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L'Esercito Sabaudo.

Eserciti dell'Epoca dell'Assolutismo.


Gli Effettivi.
Alla fine della Guerra dei Trentanni (1649), l'esercito sabaudo ammonta a 18.000 uomini.
Carlo Emanuele II duca di Savoia crea un nucleo permanente attorno alla propria guardia (1659), ma il sistema non permane.
All'inizio della Guerra della Lega di Augusta (1689-1697), l'esercito ammonta a 7.291 fanti e 1.280 cavalieri. Tre reggimenti (Aosta, Marina e Nizza) sono inviati in Francia (1689).
Durante la guerra gli effettivi di fanteria salgono 7.250 (1690), 11.107 (1691), 14.467 (1692), 14.499 (1693), 15.745 (1694), 20.752 (1695) e raggiungono i 21.508 (1698); quelli di cavalleria salgono a 1.420 (1690), 2.775 (1691-92), 2.682 (1693-94), scendono poi a 2.537 (1695) e 2.515 (1696).
Dopo la guerra Vittorio Amedeo II non smobilita tutte le truppe. È considerato il fondatore dell'esercito permanente sabaudo.
Durante la Guerra di Successione Spagnola l’esercito raggiunge i 30.000 uomini (1704) e durante la Guerra di Successione Austriaca sale fino a 55.428 (1747). Le stime indicano 17.000 nazionali, 12.000 milizie e 17.000 stranieri per un massimo di 40-60.000 uomini.
Il ducato di Savoia, poi regno di Sardegna, è chiamato "Prussia d'Italia".

La Fanteria.
La fanteria sabauda abbandona completamente le picche e risulta armata di moschetti (1685).
La fanteria è formata da reggimenti nazionali d'ordinanza, reggimenti mercenari stranieri e dai reggimenti della milizia sabauda.
I reggimenti di milizia sabauda, istituiti nel rinascimento, rimangono in vigore fino a 1747.
Un reggimento è inquadrato su 3 battaglioni di 4-6 compagnie, più una compagnia di granatieri. Dal 1690 tutti i fanti sono armati di fucile a baionetta.
I fanti ammontano a 6.800 uomini, inquadrati nei reggimenti Guardia, Savoia, Piemonte, Monferrato, Saluzzo, Chablais ed il nuovo reggimento Fucilieri (1690).
La leva della milizia è chiamata dopo la sconfitta di Staffarda (18 VIII 1690), utilizzata per i presidî e per portare a numero i reggimenti, nuovamente per sostituire le perdite stabilendo un numero fisso per villaggio (II 1692), per l'assedio di Pinerolo (estate 1693), dopo la sconfitta di Marsaglia (4 X 1693).
Un terzo del reggimento milizia Piemonte è inquadrato nelle truppe regolari (IV 1692).
Sono poi imposte delle quote fisse di Milizia alle singole comunità (1694).
Il secondo battaglione del reggimento Chablais è formato arruolando 2 compagnie tedesche e tre irlandesi (1694), poi per i nuovi battaglioni dei reggimenti Chablais e Monferrato sono tolti 5 uomini da ogni compagnia degli altri reggimenti (1695-1696).
Vittorio Amedeo II separa dalla milizia ordinaria altri 10 reggimenti di milizia scelta (sono sciolti nel 1714), in compagnie di 100 uomini, ed adotta colori diversi su giustacuori, risvolti delle maniche, calze e cravatte per distinguere i diversi reparti.
Durante la Guerra di Successione Spagnola (1701-1718) un'ordinanza istituisce i primi 6 reggimenti permanenti nazionali elevati a 9, poi a 10. Sono identificato con il nome della località, poi con un numero.
Nel XVIII secolo i reggimenti stranieri ingaggiati sono 9, sono inoltre formati i primi reparti di truppe leggere e di cacciatori con compiti di esplorazione e guardia alle frontiere. In particolare nelle vallate alpine si distinguono i reparti valdesi.

La Cavalleria.
La cavalleria alla fine del XVII secolo ammonta a 2 reggimenti su 12 compagnie.
Sono istituiti i primi reparti permanenti (1683): 3 reggimenti di dragoni (ed anche i 60 archibugieri a cavallo della guardia ducale assumono questa denominazione), portati poi a 7 e ridotti a 2.
Il marchese di Chaumont riceve una patente per levare in Savoia un reggimento di 400 dragoni, inquadrato in 8 compagnie di 50 uomini (1689, è pronto l'estate successiva).
La cavalleria ammonta a 490 uomini inquadrati in 4 compagnie della guardia e 4 di gendarmi; i 2 reggimenti di dragoni (Verrua e Chaumont-Genevois) ammontano ad 800 uomini (1690).
I reggimenti di cavalleria sono 6 all'inizio del XVIII secolo e salgono ad 8 a metà dello stesso secolo.

L'Artiglieria.
L'artiglieria è poco numerosa.
Le due compagnie di bombardieri sono aumentate a 2 battaglioni (1739), riuniti poi nel Corpo Reale dell'Artiglieria.
L'ingeniere Ignazio Bertola realizza dei cannoni smontabili, adatti all'impiego in montagna (1744) su proggetto di Franços Hamonet (1702, 12 e 18 libbre).
Gli ingenieri civili sono inquadrati militarmente nel Corpo Reale degli Ingenieri Militari (1745).

Le Scuole.
Per gli ufficiali è istituita la Reale Accademia di Savoia (1 I 1678), che forma i nobili avviati alla carriera delle armi o amministrativa.
Più tardi sono istituite la Scuola di Artiglieria e Fortificazione (1739), le Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglierie e la Reale Accademia delle Scienze (25 VII 1783).

La Milizia Valdese.
I rifomati Valdesi delle valli alpine forniscono un'abile fanteria irregolare.
Sono inquadrati in bande di circa 50 uomini, che prendono il nome dal capirano. La banda comprende un capitano in seconda, un luogotenente, un porta-insegna, sergenti, caporali e tamburi (come le unità regolari).
Sono impiegate soprattutto per effettuare colpi di mano nelle retrovie nemiche in montagna, ma si dimostrano meno abili in pianura (anche contro i micheletti spagnoli) e di difficile coordinamento con le truppe regolari.
Durante la Guerra di Successione d'Austria (1741-1748), contro i franco-spagnoli si distingue un corpo di 2.000 miliziani valdesi armati di carabine rigate, guidati dal capitano Jean-Baptiste Rouzier.

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