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GLI IMPERATORI ROMANI

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L'Età degli Antonini (96 a.C. - 192 d.C.)

Marco Cocceio NERVA (96-98)
Marco Ulpio TRAIANO (98-117)
Publio Elio ADRIANO (117-138)
Tito Aurelio ANTONINO "PIO" (138-161)
MARCO AURELIO Vero (161-180)
Marco Aurelio COMMODO (180-192)

Marco Cocceio NERVA (96-98).
Dopo l'assassinio di Domiziano (96 d.C.), il Senato nomina imperatore il settantenne senatoriale malato Marco Cocceio Nerva, che promette una donazione ai pretoriani.
Richiama i proscritti, alleggerisce le tasse e adotta come successore l'abile generale Marco Ulpio Traiano (X 97).
A Roma ultima il terzo Foro, detto "Transitorio" perchè unisce i due precedenti, iniziato dal predecessore. Il tempio a Minerva (98 d.C.) è demolito da papa Paolo V che utilizza il materiale per erigere la sua cappella a Santa Maria Maggiore.
Poiché l'imperatore tarda a pagare il saldo ai pretoriani, questi lo assediano nel palazzo e lo uccidono (25 I 98 d.C.).

Marco Ulpio TRAIANO (98-117).
Abile generale spagnolo e governatore delle due Germanie, è adottato dal precedente e viene confermato dal Senato, primo imperatore non italico.
Con lui inizia l'Età degli Antonini che prende il nome dal più illustre degli imperatori di questa era, tutti non italici che ottengono il trono per adozione (perciò detti "Imperatori Adottivi"). Quest'età rappresenta l'apogeo dell'Impero Romano (Italia e province) nei campi commerciale, economico, urbano (vedi sotto), della romanizzazione e della pax romana.
Traiano, che risiede a Colonia fino al 99, rafforza il limes del Reno e quello del Danubio con numerose strade militari e fortezze, porta i pretoriani a 10 coorti (5.000 uomini), crea l'Ala I Ulpia Contariorum (cavalieri armati di contus, cioè di lancia), l'Ala I Ulpia Dromedariorum (su dromedari) e gli equites singulares, cavalieri scelti reclutati in Tracia, Pannonia, Resia e Dacia (raffigurati sulle lapidi del loro cimitero, presso la chiesa di San Pietro e Marcellino).
All'epoca i legionari ammontano a 159.000 (30 legioni di 5.280 uomini in 10 coorti di 6 centurie, senza cavalleria), gli auxilia sono stimati in 80.000 cavalieri e 140.000 fanti.
L'imperatore intraprende le ultime guerre d'espansione dell'Impero:

Traiano, già dai contemporanei, è considerato il miglior imperatore romano e riceve il soprannome di "Optimus" dal Senato.
A Roma sono riedificate lussuosamente le Terme di Tito (notevoli resti) dove è stato trovato il celebre Laocoonte (ora in Vaticano) ed altri gruppi di statue chiamati "grotteschi", perchè trovati in una grotta. Sono eretti l'anfiteatro Castrense (dove si addestrano gli equites singulares visti sopra), in Trastevere l'exubitorium (la settima caserma dei vigili). Nei Fori sono risistemati i Rostri (si conservano i bassorilievi) ed è rifatto il tempio a Venere Genitice (pochi resti e tre colonne).
Il celebre architetto Apollodoro di Damasco dirige la costruzione del monumentale Foro di Traiano a Roma, dove sono eretti la basilica Ulpia, due biblioteche, il tempio di Triaiano, una arco di trionfo (distrutto da Costantino che utilizza gli 8 medaglioni ed i 4 riquadri sui fianchi del proprio), la colonna Traiana già menzionata ed una statua equestre dell'imperatore. I resti del foro di Traiano sono in parte dispersi, in parte inglobati in edifici successivi ed in parte ancora sepolti.

Publio Elio ADRIANO (117-138).
Originario della Spagna e cugino del precedente, che lo adotta poco prima di morire. Riconosciuto imperatore dall'esercito in Siria.
Riconosce Corsoe e gli rende Mesopotamia ed Assiria fissando il confine all'Eufrate. Torna poi a Roma (sconfiggendo per strada Sarmati e Roxolani) e celebra il trionfo postumo del predecessore (118 d.C.).
Abbandona la politica espansiva, riduce da 30 a 28 le legioni ed arruola spesso numerus (reparti di barbari con proprie armi, vessilli e gridi di guerra). Ogni legione risulta formata da 6.100 fanti e 726 cavalli, suddivisi in una coorte miliare più 9 coorti di 5 centurie di 111 uomini. Gli auxili aggregati alla legione aumentano gli effettivi a 12.500 uomini.
Ispeziona le province (121-125, 128-134), ne rafforza le difese con strade militari e città fortezze ed installa numerosi coloni che forniscano affitti e soldati:

Nei suoi viaggi Adriano affida al Consilium Principis quasi tutte le prerogative senatoriali, promulga l'Editto Perpetuo che riordina le leggi (132).

Sotto il suo governo l'arte romana è all'apice. Ad Atene è ultimato il tempio di Giove Olimpico, edifica il tempio a Giunone ed a Giove Panellenio. A Terragona (Spagna) riedifica il tempio di Augusto, in Egitto il sepolcro di Pompeo (e progetta il colosso di Antinoè), a Tivoli una villa dove colleziona la riproduzione degli edifici di tutto l'impero.
Risiede poco a Roma, dove riedifica il tempio al Divo Adriano ornato di statue che rappresentano le province dell'Impero, con raffigurate sui piedistalli i suppellettili e le armi tipiche (in parte conservate, l'edificio ospita poi la Borsa), ed il Pantheon (112-126 d.C.), lasciandogli la primitiva targa di Agrippa (conservato quasi intatto). Inizia inoltre la costruzione del proprio Mausoleo (130-139 a.C.), detto "Mole Adriana" (odierno Castel sant'Angelo), dell'antistante ponte Elio (restano 5 delle 8 arcate ed è l'unico ponte imperiale ancora esistente), e del tempio dedicato a Roma ed a Venere (135 d.C.). Nel Mausoleo sono sepolti tutti i successori fino a Caracalla e le loro mogli (il coperchio del sarcofago di Porfido di Adriano è ora una conca battesimale nella basilica di San Pietro).
Per la propria successione adotta L. Elio Vero, ma questo gli premuore (I 138). Adotta quindi il ricco Tito Aurelio Antonino (138 d.C.) imponendogli però l'adozione di M. Annio Vero (figlio di Elio) che assume nome Marco Aurelio.

Tito Aurelio ANTONINO "PIO" (138-161).
Originario della Gallia, adottato dal precedente, segue gli antichi riti religiosi ed è perciò soprannominato "Pio".
Continua la politica del predecessore e durante il suo regno hanno luogo i seguenti conflitti, sostenuti con largo impiego di auxilia, formati da provinciali, schiavi, gladiatori, Illirici e Germani.

Erige un tempio in onore della moglie Faustina (141 d.C., il meglio conservato nel Foro, sebbene rimaneggiato nel '600), in Campo Marzio la propria colonna funebre (il basamento, con scene di battaglia, si trova nel cortile della Pigna in Vaticano).
Antonino "Pio" muore il 6 III 161 d.C.

MARCO AURELIO Vero (161-180).
Genero del precedente impostogli come successore da Adriano (138 d.C.). Associato dal 147. Salito al trono cambia nome in Marco Aurelio "Antonino" e concede al fratellastro Lucio Elio Commodo di chiamarsi Lucio Vero.
Durante il suo governo, dominato dalla moglie Faustina Minore, i Romani combattono le seguenti guerre:

Marco Aurelio è passato alla storia come imperatore-filosofo ed ha scritto in greco i suoi "Pensieri" (titolo originario "A Se Stesso"), intrisi di stoicismo.

Marco Aurelio COMMODO (180-192).
E' associato al trono dal padre Marco Aurelio (177 d.C.) causando le ire del senato (è il primo imperatore che succede al padre).
Dopo la morte del padre nella campagna contro i Marcomanni, conclude con questi la pace evacuando le terre occupate e ritirandosi oltre al Danubio (180 d.C.). Ha così fine la serie di invasioni innescata dai Parti nel 162.
Commodo favorisce i provinciali e reprime sanguinosamente i complotti degli aristocratici, come pure la "Guerra dei Disertori" in Spagna, Gallia, Britannia (186) ed Africa (190), causata dal dissesto economico.
Un grande incendio distrugge parte di Roma (191 d.C.) compreso l'Atrium Vestae, il collegio delle vestali.
Di grande forza e statura, combatte 750 volte contro belve e gladiatori, si auto-nomina "Ercole Romano", ribattezza Roma con il nome "Colonia Commodiana" ma muore strangolato nell'arena ad opera di un gladiatore per la congiura della favorita Marcia (1 I 193).
Con lui ha termine l'Età degli Antonini.


  1. Introduzione.

  2. La Casa Giulio-Claudia (27 a.C. - 68 d.C.).

  3. La Casa Flavia (69-96).

  4. L'Età degli Antonini (96-192).

  5. L'Età dei Severi (193-235).

  6. L'Anarchia Militare (235-268).

  7. Gli Imperatori Illirici (268-285).

  8. La Tetrarchia (285-364).

  9. La dinastia Velentiniana e la dinastia Teodosiana (364-476).



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