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STORIA e WARGAME

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La Battaglia di MARSAGLIA (4 X 1693).

Guerra della Lega d'Augusta (1693).

I Francesi.
Il maresciallo Nicolas de Catinat soccorre Pinerolo con 54 battaglioni, 82 squadroni di cavalleria, 2 battaglioni di dragoni e 20 pezzi d’artiglieria, per un totale di 25.000 fanti e 12.000 cavalieri (38-40.000 francesi).
Sono presenti la gendarmerie, la brigata irlandese, un reggimento di ussari formato l'anno precedente con disertori già al servizio dell'Austria (per la prima volta presenti ad una battaglia in Europa Occidentale) e 12 battaglioni della milice.

In tutto i francesi ammontano a 44 battaglioni, 80 squadroni e 30 cannoni guidati da De Cray (35.000 uomini).

I Coalizzati.
Vittorio Amedeo duca di Savoia guida le truppe sabaude, austriache e spagnole schierate dietro un terrapieno munito da 31 pezzi d’artiglieria:

In prima fila 20-22 battaglioni e 12-52? squadroni (verso Volvera) ed in seconda fila 18-19 battaglioni e 27 squadroni (sulla strada reale), per un totale di 25-30.000 uomini tra piemontesi, tedeschi, olandesi, spagnoli, inglesi e ugonotti francesi.
Altre fonti indicano 20.000 fanti (compresi 2.000 spagnoli) 10.000 cavalieri e 31 pezzi d’artiglieria oppure 80.000 combattenti in tutto tra i due eserciti.
La fanteria comprende i reggimenti Guardie, Saluzzo, Monferrato, Croce Bianca, Chablais, Mondovì ed i reggimenti stranieri de Loche, Corneaud (brandeburgo), Steinau (bavarese), Guardia di Baviera. I battaglioni sono molto sotto-numero.
I reggimenti di cavalleria comprendono: Guardie del Corpo, Piemonte Reale, Savoia Cavalleria; quelli di dragoni: Dragoni di S.A.R., Dragoni Piemonte e Dragoni Genevois.
Il contingente spagnolo comprende 32 squadroni di cavalleria (su 79), 5 battaglioni dei tercios Lisboa, Saboya, Napoles, Lombardia e San Pedro, 3 battaglioni dei tercios italiani (su 44 battaglioni totali).
Il contingente imperiale ammonta ad 8-9 reggimenti tedeschi e svizzeri.

La Battaglia.

All’alba i francesi avanzano ma Catinat è costretto a fermarsi e far avanzare parte della cavalleria della seconda linea per chiudere un varco apertosi tra la cavalleria dell’ala sinistra e la fanteria nella prima linea a causa del terreno rotto e cespuglioso. L’attacco principale è previsto contro l’ala sinistra sabauda, che Vittorio Amedeo rinforza con alcuni battaglioni della seconda linea.
La battaglia inizia con uno scambio di colpi d’artiglieria nella nebbia (ore 8:00).
Quando la nebbia si alza (9:00) 77 battaglioni e 48 squadroni francesi avanzano al passo sotto il fuoco dei cannoni che ne disordina le file. Giunti a 600 metri (9:45), i francesi aprono il fuoco con i cannoni ed infine tutta la prima linea si lancia all’attacco alla baionetta (12:15). È uno dei primi attacchi in massa con la baionetta nella storia militare.
L’ala destra dei coalizzati respinge tre attacchi francesi. Caparara contrattacca l’ala sinistra francese guidata da Vendô, soccorso da 8 squadroni di Gendarmerie che fermano il contrattacco. I coalizzati tornano all’attacco, repingono in disordine l’ala sinistra francese ma non procedono a causa della stanchezza delle truppe e l’indecisione dei comandanti.
All’altra ala la cavalleria francese esegue una manovra avvolgente e le truppe spagnole offrono la resa. La cavalleria del Milanese si ritira senza aver combattuto e tutta l’ala finisce in rotta disordinando anche il centro. I francesi penetrano tra i varchi (ore 15:00). Il tercio di Lisbona resiste da solo ed è annientato dalla cavalleria francese.
Il duca di Savoia ordina la ritirata e per coprire le truppe ordina una carica di cavalleria. Il marchese di Parella al grido "A me le Guardie!" interviene al centro con il reggimento sabaudo di cavalleria Guardie del Corpo, seguito dai reggimenti Lorena e Montbrun, cattura alcune bandiere e rallenta i francesi lasciando cinque ufficiali caduti, tre feriti, due prigionieri, numerose perdite tra le guardie e la truppa.
Il principe Eugenio di Savoia dirige la ritirata degli imperiali, che avviene ordinatamente verso il campo fortificato di Moncalieri.

Bilancio della Battaglia.
La battaglia è detta anche di Orbassano (dal vicino villaggio) mentre i francesi la chiamano di "La Marsaille" (dalla vicina abbazia).
I coalizzati lasciano 6.000 caduti (1.500 tedeschi, 2.500 spagnoli e 1.500 tra sabaudi ed inglesi), 1.500-2.000 prigionieri (9-10.000 prigionieri in altre fonti), oppure 7-8-8.500-10-12.000 tra caduti, feriti e prigionieri.
I francesi perdono 1.000-1.800-2.000-3.000 uomini (5-6-7.000 in altre fonti), catturano 32 bandiere e 30 cannoni.
Tra i caduti c'è Jacques Cazenave signore di Silhac, detto "Capitano Saint Jean", del reggimento dragoni Tessé.
La vittoria è celebrata con un Te Deum nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi; il principe di Conti fa largo al suo amico duca di Lussembugo gridando alla folla "Place, place au Tapissier de Notre-Dame!" (Largo, largo al Tapezziere di Notre-Dame), poichè le bandiere nemiche catturate sono esposte nella cattedrale.


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