Indice


STORIA e WARGAME

Regolamenti
E-Mail Bibliografia
Ultime Modifiche Link


La Rivoluzione (1792)

Guerre Napoleoniche

La Rivoluzione Francese.
Dopo l’apertura degli Stati Generali (5 V 1789, l’ultima convocazione risale al 1614) sorgono gravi contrasti tra Luigi XVI di Borbone re di Francia ed il Terzo Stato, che chiede riforme sociali, economiche e politiche. Gli stati generali assumono il nome di Assemblea Nazionale (17 VI), poi quello di Assemblea Costituente (9 VII), cioè con il compito di scrivere la costituzione.
La folla prende la Bastiglia e libera i prigionieri politici (15 VII). Gli ufficiali della guardia del re presentano le loro dimissioni, che sono accettate.
L’Assemblea Costituente abolisce i privilegi feudali, proclama la separazione dei poteri legislativo, giuridico ed amministrativo e proclama i diritti dell’uomo (4 VIII).
Il re è obbligato dalla folla a trasferirsi da Versailles a Parigi (6 X 1790) e dopo la morte del presidente moderato Honorè-Gabriel Riqueti conte di Mirabeau, il suo maggior sostenitore (2 IV 1791), tenta la fuga all’estero ma è arrestato (20/21 VI). L’Assemblea Costituente si scioglie e torna a riunirsi come Assemblea Legislativa (20 IX 1791).
Luigi XVI è costretto a chiamare i Girondini al governo (III 1792) ed a dichiarare guerra all’Austria (20 IV), contro la volontà dei Giacobini; la causa primaria è lo scontro di politica interna tra i due partiti. L’Austria possiede il Belgio ed il Lussemburgo (dal trattato di Utrech, 1713) ed è alleata alla Prussia (convenzione di Pilnitz, 1791, e trattato di Berlino, II 1792, che tra l’altro prevede la spartizione della Polonia tra le due potenze e la Russia).
La folla penetra a Le Tuileries ed affronta il re (20 VI).
La patria è dichiarata in pericolo (11 VIII) ed appare il “Manifesto di Brunswick” (25 VII), che invita insolentemente alla disobbedienza e causa l’indignazione popolare. La folla penetra nuovamente a Le Tuileries costringendo Luigi XVI a rifugiarsi presso l’Assemblea Legislativa che lo sospende dal trono e lo chiude nel tempio. La folla massacra i nobili ed i preti nelle prigioni (6 IX).
L’Assemblea Legislativa diviene Convenzione Nazionale (20 IX) che abolisce la monarchia, proclama la repubblica (21-22 IX) ed emette un proclama nel quale accorda fraternità e soccorso a tutti i popoli che vogliano conquistare le propria libertà (IX 1792). Luigi XVI è messo sotto processo (20 XII).

L’Esercito Francese.
Tra gli atti dell’Assemblea Costituente c’è la riorganizzazione dell’esercito (1791) che secondo la Costituzione sarebbe dovuto rimanere volontario. È adottato il tricolore per tutte le bandiere (1791).
Agli antichi corpi regolari mercenari (abiti bianchi), che forniscono 150.000 uomini (la ferma è di 8 anni), sono affiancati i corpi di volontari a ferma annuale (abiti azzurri), previsti in numero di 100.000 (sono circa la metà nel 1792) e la guardia nazionale obbligatoria dei cittadini tra i 18 ed i 50 anni limitata a impieghi locali. Sono inoltre previsti 30.000 cavalieri ma è difficile reperire i cavalli.
Dopo che la patria è dichiarata in pericolo (11 VIII 1792), è decretato l’arruolamento di 600.000 “volontari” fissando il contingente che ogni dipartimento deve fornire.
La fanteria è organizzata in battaglioni di 9 compagnie (1 di granatieri) e 6 pezzi d’artiglieria (che nella pratica sono spesso in numero inferiore).
I vecchi reggimenti sono sciolti ed è istituita la demi-brigade (mezza-brigata), composta da un battaglione regolare e due battaglioni di volontari, classificate linge (linea) o légere (leggeri). Le demi-brigade sono 209 di linea e 42 leggera (1793-1794) per poi scendere a 110 di linea e 30 leggere (1796).
La cavalleria è organizzata in reggimenti di 3 squadroni, più uno squadrone deposito, ed è armata di sciabola e pistola (senza moschetti né lance).
L'artiglieria è organizzata in batterie di 6 cannoni e 2 obici.
Una divisione è inquadrata in 2 brigate e comprende 12 battaglioni, 2 squadroni e 22 pezzi d'artiglieria (1793) ma l'anno seguente è invece suddivisa in 3 demi-brigade.



Le Armi del Periodo

Moschetto
Gittata massima teorica 200 metri; gittata d’impiego 100 metri;
cadenza di tiro dai 2 (soldati mediamente addestrati) ai 5 colpi al minuto (veterani).
I colpi a segno sono circa il 20%.
Moschetto Rigato
Gittata massima di 300 metri; cadenza 5 colpi in 2,5 minuti;
precisione alle distanze 80-100, 100-200, 300 metri per soldati mediamente addestrati rispettivamente 40, 18 e 15 %, per soldati bene addestrati 53-75, 25-40, 16-23%.
Cannone da 3 libbre
Precisione 100% a 450 metri, 34% a 750 metri;
cadenza di 8 colpi in 2,5 minuti.
Mitraglia entro 675 metri.
Cannone da 6-7 libbre
Precisione 100% a 520 metri (con eventuale rimbalzo a 6-700 metri), 31% a 950 metri, con una cadenza di 8 colpi in 2,5 minuti.
Mitraglia entro 400 metri.
Cannone da 8-9 libbre
Precisione simile ai precedenti (400 metri con eventuale rimbalzo a 8-900 metri, 700 metri con rimbalzo a 1.000 metri), gittata massima 900 metri.
Cadenza di 6 colpi in 2,5 minuti.
Mitraglia entro 450-475 metri.
Cannone da 12 libbre
Precisione 100% a 600 metri, 26% a 950 metri;
gittata massima a parabola 1.200-1.800 metri;
cadenza 3 colpi in 2,5 minuti.
Mitraglia entro 550-600 metri.

Le Dottrine d’Impiego.

Al momento dell’entrata in guerra le truppe sono generalmente istruite secondo il regolamento provvisorio del 1788, i due regolamenti del 1791 sono ancora poco studiati mentre alcuni reparti sono istruiti ancora con quello "alla prussiana" del 1776. Le truppe istruite dal 1792 in poi si dimostreranno superiori a tutte le truppe avversarie.
Gli ufficiali sono autodidatti ed è loro consigliato lo studio dei più diffusi testi di storia militare. L’Ancient Regime ha istituito una scuola ufficiali solo per le armi tecniche dell’artiglieria e del genio.

La Crisi di Comando Francese.
La guerra è condotta dal ministro degli esteri Charles François Dumouriez che dispone delle seguenti armate (139.500 uomini presenti su 160.000 nominali):

L’ufficiale del genio Rouget de Lisle, dell'Armata del Reno e di guarnigione a Strasburgo, scrive le parole e la musica del “Canto di Guerra dell'Armata del Reno” che i federè marsigliesi fanno conoscere a Parigi e riceve il nome “La Marsigliese”.
I francesi iniziano l’invasione dei Paesi Bassi (18 IV) ma gli scontri di Quiérvain e Tournai si risolvono con scene di panico tra le truppe (29-30 VII).
Il maresciallo Lückner sostituisce il maresciallo Rochambeau e l’Armata del Reno viene affidata a Biron, sottoposto al generale La Fayette. Senza consultare il ministero, Lückner e La Fayette si accordano per scambiarsi di posizione con tutte le loro truppe (VIII). La Fayette diserta (10 VIII) ed è sostituito dal generale Dumouriez (20 VIII) che ha perso il ministero.

L’Invasione e la battaglia di Valmy (20 IX 1792).
Karl Wilhelm Ferdinand duca di Brunswick (Braunschweig in tedesco), eroe della guerra dei Sette Anni, passa la frontiera (20 VIII) con 42.000 prussiani, seguiti da 6.000 uomini dell’Assia e 15.000 francesi emigrati.
L’Austria ha in linea 49.000 uomini sulle Ardenne e nei Paesi Bassi ed il corpo austriaco del generale Cleyfayt si unisce ai prussiani presso Arlon (19 VIII).
Gli invasori avanzano su Metz, prendono la fortezza di Longwy (23-29 VIII) e quella di Verdun (30 VIII-2 IX).
Il maresciallo Lückner viene destituito perchè inoperoso e sostituito da François Christophe Kellerman (veterano della guerra dei sette anni) che è inviato in soccorso di Domouriez.
Domouriez dispone di 19.000 uomini, ne riceve altri 3.000 dalla Sambre e si schiera dietro le Argonne (3 IX), tra La Chênein (a nord) e Les Islettes (a sud) ma dopo alcune scaramucce (12-14 IX), Brunswick aggira queste posizioni (10 XI) e continua l’avanzata nonostante che le sue truppe siano colpite da malattie.
Domouriez lo tallona, è raggiunto da Kellerman con 16.000 uomini (17 IX) ed infine anche da Beurnonville con 10.000 uomini (19 IX), che lo aveva scambiato per il nemico ed era ripiegato su Châlon (16 IX). I Francesi respingono un accenno di attacco prussiano a Valmy (20 IX 1792).
Brunswick dispone di solo 17.000 uomini validi ed ottiene un armistizio (22-29 IX) che gli consente di ritirarsi oltre confine nel Palatinato. La vittoria ha un grande effetto morale in Francia.
Goethe, presente alla battaglia, vent’anni dopo dichiara che "questo giorno, in questo luogo, una nuova era comincia nella storia del mondo".

La Controffensiva Francese e la battaglia di Jemappes (16 XI 1792).




Indice Regolamenti Bibliografia Inizio Pagina