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STORIA e WARGAME

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LA CADUTA DEGLI STUARD (1688)

Guerra della Lega d'Augusta.

Gloriosa Rivoluzione - La Preparazione.
Guglielmo di Nassau principe d’Orange stadholder delle Province Unite inizia i preparativi per una spedizione contro l’Inghilterra (inizio 1688). Gli Stati Generali delle Province Unite aumentano le forze difensive.
Giacomo II Stuard ("Stewart" in inglese, "Stuart" in francese) re d'Inghilterra ordina la lettura nelle chiese della Dichiarazione d’Indulgenza (7 V 1688) e richiude nella Torre di Londra 7 vescovi anglicani che hanno firmato una petizione di protesta.
Nasce James Francis Stuard (VI 1688), figlio di Giacomo II. I conti di Shrewsury, Danby, Devonshire, il vescovo Compton di Londra, lord Lumley, Edward Russel ed Hernry Sidney, temendo che salga al trono un sovrano educato alla fede cattolica, invitano in Inghilterra Guglielmo d’Orange, dichiarando illeggittimo il neonato, che è quindi detto "Warming Pan Baby" (Figlio dello Scaldaletto). In seguito è chiamato "Old Pretender". I sette orangisti sono chiamati "Immortal Seven".
I giudici assolvono i 7 vescovi imprigionati (10 VII). La notizia arriva a Giacomo II mentre ispeziona l’esercito, ed il re assiste all’esultanza delle truppe. Giacomo II destituisce due giudici responsabili dell’assoluzione.
Guglielmo d’Orange arruola 7.000 marinai e 5.000 soldati (per due terzi cattolici). L’Elettore Ferderico III duca di Brandeburgo, secondo gli accordi presi con il Compact di Celle, invia nelle Province Unite il maresciallo ugonotto Schomberg con 660 cavalieri e 5.300 fanti (VIII 1688), per prevenire un’eventuale offensiva francese. Altre truppe sono inviate dall’Assia e dai principi di Brunswick per un totale di 13.000 uomini (compresi i brandeburghesi). Guglielmo d'Orange dispone così di 53.000 uomini.
Gli Stati Generali approvano formalmente la spedizione di Guglielmo d'Orange (19 IX).
Luigi XVI promette a Giacomo II di distaccare una squadra navale a Brest.
Giacomo II richiama dalla Scozia 3.800 uomini (X 1688), guidati da John Graham di Claverhouse (nel 1672 al servizio della Francia, nel 1674 alla battaglia di Seneffe con Guglielmo d’Orange).

La Questione dell’Elettorato di Colonia.
Dopo la morte dell’Elettore Federico Guglielmo I duca di Brandeburgo, detto il "Grande Elettore", (9 V 1688), il successore Federico III firma un trattato difensivo con Carlo langravio di Assia-Cassel. Federico III accetta una parte della Gueldria in cambio del principato d’Orange (trattato di Utrecht).
Dopo la morte dell’elettore Massimiliano Enrico arcivescovo di Colonia (3 VI 1688), al suo posto è eletto il cardinale Guglielmo von Fürstenberg vescovo di Strasburgo (19 VII), appoggiato dalla Francia, ma papa Innocenzo XI nomina l'undicenne Giuseppe Clemente di Baviera (18 IX) appoggiato dall’imperatore.
Un esercito francese di 16.000 uomini invade il principato (VIII), occupa le piazzeforti di Bonn e Kaiserwerth, ma Colonia apre le porte alle truppe imperiali, composte in maggioranza da prussiani.
Per rappresaglia contro il papa, i francesi occupano Avignone.
Il viceammiraglio spagnolo Papachin esce da Napoli con due vaselli (1688), incontra Anne-Hilarion de Constentin cavaliere di Tourville che dopo un combattimento di tre ore lo costringe a salutare la bandiera francese con nove colpi di cannone.

L’Invasione del Palatinato.
I successi imperiali contro i turchi inducono Luigi XIV ad aprire le ostilità, con un proclama che non ha la formula di una dichiarazione di guerra ma si limita a giustificare l’intervento militare.
Tre eserciti francesi, per un totale di 80.000 uomini, varcano i confini dell’Impero (25 IX), occupano Worms, Spira, Magonza. Il Delfino assedia Philippsburg (27 IX), nel vescovato di Spira. I francesi prendono le piazzaforti di Heidelberg e Frankenthal, nel Palatinato, e Mannhim, minacciano Francoforte e Coblenza. Louis François de Boufflers occupa Kaiserlautern (2 X).
Dopo aver sconfitto i turchi a Belgrado (6 IX), l’Impero stabilisce al "Concerto di Magdeburgo" (15 X 1688) l’invio da parte dei maggiori principi di contingenti di 1.200 uomini, per la difesa del Basso Reno. I Circoli forniscono contribuzioni ed approntano i quartieri invernali. Innocenzo XI appoggia la Lega d’Augusta (X 1688). L'Imperatore dichiara guerra alla Francia (18 X).
Dopo 4 settimane d’assedio, i francesi guidati dal Delfino ottengono la resa di Philippsburg (29 X), nel Baden-Wurtemberg. Tutta la riva sinistra del Reno, esclusa Coblenza, è in mano francese.

Gloriosa Rivoluzione - Il Vento Protestante.
Giacomo II inizia i preparativi di difesa (1 X); l’esercito ammonta a 34.000 uomini comprese numerose reclute irlandesi, che sbarcano a Chester (2-10 X). Il contingente scozzese passa per York (15-19 X), compresi i reggimenti "Royal Scots Horse" e "Royal Scots Dragon".
Guglielmo d’Orange denuncia pubblicamente le illegalità dei ministri di Giacomo II (10 X) ed annuncia una spedizione in Inghilterra, per consentire l’elezione di un parlamento libero e costituzionale.
La flotta comprende 49 vascelli da guerra, 10 burlotti e 2-3-500 trasporti guidati dall'ammiraglio Arthur Herbert, che ha l'ordine di limitarsi a scortare i trasporti evitando la flotta inglese. Il corpo di spedizione ammonata a 4.000 cavalieri e 9.000 fanti (oppure 14-15.000 uomini in tutto), compresi i reggimenti olandesi guidati dal conte di Nassau, la brigata anglo-scozzese guidata dal generale Mackay, i reggimenti della Guardia Olandese, i brandeburghesi guidati dal conte Solms, i reggimenti ugonotti guidati da Schomberg, truppe svedesi e svizzere.
La spedizione salpa da Brielle (30 X) ma una tempesta la costringe a rientrare in porto con lievi perdite, che comprendono un migliaio di cavalli.
La flotta salpa nuovamente (10 XI [1 XI per il calendario giuliano]), sospinta dal "Vento Protestante" che impedisce alle navi di Giacomo II di salpare, e sbarca presso Brixham/Torbay ([5-7 XI] 16-18 XI 1688): 4.000 cavalieri, 10.000 fanti e 21 cannoni.
Luigi XIV, che ha lasciato nel Mediterraneo le navi promesse a Giacomo II, dichiara guerra alle Province Unite ed ordina l’embargo delle navi olandesi (26 XI).
Lord Lovelance con alcune truppe cerca di unirsi a Gueglielmo d'Orange ma è intercettato dalla milizia di Gloucester e dopo un breve combattimento è catturato (11 XI, data giuliana).
Lord Cornbury e Thomas Langton disertano da Giacomo II (12 XI)con due reggimenti di cavalleria ("Royal" e "Princess Anne of Denmark" ed uno di dragoni ("Royal"), ma gran parte delle truppe e degli ufficiali tornano a Salisbury. Lord Delamere guida una rivolta contro Giacomo II nello Yorkshire (24 XI), che il duca di Newcastle si dimostra incapace a contrastare; il conte di Danby occupa York (30 XI) mentre il conte di Devonshire occupa Nottingham in nome di Guglielmo d'Orange.
Giacomo II avanza con 30.000 uomini (6-7.000 cavalieri) a Salisbury (29 XI) ma subisce altre diserzioni. Lord Feversham ritira le pattuglie in esplorazione per evitare diserzioni. Nel piccolo scontro di Wincanton (29 XI) gli olandesi hanno 9 caduti e 6 prigionieri.
Guglielmo d’Orange avanza a Bridgewater (1 XII) e Sherborne (4 XII). A lui si uniscono altri disertori di Giacomo II: il conte di Salisbury (2 XII), John barone di Churchill con il duca di Grafton e 400 cavalieri (3 XII), e Giorgio di Danimarca (4 XII). Il conte di Salisbury con 2 reggimenti occupa Bristol (4 XII), senza trovare resistenza.
Giacomo II si ritira a Londra (4-6 XII), seguito da Guglielmo d’Orange, sulle cui bandiere c’è l’iscrizione "La Religione Riformata e le Libertà d’Inghilterra". Guglielmo d’Orange giunge ad Hungerford e riceve da Giacomo II la richiesta di aprire trattative (17 XII).
Iniziano le defezioni anche tra le guarnigioni di Giacomo II: alcuni ufficiali di Hull occupano la piazza in nome di Guglielmo d'Orange (13 XII), poi anche a Durham (15 XII), Carlisle (20 XII) e Portsmouth (25 XII).
Tra gli eserciti avvengono solo piccole scaramucce ed il combattimento di Reading (19 XII).
Giacomo II ordina a lord Feversham di licenziare le truppe (20 XII), getta il sigillo reale nel Tamigi e lascia la capitale (21 XII), dove iniziano i disordini anti-cattolici. Halifax, eletto presidente (22 XII), pone fine ai disordini. Giacomo II non riesce ad imbarcarsi per la Francia a causa delle cattive condizioni metereologiche, torna a Londra (26-28 XII), nuovamente l’abbandona. In Scozia iniziano i disordini ai danni degli anglicani delle lowland (25 XII).
Guglielmo d’Orange entra a Londra (28 XII).

Guerra dei Due Re - Torbidi nell’Ulster.
Richard Talbot Buttler conte di Tyrconnell viceré d’Irlanda invia il 76enne Alexander MacDonnell conte di Antrim a presidiare Derry, l’unica città irlandese munita di mura rimasta ancora in mano ad una guarnigione riformata.
Il conte di Antrim giunge presso Derry (7 XII) con due compagnie, per un totale di 1.200 uomini, in maggioranza redshanks, highlanders ed islanders. Per paura che avvenga un massacro, 8-9 giovani riformati distruggono il ponte sul Foyle, non riescono ad impedire il passaggio del fiume ai giacobiti ma chiudono la porte di Ferryquay. Altri 4 giovani li aiutano a chiudere le altre porte; sono chiamati "Apprentice Boys".
I giacobiti si accampano presso Derry. Gli abitanti radunano 200 fanti e 150 cavalieri, si avvicinano a Lismella ed inducono i giacobiti a ripiegare a Maguiresbridge (16 XII).
Enniskillen, difesa da 80 uomini con 20 moschetti, arruola alcune compagnie di riformati (XII 1688).
Gli orangisti guidati da Alexander conte di Mount attaccano Carrickfergus ma sono respinti dalla guarnigione giacobita.
Lord Montjoy interviene come mediatore ed i cittadini di Derry acconsentono ad accogliere 6 compagnie del suo reggimento, formate per metà riformati e metà cattolici, guidate dal colonnello Robert Lundy, scozzese riformato, con la carica di governatore.


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