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La Spagna Perde i Dominî Europei (1705-1706)

Guerra di Successione Spagnola.

La Distruzione della Flota de la Tierra Firme.
Il quarto convoglio francese per le Antille salpa da Cadige (10 III 1706), sfugge alla vigilanza inglese presso i banchi di sabbia del Tajo. Gli inglesi accusano i portoghesi di tradimento, poichè il comandante portoghese del forte all'uscita del Tajo ha interpretato in senso stretto l'ordine di "fermare qualsiasi nave".
Il convoglio giunge rapidamente a Cartagena (40 giorni di navigazione) ma nel ritorno la Flota de la Tierra Firme, la parte più ricca del convoglio, è distrutta dal comodoro Wager nei Caraibi.
Tra i corsari francesi si distingue Claude Forbin-Gardanne che cattura 7 mercantili inglesi (VI 1706) e 2 olandesi (12 VII), attacca un convoglio olandese (28 X), affonda un vascello e ne cattura 3.

Malborough nei Paesi Bassi.
Dopo la morte dell’Imperatore Leopoldo I (5 V 1705) sale al trono il primogenito Giuseppe I d’Asburgo.
La Francia dispone di 250.000 uomini ed è costretta alla difensiva.
Malborough deve inviare 10.000 uomini dai Paesi Bassi in Italia, passa la Mosella ed invade la Francia con le pessime truppe di Ludwind margravio del Baden, ma Villars rifiuta abilmente la battaglia, quindi ritorna nei Paesi Bassi (VI 1705). I francesi rioccupano Treviri.
Malborough forza la linea fortificata del Brabante (18 VII 1705) presso Heilissea (a sud-est di Tirlemont) ma non procede a causa dei dissidi con il generale olandese Slangenburg che gli impedisce di dare battaglia ai francesi presso Overijse (18 VIII) ed è costretto a lasciare il servizio.

Eugenio di Savoia Torna in Italia.
In Italia il generale Stahremberg dispone di 30.000 austriaci, ed è raggiunto da Eugenio di Savoia che scende per il Brennero con 28.000 imperiali (IV 1705).
Filippo duca di Vendôme è assestato dietro l'Adda con 30.000 franco-spagnoli.
Eugenio di Savoia passa il fiume ma è respinto su Brembate dai franco-ispanici, superiori numericamente (14-15 VII 1705), quindi effettua una finta verso Cremona, attirando Vendôme con 3.000 cavalieri e 10.000 fanti, e torna a Cassano d’Adda (16 VII 1705) ma è ferito e respinto, deve quindi ritirarsi verso il Tirolo.
La Feuillade con 21.000 francesi assedia Torino (VIII 1705), difesa dal trentottenne austriaco Wierigh Philip Lorenz conte di Daun con 4.000 uomini. La Feuillade scrive a Luigi XIV "Che Vostra Maestà mi faccia tagliare la testa se non prendo Torino". I Francesi assediano Nizza, savoiarda, e ne ottengono la resa (XII 1705-I 1706).
La Confederazione Elvetica firma con la Spagna un’alleanza perpetua.

L'Insurrezione Catalana.
In Catalogna gli anti-borbonici insorgono contro Filippo V di Borbone ed occupano Vic (V 1705). Gli insorti firmano con l’Inghilterra il trattato di Genova (2 VI 1705), si impegnano a mobilitare 6.000 uomini ed ottenengono la promessa dell’invio di 2.000 cavalieri, 8.000 fanti e munizioni.
Charles Mordaunt conte di Peterborough con 5.000 anglo-olandesi arriva a Lisbona (VI 1705), imbarca Carlo III d’Asburgo, procede per Gibilterra, dove a loro si unisce il principe di Assia-Dormstadt. La spedizione raggiunge i 7.000 uomini, occupa la costa Valenzana (Altea, Alzira, Dénia), dove gli insorti prendono il nome di "Maulets" (dall’arabo mawla, schiavo). Il conte di Peterborough propone di marciare sulla indifesa Madrid, gli altri scelgono invece di investire Barcellona (16 VIII 1705), che è presidiata da 40 battaglioni (circa 7.000 uomini) con i migliori ufficiali spagnoli. Agli invasori si uniscono 1.500 catalani. La presa dell’importante roccaforte di Monjuich (20 IX) obbliga la città alla resa (14 X 1705).
Ai vincitori si consegnano Terragona, Tortosa, Gerona, Lerida e San Mateo, che è assalita dal conte di Las Torres con 7.000 uomini ma è soccorsa dal conte di Peterborough con 2.000 uomini, che poi insegue gli avversari in ritirata, ottiene la resa di Nules ed è accolto a Valenza (4 II 1706). Presso questa città assale di sorpresa l’accampamento del conte di Las Torres, che ha ricevuto in rinforzo altri 4.000 uomini, sconfigge e disperde gli avversari ed ottiene un ricco bottino.

Gli Impegni Austriaci.
Gli austriaci guidati da Herbeville invadono la Transilvania e sono intercettati dagli ungheresi guidati da Francesco II Rákóczy ma li sconfiggono al passo di Zsibó (11 IX 1705). Gli austriaci sono raggiunti dai rinforzi guidati dal generale Rabutin e riconquistano la Transilvania.
La Baviera si ribella all’occupazione austriaca al grido "Meglio Morire Bavaresi che Andare in Rovina Imperiali" ma gli insorti sono sconfitti presso Aidenbach e subiscono una dura repressione (XII 1705). L'evento è chiamato "Sendlinger Mordweihnachr" (Rivolta di Natale a Sendlinger).
L’Elettore di Brandeburgo ritira il proprio contingente dalla Germania Meridionale perchè gli sono rifiutati i feudi chiesti per il mantenimento.

In Germania Meridionale.
Marsin con l'Armée du Rhin si unisce a Villars con l'Armée d'Allemagne(VII 1705).
Il conte di Thungen, al servizio del principe di Bâle, assedia Haguenau (X 1705), difesa dai francesi guidati dal brigadiere corso Jean-Baptiste marchese di Péry. Gli attaccanti in sette giorni perdono 1.500 uomini. Il marchese di Péry chiede di aprire trattative di resa ed ottiene un rifiuto, quindi abbandona di nascosto la piazza, portando con sé due cannoni, avanza di notte e si nasconde nei boschi di giorno fino a raggiungere il maresciallo Villars a Saverne.
I cittadini di Haguenau scoprono che la guarnigione è sparita e consegnano la città ai tedeschi del conte di Thungen. Si sparge la voce che i francesi li ha portati via il diavolo.
Luigi XIV promuove il marchese di Péry luogotenente generale (22 X) e gli regala i due cannoni.

La Spagna Perde i Paesi Bassi.
Luigi XIV apre trattative di pace con le Provincie Unite chiedendo il riconoscimento di Filippo V sul trono spagnolo in cambio di concessioni commerciali e, per Carlo d'Asburgo, i Paesi Bassi, Napoli e la Sicilia (Amsterdam, autunno 1705), ma l'alleato Inglese consultato si dichiara contrario e le Provincie Unite chiedono la cessione di numerose fortezze.
Nei Paesi Bassi Malborough propone una campagna in Italia assieme al principe Eugenio ma i commissari delle Provincie Unite rifiutano. Malborough media l’ingaggio di 8.000 prussiani da parte delle Provincie Unite.
I francesi lanciano un'offensiva per riprendere la fortezza di Léau, perduta l'anno precedente, e ripristinare la linea difensiva del Brabante.
Villeroi avanza da Tirlemont/Tienen ma Marlborough lo costringe a deviare per Jodoigne/Geldenaken per precederlo nell'importante posizione centrale di Ramillies.
Marlborough attacca i francesi e li sbaraglia a Ramillies (23 V 1706). Le autorità civili dei Paesi Bassi Spagnoli passano dalla parte degli alleati: Carlo III è riconosciuto sovrano legittimo da Bruxelles (27 V) e dal Brabante (5 VI), seguiti da Anversa (6 VI), Lovanio, Gand e dalla maggioranza delle altre città. Le guarnigioni franco-spagnole sono espulse e le truppe locali passano all'avversario. Gli alleati costringono alla resa Ouwerkerk (4 VII), Ostenda (6 VII), Dendermonde/Termond (6 IX) e Menin.
L'evento pone fine al dominio spagnolo sui Paesi Bassi, il cui governo provvisorio è concesso da Carlo III d'Asburgo agli anglo-olandesi (VII 1706). Ai francesi rimangono solo Ostenda, Namur e Lussemburgo. Per la prima volta la stessa Francia è minacciata e Luigi XIV deve rischiamare truppe dagli altri fronti.

Villars in Germania Meridionale.
In Germania Meridionale il maresciallo Villars respinge il principe di Baden (V 1706).
Il marchese di Péry assedia Haguenau (V 1706), difesa da 5 battaglioni sassoni (2.500 uomini) e dopo nove giorni ne ottiene la resa catturando numerose provviste e munizioni. I francesi hanno 500 uomini caduti o feriti.
Il maresciallo Villars soccorre Fort-Louis, assediata dagli imperiali, ed attacca l'isola di Marquisat, sul Reno. L'attacco di sorpresa è condotto da un corpo di granatieri guidato dal marchese di Péry (20 VII). I francesi perdono un centinaio di granatieri, i difensori hanno 500 caduti.
Il disastro di Ramilles costringe Villars a fermarsi ed a inviare truppe in Fiandra.
Luigi XIV offre alle Provincie Unite vantaggi commerciali, una cintura di fortezze ed il riconscimento di Carlo II d'Asburgo come re di Spagna in cambio dei dominî spagnoli in Italia per Filippo V d'Anjou, ma la proposta è rifiutata.

L'Assedio di Torino.
In Italia Vendôme con 80.000 uomini sconfigge il generale Reventlau a Calcinato sul Chiese (19 IV 1706) respingendo gli imperiali in Trentino, ma è richiamato in Fiandra.
Gli assedianti di Torino salgono a 56-68 battaglioni ed 60-80 squadroni per un totale di 40-44.000 franco-spagnoli con 100-128 cannoni e 50-59 mortai (12 V 1706), guidati nominalmente da Filippo II duca d’Orleans ed effettivamente da Marsin. La famiglia del duca di Savoia abbandona Torino (VI), Amedeo II esce dalla città (17 VI) con un nucleo di cavalleggeri ed inizia una serie di azioni di disturbo. Invece di investire la città secondo i piani proposti da Vauban, i francesi si limitano al blocco ed investono solo la cittadella.
I difensori salgono a 23 battaglioni e 1.500 cavalieri per un totale di 8.500 regolari sabaudi e 1.500 tedeschi (6 battaglioni) con 130-206 cannoni e 24-28-50 mortai, più 4.500 volontari inquadrati in 8 battaglioni. Il perimetro difensivo è lungo 12 chilometri e comprende la cittadella pentagonale, tre teste di ponte a porta Susa e sulla Dora, i trinceramenti esterni di Borgo Pallone, Monte dei Capuccini, Villa della Regina e Borgo Po. Philipp Lorenz conte di Daun guida gli imperiali, il conte Solaro della Margherita comanda l'artiglieria. Gli abitanti sono 46.000.
Gli assedianti sparano 8.000 proiettili al giorno. In attesa dei soccorsi imperiali, tra i torinesi si diffonde il detto "Benedett Alemann, che Veno Così Pian".
I francesi lanciano un assalto generale contro la cittadella (26 VIII), occupano la Mezzaluna del Soccorso ma sono cacciati da un contrattacco dei granatieri sabaudi, lanciano un secondo attacco ma sono respinti con gravi perdite. Anche il terzo assalto (4 IX) è respinto.
Il successivo attacco di sorpresa notturno è sventato grazie al sacrificio di Pietro Micca, che si sacrifica facendo saltare una mina (29 VIII 1706). Ai difensori scarseggiano i viveri e sopratutto le munizioni.
La città è soccorsa da Eugenio di Savoia che con un’abile marcia si unisce a Vittorio Amedeo II duca di Savoia a Carmagnola (28 VIII) e riporta la vittoria di Torino (7 IX 1706). I francesi sono respinti oltre le Alpi. Gli imperiali occupano Milano (26 IX) ed il ducato di Mantova (ai Gonzaga), assediano il castello di Milano e la rocca di Sabbioneta (6 XII 1706), capitale del ducano omonimo, difesa da Gaspar de Zugniga.
L'anno 1706, durante il quale la Spagna ha definitivamente perduto la Lombardia ed i Paesi Bassi, è detto dalla Grande Alleanza Annus Mirabilis.

Carlo III è Incoronato a Madrid.
Luigi XVI invia in Catalogna un esercito guidato nominalmente da Filippo V di Borbone ed effettivamente dal maresciallo Tessé, appoggiato dalla flotta guidata dal conte di Tolosa (figlio naturale di Luigi XIV). Barcellona è assediata ed è soccorsa dal conte di Peterborough con 3.000 uomini, che si limita ad un’efficace guerriglia, e da una flotta di 50 navi. I francesi rinunciano al blocco (V 1706) e tornano in Rossiglione abbandonando i materiali d’assedio.
Dal Portogallo Galway ed il marchese di Las Minas con 45 battaglioni e 56 squadroni (15.000 uomini) invade la Spagna, respinge il maresciallo Berwick, occupa Alcantara, Ciudad Rodrigo, Salamanca ed entra a Madrid. Saragozza si ribella ai Borboni. Cartagena si consegna agli invasori con i suoi ricchi arsenali e le ultime navi spagnole, seguita da Toledo.
Carlo d’Asburgo entra trionfalmente a Madrid ed è incoronato in Plaza Mayor (25 VI 1706) ma deve abbandonare la città a causa dell’interruzione delle comunicazioni con il Portogallo da parte della guerriglia borbonica e l’avvicinarsi del maresciallo Berwick con 25.000 uomini (10 VII). Carlo d’Asburgo ritarda l’intervento di Peterborough dalla Catalogna. Il generale inglese chiede ed ottiene il permesso di lasciare il comando e parte per Genova.
Gli alleati sono raggiunti da 4.000 uomini ma devono ripiegare in Valenza subendo la guerriglia borbonica, soffrono per la mancanza di rifornimento e lasciano 10.000 prigionieri nelle mani nemiche. Il maresciallo Berwick recupera 200 città, borghi e villaggi della Valenza e della Murcia, inclusa Carthagena (18 IX).


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