun con le brigate Jaquinot e Pirè a Bruck portando gli effettivi di cavalleria a 11 reggimenti di cavalleria e 3 reggimenti di dragoni. L’armata ammonta a 36.000 uomini, ai quali si unisce poi anche la divisione Marulaz.
L’arciduca Johann, tallonato da Eugene de Beauharnais per Leoben, Wiener Neustadt e Spron, è costretto a scendere lungo la Raab verso l’Ungheria, è raggiunto presso Gyö:r sulla Raab (14 VI) ed è sconfitto ma riesce a sottrarsi dall’inseguimento, passa sulla riva sinistra del Danubio a Komaron ed arriva con i resti della sua armata Presburgo (la cui testa di ponte sulla riva destra è stata inutilmente attaccata da Davout).
La divisione italiana Saveroli è lasciata a fronteggiare l’arciduca Johann mentre il grosso dell’Armée d’Italie raggiunge Napoleone.

Gli Altri Fronti.


I Preparativi Francesi ed Austriaci.
In sei settimane 35.000 uomini colmano i vuoti dell’Armeé d’Allemagne attorno Vienna. Giungono munizioni, materiali ed equipaggiamenti. Dalla Francia sono chiamati 40.000 coscritti e 13.000 cavalli, a fianco di contingenti tedeschi, toscani e napoletani. Giungono anche l’Armée d’Italie e (lentamente) l’Armèe de Dalmatie. L’artiglieria campale è accresciuta e sono assegnati i pezzi ai battaglioni.
Le truppe ricevono doppia razione giornaliera di vino, grazie alla requisizione delle scorte dei principi e dei grandi signori dalle cantine di Vienna.
I ponti all’isola di Lobau sono rinforzati, sono erette palafitte frangiflutti, un ponte galleggiate è largo 3 corsie ed è illuminato. È utilizzata anche la "Catena dei Turchi" conservata nell’arsenale di Vienna dal tempo dell’assedio degli osmani (1684). Sono approntati altri 7 ponti da gettare dall’isola di Lobau alla sponda sinistra del Danubio (ma più a valle, dietro un’ansa). Il Danubio è sorvegliato da una flottiglia di cannoniere. L’isola si riempie di strade, baracche, fortificazioni e sono messi in batteria 113 pezzi d’artiglieria mascherati da finta vegetazione.
Frattanto l’arciduca Karl riceve altri 50.000 uomini della riserva, delle guarnigioni e le leve di Moravia ed Ungheria, delle landwerher provinciali. Sono requisiti il maggior numero di cavalli. Tra Aspers ed Enzersdorf sono erette fortificazioni, ridotte, palizzate, abbattute. La linea è presidiata da 150 pezzi d’artiglieria asportati dalle fortezze di Boemia e Moravia. Alla "Casa Bianca", presso Enzersforf, è costruita una ridotta con 6 cannoni.

Il Forzamento del Danubio.
31 V - Gli austriaci effettuano un tentativo di passare il Danubio tra Krems ed Hollenburg ma i 1.200 uomini sono respinti dal corpo di Vandamme appoggiato dalla cavalleria di Pajol.
30 VI - Il IV° C.A. (Massena) getta un ponte di barche in fondo all’ansa del Mulino e passa il fiume con una divisione, protetto da un poderoso fuoco d’artiglieria, creando un diversivo. La notte gli austriaci si schierano tra Aspern ed Essling.
1 VII - Le truppe francesi iniziano il passaggio sull’isola di Lobau. Gli austriaci lanciano inutilmente alcuni burlotti contro i ponti.
4 VII - L’artiglieria francese induce l’arciduca Karl a ritirarsi oltre la Russ, garantendosi la via di ritirata per la Boemia o la Moravia. Il cavallo di Massena cade con il suo cavaliere che è leggermente ferito.
Durante tutta la notte l’artiglieria continua il fuoco sulle posizioni austriache, le cannoniere effettuano attacchi di disturbo, il Danubio è attraversato dalle vetture che trasportano viveri e munizioni e sono gettati 4 ponti dall’isola alla riva sinistra, a sud di Enzerdorf (ore 23:30). La testa di ponte è subito rinforzata da 4-5 ridotte munite da pezzi d’assedio e mortai.
5 VII - Napoleone, ignaro dell’arretramento austriaco, inizia il passaggio del grosso sulla riva sinistra (ore 4:00) sotto la protezione del continuo fuoco d’artiglieria e della cannoniere. Sono necessari solo brevi combattimenti a Enzersdorf (Saint-Croix con 2.500 granatieri), al castello di Sachsengang, ed a Mühlletten. La manovra sorprende l’arciduca Karl che ha presidiato questo settore solo con il corpo di Nordmann.
I francesi passano con 70.000 uomini (ore 9:00) ed iniziano a schierarsi:

Ultimato il passaggio e lo schieramento, i francesi proseguono decisamente l’avanzata contro gli austriaci allargando il loro schieramento:

A sera Bernadotte, Eugene e Oudinot passano il profondo ruscello paludoso di Russbach sotto il fuoco austriaco.
Davout ha l’ordine di prendere Wagram ma l’oscurità disordina due divisioni sassoni e due francesi che si scambiano alcune fucilate, scambiano la brigata di cavalleria Salme per austriaca e ripiegano prese dal panico (il giorno seguente non possono essere impiegate). Al centro l’attacco confuso contro Baumersdorf è respinto e solo Neusiedel, all’ala destra, è occupato perché poco presidiato, ma Napoleone ordina di ripassare il Russbach e la ritirata avviene in disordine, senza che gli austriaci intervengano.
Alla fine degli scontri (ore 23:00) i francesi hanno scoperto che gli austriaci sono in forze sulla linea Stadelau-Gerarsdorf-Wagram-Neusiedel e non sono intenzionati a disimpegnarsi. Oudinot lascia 5.000 caduti.
L’arciduca Johann da Presburgo ha raggiunto Marchfeld per unirsi al grosso.
Napoleone rafforza il centro ed emana le disposizioni per la battaglia, mentre l’arciduca Karl estende e rafforza le ali del proprio schieramento. La notte è fredda ed all’armata francese manca legna per i bivacchi.
6 VII - Battaglia di Wagram. I francesi, guidati da Napoleone, sconfiggono gli austriaci.

L’Inseguimento.
7 VII - Bellegarde, Klenau e Kolowrarh con 60.000 austriaci ripiegano per Karl, Znaym ed Iglau verso Praga, protetti da principe di Reuss alla retroguardia, mentre Rosenberg e Hohenzollern con altri 20.000 uomini si ritirano verso Nikolsburg. I francesi devono scoprire la direzione della ritirata avversaria:
All’estrema sinistra Massena avanza verso Kornneuburg; Davout avanza verso Wolkersdorf, Napoleone verso Stammersdorf, Montbrun verso Brünn (e la Moravia) con tre brigate leggere (500 cavalieri), Eugenio e Nansouty verso Stocherau e Marmont verso Nikolsburg.
8 VII - Napoleone con la cavalleria pesante della guardia raggiunge Wolkersdort dove a causa della stanchezza sta male e deve fermarsi. Bassières, Oudinot e la Guardia Imperiale procedono per Nikolsburg e Znaïm.
Jerôme con 20-25.000 avanza verso Dresda, Massena con una divisione di cavalleria pesante e tre divisioni di fanteria (Legrand, Carra Saint-Cyr e Molitor) avanza oltre Stocherau e scopre la retroguardia austriaca (principe di Reuss). Marmont, con il corpo giunto dalla Dalmazia ridotto ad 1/4 degli uomini, giunge a Laa.
9 VII - Massena raggiunge il principe di Reuss. Napoleone fa convergere a Nikolsburg Marmont, Davout, la cavalleria e l’artiglieria della Guardia, seguiti da Oudinot con la fanteria della Guardia.
10 VII - Massena con 8.000 uomini ingaggia presso Hollabrunn la retroguardia il principe di Reuss e la respinge in disordine.
16 VII - Combattimento di Znaïm. Marmont supera la Thaya a valle di Znaïm. La divisione Glauser caccia 5-6.000 austriaci dal bacino di Znaïm e cattura due bandiere del reggimento Arciduca Karl. Oltre la Thaya i francesi scoprono il grosso degli austriaci in marcia sulla strada di Hollabrunn.
Montbrun accerchia il villaggio di Znaïm, cattura 300 austriaci e se ne trova davanti 40.000, quindi assume posizione difensiva su una scarpata appoggiandosi al villaggio di Tesswitz. Massena accorre al tuono del cannone.
Gli austriaci attaccano, prendono e perdono più volte il villaggio che a sera è ancora in mano ai francesi.
17 VII - Napoleone rimuove Marmont, colpevole di non aver dato sue notizie, e raggiunge Massena con i cavalleggeri polacchi. Massena invia verso Schallersdorf la divisione Lagrand, questa attacca il ponte sulla Thaya, barricato dagli austriaci, e se ne impossessa. Nel pomeriggio un temporale obbliga la temporanea sospensione dei combattimenti, poi gli austriaci riprendono il ponte ma arriva la divisione Carra Saint-Cyr che riconquista i ponte e cattura 800 uomini.
Arrivano poi Marmont, che avvolge Tesswitz, e la cavalleria della Guardia (Montbrun ed i corazzieri di Saint-Suplice). Napoleone propone un armistizio (ore 21:00) che gli austriaci accettano.
Massena lascia 2.000 tra caduti e feriti contro 5.000 prigionieri, 3.000 caduti e feriti austriaci. I combattimenti terminano alle grida di "Vive L’Empereur!" e "La Paix!".

La Spedizione Inglese in Olanda.
Gli inglesi approntano una spedizione contro Anversa stimando che l’Olanda sia difesa da 8.000 uomini, mentre sono presenti solo qualche brigata provvisoria e le guardie nazionali, senza artiglieria né cavalleria.

25 VII - La spedizione esce dai porti inglesi. L’ammiraglio John Stracham guida 40 vascelli, 30 fregate, 82 corvette e brigantini, 500 trasporti e numerose scialuppe (ma il tonnellaggio è 1/4 di quello previsto). Lord Chatham dispone di 30.000 fanti, 2.500 cavalieri e 3.000 artiglieri con 150 cannoni.
29 VII - La flotta inglese è in vista delle coste della Fiandra, presso l’isola di Walcheren, ma un forte vento impedisce lo sbarco. I trasporti restano all’imboccatura del canale di Walcheren (entro il quale si è rifugiato l’ammiraglio Missiessy con la flotta francese) mentre le navi penetrano nel canale di Weeregat, sbarcano 15.000 uomini, sconfiggono il generale Osten con 1.500 uomini, catturando 2 cannoni e prendono Middlebourg.
2 VIII - La divisione inglese Hope, sbarcata sull’isola di Sud-Bevelard, ottiene la resa del forte di Batz dal generale olandese Bruce che nonostante abbia 30 cannoni non offre resistenza. Napoleone chiede il suo arresto e la sua esecuzione. Fouchè ed il ministro della guerra Clarke dirigono su Anversa 20.000 uomini tra truppe francesi, polacche, gendarmi, guardie nazionali e 10.000 olandesi. Louis Bonaparte re d’Olanda propone di allagare vaste zone e di bloccare tutti i canali affondano alcune navi, ma Decaux lo calma. Napoleone crea l’Armeé du Nord affidata a Bernadotte.
11 VIII - Gli inglesi bombardano Flessinga con 1.000 cannoni della flotta e 60 sbarcati.
15 VIII - L’Armeé du Nord (Bernadotte, 20.000 uomini e 24 cannoni) entra ad Anversa.
16 VIII - Il generale Monnet, difensore di Flessinga, si arrende.
25 VIII - I primi vascelli inglesi, risalendo il canale di Walcheren verso Anversa, giungono davanti Batz ma la febbre decima le truppe. I malati sono 7.000.
2 IX - La spedizione è sospesa. I malati (25.000 su 44.000) sono evacuati. A Walcheren restano 12.000 inglesi.

Gli Altri Fronti


La Pace di Schönbrunn.
L’armistizio di Znaïm è trasformato nella pace di Schönbrunn, detta anche Pace di Vienna (14 X 1809). L’Austria accetta le seguenti imposizioni:

A Parigi 100 cannoni salutano la pace. L’Impero è al suo apogeo.


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