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L’Assedio di DERRY (18 IV - 31 VII 1689).

Guerra d'Augusta - Guerra dei Re (1689).

Gli Orangisti.
Derry è difesa da 8 compagnie di milizia per un totale di 700 uomini ai quali si uniscono 2.500 cittadini e 30 piccoli reggimenti raccolti dai riformati dell’Ulster per un totale di 7.020 uomini e 341 ufficiali. Sono inoltre presenti 20-30-40.000 rifugiati riformati dell’Ulster.
Sono presenti il reggimento di Killyleagh (sir George Maxwell), quello del colonnello Monroe, quello di Ballymena (colonnello Edmonstore), quello di Armagh (lord Blaney), quello di Dungannon (raccolto dal reverendo George Walker, guidato da Lord Charlemont), i dragoni di Newtornstewart di Mountjoy, di Limavad, una compagnia del capitano Stewart.
Dopo la fuga del governatore colonnello Robert Lundy (20 IV), al suo posto è nominato il maggiore Herny Baker mentre il comando delle truppe è affidato al reverendo George Walker e ad Adam/Alan Murry, al quale è attribuito il detto "No Surrender", adottato come grido di battaglia. L’inquadramento è rimaneggiato formando 8 reggimenti per un totale di 117 compagnie da 60 uomini.
Guglielmo III d’Orange invia il capitano James Hamilton, con la "Deliverance" carica di provviste, scortata dalla fregata "Jersey" (21 III). Al Foyle, presso Derry, giungono 11 navi con 1.600 uomini dei reggimenti 9° e 17°, armi, munizioni e viveri (15 IV), guidati dai colonnelli Cunningham e Richards, tuttavia la mancanza di viveri sconsiglia di far entrare altre truppe in città e la spedizione torna in Inghilterra portando via un migliaio di donne e bambini (20 IV).

I Giacobiti.
Giacomo II giunge con 20-25.000 uomini, 8 cannoni da 18 libbre, 6 pezzi minori, 2 mortai, ed intima la resa alla città (10 IV) ma gli rispondono a cannonate, quindi torna a Dublino per seguire i lavori del parlamento.
I giacobiti prendono il forte di Culmore, che controlla il fiume Foyle, erigono alcune batterie sulle due sponde e mettono l’assedio a Derry (18 IV), erigendo i propri accampamenti a St. Johnston, Carrigans e Pennyburn. Sono presenti i generali Pusignan, Maumont/Momont ed il duca di Berwick. Messieur Pointis dirige i lavori d'assedio.
I giacobiti piazzano la prima batteria (20 IV) ma il mortaio più grande resta presto inutilizzabile.



Il Combattimento di Pennyburn.
La cavalleria orangista guidata da Adam Murry effettua una sortita notturna (31 IV), carica i giacobiti a Pennyburn Mill (a sud di Derry) ma è respinta.
I giacobiti la inseguono e cadono in un’imboscata, lasciando numerosi caduti, compresi i generali Pusignan, Mormont ed il giovane maggiore John Taaffe (figlio del conte di Carlingford). Il visconte di Galmoy/Glamory accorre con uno squadrone di cavalleria ma non giunge in tempo.
Il comando è preso da Richard Hamilton.

L’Attacco a Bogside.
La brigata Ramsey ed il reggimento di cavalleria di lord Galmoy con un assalto di sorpresa notturno occupano l’altura di Bogside (5/6 V), a nord della città, che domina la sponda sinistra del fiume. Sull’altura si trova un mulino a vento. Il presidio giacobita sale a 6 reggimenti, incluso uno francese, per un totale di 3.000 uomini, con il fianco sinistro appoggiato al fiume ed il destro ad una zona paludosa.
All’alba il governatore maggiore Herny Baker guida il contrattacco, eseguito da un plotone di 10 uomini di ciascuna delle 117 compagnie. La collina è ripresa dopo un duro combattimento. Gli assedianti fuggono lasciano 150-200 caduti, compreso il generale scozzese Ramsey, 300 feriti mortalmente (compreso il colonnello William Talbot), 200 feriti lievi, numerosi prigionieri (compresi il visconte di Nettervill, sir Garret Aylmer, il capitano John Brown ed altri 3 ufficiali) e 5 stendardi (1 francese).

La Seconda Battaglia di Windmill.
Gli assediati lanciano 12 battaglioni di fanti e 15 squadroni di cavalleria (10.000 uomini) contro Bogside (ore 7:00 del 4 VI); a destra una colonna da est lungo il fiume, a sinistra l’altra colonna da ovest attraverso la palude. Il capitano John Plunkett comanda un reparto formato da tutti i granatieri dell’esercito, ma è tra i primi a cadere.
I difensori sono schierati su tre linee in modo da effettuare un fuoco continuato, appoggiati da due cannoni presso il mulino. Donne e ragazzi trasportano le munizioni ed aiutano i feriti. All’ala destra il colonnello Edmund Butler, secondo genito di lord Mountgarrett, è tra i primi ad entrare nelle difese ma è catturato ed il suo reparto di cavalleria subisce un massacro, solo tre cavalieri riescono a fuggire (i cavalieri hanno la corazza ma i cavalli no).
Il grosso, con i reggimenti Grenadiers e guardie, da ovest occupa gli avanposti del Doppio Bastione ma è fatto a segno dall’artiglieria a breve distanza. Anche alcuni ragazzi tirano pietre dai bastioni. La riserva orangista guidata dal colonnello Baker recupera la posizione.
Gli attaccanti lasciano 2-400 caduti (compresi il colonnello Roger Farrel, i capitani John Plunkett, Barnewal, Patrick Barnewal, Richard Graims, Richard Fleming, e William Talbot), 120 feriti, numerosi prigionieri, 4 bandiere e molte armi.

Il Bombardamento.
Giunge l’artiglieria d’assedio: sono piazzate batterie presso Stronge’s Orchard, nel bosco di fronte a Windmill Hill ed a ovest di Bogside. La città è bombardata con pezzi da 34 a 272 libbre, soprattutto mortai, che danneggiano più le abitazioni che le mura. Le riserve di polvere in città sono disperse per evitare grosse esplosioni.
La Market House, che ospita una riserva di polvere, è colpita da una palla (4 VI); se fosse stata una granata sarebbe esplosa.


La Spedizione di Soccorso.
Da Liverpool frattanto salpa una spedizione di soccorso di 13 navi guidata dal generale Parcy Kirke (22 V), con 2-3 reggimenti, il colonnello William Wolseley ed il maggiore Tiffin, ma il cattivo tempo ne ritarda l’arrivo. Dopo una sosta all’isola di Man (13 VI), all’imboccatura del Lough Foyle giungono le prime navi (7 VI).
La "Greyhound" prova a risalire il fiume ed ha uno scambio di cannonate con il forte di Culmore, che ospita 11 cannoni da 3 a 24 libbre. Gli assedianti fortificano le sponde del fiume.
I difensori per nutrirsi sono costretti a macellare i cavalli (8 VI). Giungono anche le altre navi (11-14 VI), ma non si arrischiamo a risalire il fiume. Il reverendo James Gordon riesce una notte a raggiungere le navi ma riesce a tornare in città con solo poche provviste.
Un’epidemia causa la morte di numerosi assediati, compresi 15 ufficiali.

L’Attacco a Porta Butcher.
I giacobiti guidati da MacCarthy conte di Clancarty effettuano una attacco notturno (28 VI) ed occupano alcune opere avanzate. È fatta saltare una mina sotto la porta di Butcher, sperando che il rumore del bombardamento copra quello dell’esplosione. Il colonnello Henry Baker è ferito ma riesce a dare l’allarme. I capitani Noble e Dunbar radunano alcuni cavalieri, escono da porta Bishop ed intervengono a Windy Hill sul fianco dei giacobiti, che ripiegano. Henry Baker muore due giorni dopo (30 VI), designando come successore il colonnello John Michelburn, che innalza sulla torre della cattedrale la "Crimson Flag (Bandiera Cremisi), simbolo della difesa ad oltranza.

Il Barbaro Moscovita.
Giacomo II affida la direzione dell’assedio al maresciallo lituano Conrad De Rosen (19 VI), al servizio della Francia, che giunge con rinforzi e rifornimenti.
De Rosen raduna 2-3-400 civili riformati dei dintorni e li invia alle porte della città (1 VII), seguti da alti 1.000 il giorno seguente, ma i difensori non li accolgono e minacciano di giustiziare 20 prigionieri, quindi i civili sono rilasciati (4 VII). L’azione è condannata anche da Giacomo II, che chiama De Rosen "Barbaro Moscovita".
Presso la cattedrale cade un proiettile con una lettera che promette buone condizioni in caso di resa (10 VII), ma i difensori rifiutano. Il proiettile è ancora oggi esposto nella cattadrale.

La Fine dell’Assedio.
A Lough Foyle, il generale Parcy Kirke riceve il sollecito di agire dal duca di Schomberg (13 VII).
Si offrono volontari per forzare il blocco Micaiah Browning (di Derry), che guida il mercantile "Mountjoy", ed Andrew Douglas (di Coleraine), che guida la "Pheonix".
Il comandante John Leake (poi ammiraglio) con la fregata "Dartmouth" (36 cannoni) è incaricato di scortarli. Le tre navi forzano il blocco, lasciano alcuni caduti, compreso il capitano Browning, ma portano viveri e rinforzi nella città assediata (28 VII).
De Rosen bombarda la città per tre giorni, poi abbandona l’assedio, (31 VII).



Bilancio dell’Assedio.
L’assedio è durato 105 giorni, è costato agli assedianti 8.000 caduti ed ai difensori 3.000 caduti tra i militari e 7.000 tra i civili. La città è stata colpita da 590 bombe.
Derry è sorannominata "The Maiden City". L’assedio è commemorato con la canzone "Derry’s Walls" (Le Mura di Derry).


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